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Sui fili in tensione, tra connessioni e ricerca dell’equilibrio. Intervista ad Alessandro Armento

Alessandro Armento, Set up della mostra _Kinesi_ Alessandro Armento, Set up della mostra _Kinesi_
Alessandro Armento, Set up della mostra _Kinesi_
Alessandro Armento, Set up della mostra _Kinesi_

Alla Galleria Berga di Vicenza si è inaugurata il 6 ottobre “Kinesi”, la prima mostra personale del giovane artista campano Alessandro Armento (Cava De’ Tirreni, 1990), che per l’occasione mette in scena un raffinato gioco di corrispondenze tra oggetti e concetti,che fluttuano in un delicato equilibro precario. La mostra, curata da Martina Campese, sarà in galleria fino al 21 ottobre.

Descriviti con 3 parole o, se preferisci, con una citazione.

“Progettare per non essere progettati”
Enzo Mari

Cosa significa per te essere artista oggi?

Probabilmente quel che ha sempre significato, ovvero essere ingranaggi critici della società in cui si vive, cercando di far sentire meno soli alcuni, e più consapevoli altri.

Le tue prime opere hanno una chiara matrice scultorea/installativa, ma nella tua produzione più recente esplori altri campi d’indagine e mi verrebbe da dire che ti stai indirizzando verso una linea più concettuale. Ce ne vuoi parlare meglio tu?

Ritengo che ogni produzione artistica non possa prescindere da un “concetto”; spesso la ricerca formale tende semplicemente a metterlo in ombra, ma non lo annulla. Probabilmente il mio è più un processo di sottrazione formale.

_Equilibrio_, 2013, iron, cotton, lycra, nylon, ├© 120 cm x h adjustable
_Equilibrio_, 2013, iron, cotton, lycra, nylon, ├© 120 cm x h adjustable

Da dove trai l’ispirazione per i tuoi lavori? È possibile riscontrare un filo conduttore nella tua ricerca artistica?

La scoperta di Bruno Munari mi ha letteralmente aperto un mondo. La lampada falkland, le sculture da viaggio e le macchine inutili, sono stati qualcosa in più che una semplice ispirazione.

Se dovessi rintracciare un’altra fonte, direi sicuramente Anish Kapoor, per la qualità ed esattezza formale dei suoi lavori.

Negli ultimi anni trovo molto interessante e stimolante la consultazione di riviste dedicate al design soprattutto, mi diverte scovare al loro interno messaggi politici.

Un filo conduttore che lega la mia produzione potrebbe essere la ricerca di equilibrio, di sospensione e la voglia di mettere in relazione e connettere materialmente oggetti e concetti.

Osservando le tue opere scultoree, si nota una certa qualità tecnica, una pulizia e una precisione di fondo che producono un’impronta raffinata e un approccio minimalista. Quanta importanza dai all’estetica e quanta ne dai invece all’aspetto puramente processuale e ideativo?

Il fattore estetico conta molto, la cura di finiture e dettagli esercita uno strano potere sulla nostra psiche (non è un caso che prodotti come quelli della Apple siano ambitissimi). Ma, ritornando alla domanda, con molta probabilità l’avvicinamento alle teorie ed ai lavori di design mi hanno spinto verso questo approccio minimalista, inducendomi ad uno studio dei materiali e ad una estrema cura della fase ideativa/progettuale.

Anche l’aspetto processuale è per me fondamentale, la ripetizione di un gesto, il perfezionamento di una tecnica, azionano il pensiero.

Detail _Equilibrio_, 2013, iron, cotton, lycra, nylon, ├© 120 cm x h adjustable
Detail _Equilibrio_, 2013, iron, cotton, lycra, nylon, ├© 120 cm x h adjustable

Tu fai parte anche di un collettivo, il collettivo DAMP. Quanto è importante per te il confronto con gli altri artisti ai fini della tua personale crescita e ricerca creativa?

Il confronto con gli altri è fondamentale, senza confronto non esiste crescita.

L’esperienza del collettivo -e prima ancora del duo con Viviana Marchiò-, mi ha fatto capire che il frutto di un scambio fra più menti,oltre ad innescare processi emozionali, è per forza di cose più maturo.

Installation view, Kinesi, Alessandro Armento
Installation view, Kinesi, Alessandro Armento

Da poco hai inaugurato la tua prima personale presso la Galleria Berga di Vicenza, con una mostra intitolata “Kinesi”. Ci vuoi parlare della mostra e di come, insieme alla curatrice Martina Campese, siate riusciti a trovare una linea di dialogo tra i lavori tridimensionali di qualche anno fa e le opere bidimensionali più recenti?

Il dialogo tra i lavori tridimensionali e quelli bidimensionali è sorto quasi spontaneamente. Abbiamo rintracciato in tutti i miei lavori la ricerca di connessioni e tensioni sia strutturali (nei lavori tridimensionali) che concettuali (nei lavori bidimensionali), come ad esempio il filo (nylon, cotone, silicone), elemento emblematico a tale proposito.

Partendo proprio dalla scelta del titolo della mostra, nonché dall’osservazione degli ultimi lavori su carta, ho l’impressione che le parole e i loro significati abbiano un certo peso per te e che siano fonte di uno studio profondo e di un’attenta riflessione.

Sono sempre stato interessato all’universo verbale, ma questo è stato sicuramente rafforzato da uno studio delle sperimentazioni verbo-visuali sia delle avanguardie artistiche, che della poesia concreta e della poesia visiva.

Nei miei lavori bidimensionali recenti, le parole si sono palesate, divenendo elementi visivi, mentre nei lavori scultorei restano celate.

Il titolo scelto per questa mostra“Kinesi” sta a indicare un movimento che nei miei lavori è presente solo in potenza, come in un testo scritto che, apparentemente in stasi, sa condurci in diversi luoghi, tempi e vite.

_Compensazione_, 2018, iron, lycra, nylon, ├© 60 cm x 10 cm
_Compensazione_, 2018, iron, lycra, nylon, ├© 60 cm x 10 cm

A cosa stai lavorando adesso? Quali sono i tuoi progetti e impegni artistici per il prossimo futuro?

Adesso sto lavorando con un team di persone per me speciali, alla creazione di un progetto artistico in forma di rivista, che dovrebbe venire alla luce a breve. Come collettivo DAMP siamo stati coinvolti in un progetto di ampio respiro condotto dall’associazione Blam, volto alla creazione di un creative living lab in un luogo pressoché dimenticato nel cuore del centro storico di Salerno.

Per quanto riguarda il futuro,per il momento mi sento di rispondere che cercherò sicuramente di concretizzare quanto detto poc’anzi.

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