Passata Frieze, via con Fiac. Tutti al Grand Palais per la 45ª edizione della fiera d’arte moderna e contemporanea parigina, 18-21 ottobre 2018. Street painting analitico, a bande colorate, tappeto geometrico del duo Lang & Baumann per accedere (collegando il Petit e il Grand Palais sull’Avenue Churchill) all’ingresso della fiera. Una delle più riuscite installazioni delle “extra-sculture” fuori Fiac disseminate per la città, quasi sempre inutili e parecchio kitsch. Scheletro di vetro e ferro verdeggiante in questi giorni luminosissimo, vista azzurro terso, sulla scia dei 25 gradi della appena trascorsa manifestazione londinese. A Parigi, come a Londra 15 giorni fa, fa caldo. Niente vento, niente pioggia. Nessun giubbotto, nessun cappotto. Finite le giornate tra gli stand, tutti ai sempre molto radical (quanto efficaci) furgoncini street food che costeggiano il Palais verso la Senna. La fiera, molto simile alle passate edizioni (sia come artisti che come stand), si conferma anche quest’anno più curata, ordinata ed elegante della cugina d’oltremanica. Migliore. Nessun colpo di teatro (a parte il monumentale Ingres wood di Katharina Grosse piombato sotto la calotta metallica del Grand Palais da Gagosian, e lo scenografico e scintillante rosso “fuoco” di Gmurzynska -“On fire”, curato dal designer Alexandre de Betak- per scaldare l’algidità di casa) e vendite “ottime” subito dalla prima tornata (17 ottobre) dedicata a collezionisti e vip vari (si veda il secondo giorno, 18 ottobre, come già erano “trasformati” gli stand, sostituendo le opere vendute alle pareti). Progetti allestitivi in generale assai curati e gallerie italiane sugli scudi. Le 13 (su 195, da 27 paesi) realtà nostrane sono sicuramente tra i punti più positivi della fiera.
Abbiamo selezionato 15 tra i migliori stand quest’anno in fiera.
Qui le 10 (+10) opere da museo assolutamente da non mancare
METRO PICTURES
Un nome, una garanzia. Il Tiziano di Robert Longo, passato ai raggi x al carboncino, accoglie il visitatore specchiandosi (oltre che nello specchio, è la Venere del 1555 del maestro cadorino) nella finzione filmica patinata di Cindy Sherman. All’interno, due Nudi (Giallo e Blu) digital in C-print di Sara Van der Beck. Graziose silhouette, leggere e “scattanti”, che si bilanciano con la gravità di Pere e Valigie in cemento e mattoni di Judith Hopf. Equilibrio perfetto.
NATALIE SEROUSSI
THOMAS ZANDER
MARIAN GOODMAN
GAVIN BROWN’S ENTERPRISE
TUCCI RUSSO
GLADSTONE
DAVID ZWIRNER
MAGAZZINO
EVA PRESENHUBER
RAFFAELLA CORTESE
THADDAEUS ROPAC
GMURZINSKA
VICTORIA MIRO
KARSTEN GREVE
MASSIMO DE CARLO