“Quanto siamo piccoli rispetto all’immensità della notte scura che ci fa sognare?”
Con queste parole ha chiuso il suo breve intervento Omar Galliani, alla cerimonia di donazione del suo autoritratto alle Gallerie degli Uffizi, avvenuta il 31 ottobre 2018, alle 17.
Aveva introdotto il Direttore Eike D. Schmidt, ricordando la nascita della magnifica collezione di autoritratti e la futura possibilità di vedere esposto questo tesoro quando saranno pronte le nuove sale del Museo.
Tra i commenti dei due uomini, l’approfondimento sentito e cordiale di Marzia Faietti, Coordinatrice della Divisione Educazione, Ricerca, Sviluppo, che ha rivissuto per il pubblico il suo primo incontro con l’artista e le opere che questi ha donato: il trittico Notturno del 2006 e alcuni Mantra e Nuovi Santi, per rappresentare le due anime del suo disegno, su tavola di pioppo e su carta. Mirabile il confronto della Faietti tra Omar Galliani e Leonardo da Vinci e Correggio, influenzato a sua volta da Leonardo.
Galliani, infatti, artista padano, ama quell’atmosfera indistinta e impalpabile, quella nebbia leggera dello sfumato leonardesco, che solitamente sembra affiorare dai suoi lavori. Per l’autoritratto, invece, si è fatto fiorentino, abbracciando una nuova tradizione, e disegnando il suo volto con un profilo definito, marcato e perfetto. Nella notte sono incisi i simboli dell’universo del maestro, tanti di quelli che ha scoperto nei suoi viaggi, come Buddha, ma anche un drago, uno scorpione, un teschio…
“È il cielo che mi guarda o sono io ad essere guardato dal cielo?” si domanda Galliani. A ciascuno la sua risposta. Per l’occasione è in corso di pubblicazione un prezioso volume della Prearo Editore, con i testi critici dei due relatori.