1 novembre, giorno dei Santi, giorno di anteprima stampa e collezionisti di Artissima (senza incredibilmente pioggia). Al via la 25esima edizione della fiera del contemporaneo torinese, la maggiore del settore a livello nazionale (2-4 novembre, Oval Lingotto Torino). Taglio del nastro in tarda mattinata per spegnere con le forbici le 25 candeline rosa. Si respira una buona aria. Serena. Senza l’attesa, ansia, e curiosità che serpeggiavano lo scorso anno per la prima (2017) di Ilaria Bonacossa. Una fiera che ricalca l’edizione precedente, alternando ottimi progetti a tanti inutili fronzoli contemporanei; opere di qualità a pezzi visti e rivisti; e il consueto “male delle fiere” di gallerie che ripropongono le stesse cose ossessivamente ogni anno, ogni fiera… Vendite piuttosto interessanti in mattinata, che è quello che conta. Pomeriggio piacevole tra le bande colorate che ricamano e disegnano i percorsi della fiera tra le 195 gallerie presenti. Serata dalle 17 in modalità “liberi tutti”, da fuggire alla svelta, con tanto di performance urlanti da impalare. Raccolte al centro le due sezioni più interessanti: Disegni e Present Future. Ai margini Back to the future con poche cose da segnalare. Extra fiera quest’anno per la novella e stimolante Sound (15 progetti monografici dedicati alle indagini sonore contemporanee) alla cattedrale industriale delle OGR, 7 minuti di macchina da qua. Qua di sotto invece le 10 gallerie da non perdere (ce ne sarebbero almeno un’altra decina) in fiera.