Stanze tutte per sé, un volume alla scoperta delle dimore dei protagonisti del gruppo di Bloomsbury: Virginia Woolf, Eddy e Vita Sackville-West
«Sono convinta che col passar dei secoli, via via che si avrà una più stretta fusione tra i sessi per le loro crescenti somiglianze […] i legami di questo tipo cesseranno in larga misura di essere semplicemente visti come innaturali e saranno compresi molto meglio».
Vita Sackville-West, 1920
Stanze tutte per sé esplora le dimore dei tre scrittori più celebri del circolo di Bloomsbury: Virginia Woolf, Eddy e Vita Sackville-West. È da poco uscito in libreria per L’ippocampo, nella traduzione di Claudia Valeria Letizia, questo splendido volume di Nino Strachey, discendente diretta della famiglia di Lytton Strachey, tra i fondatori del gruppo di Bloomsbury, biografo e amico di Virginia Woolf.
Eddy, Virginia e Vita, uniti da un intreccio di rapporti umani, sociali e letterari, hanno creato (plasmato) fra il Kent e l’East Sussex tre dimore (tre rifugi) sfidando le convenzioni dell’epoca. Il libro raccoglie alcune testimonianze delle loro vite (e del loro stile), vissute nel cuore della Bloomsbury letteraria degli anni Venti.
Stanze tutte per sé si divide in tre capitoli dedicati ai tre autori più di spicco di Bloomsbury: Virginia Woolf, Eddy e Vita Sackville-West. Le pagine del libro ci accompagnano mano per mano, grazie all’incredibile ricchezza del materiale fotografico, nei loro regni, approfondendo in maniera puntuale i rapporti con gli altri membri del gruppo.
Lytton Strachey, Duncan Grant, Bunny Garnett e Stephen Tomlin soggiornarono tutti a Knole insieme a Eddy Sackville-West. Due di questi amici – Duncan Grant e Stephen Tomlin, entrambi artisti – divennero suoi amanti e riempirono le sue stanze di loro opere, che testimoniano il gusto e l’atmosfera di febbrile creatività di quegli anni. Vita Sackville-West, cugina di Eddy, fu invece l’amante Virginia Woolf (l’Orlando nasce anche in seguito alla loro storia d’amore).
Stanze tutte per sé esplora questi avamposti in cui si sono intrecciate storie d’amore, poesia e eros, descrivendo gli ambienti in cui si svolsero e schiudendo scenari inediti sul complicato intreccio di quelle esistenze.In un’Inghilterra in cui l’omosessualità è stata reato fino al 1967, le scelte di Eddy Sackville-West nell’arredamento della sua casa, la quattrocentesca torre del portale di Knole (con quattro torrette merlate si configura come una vera e propria dimora fatata), sono state vere e proprie prese di posizione controculturali: pareti tinteggiate di rosa cipria e decorate con nudi maschili dipinti da Duncan Grant. In questo castello delle favole colori audaci e contrastanti si mescolavano al gusto macabro del decadentismo in voga a fine ‘800 – sulle orme di À rebours di Huysmans. Quest’ultimo, per altro, un gusto per nulla apprezzato dalla cugina Vita.
Le stanze di Monk’s House, a circa sessanta chilomentri a sud di Knolw, nel Sussex, dove stava Virginia Woolf, riflettono il suo stile personale, restituendoci un’atmosfera informale venata di erotismo e umorismo. Virginia, per la casa, spese tutto il possibile di quanto ricavato dalle vendite dei propri libri tra il 1919 e il 1941. Nel corso di questi anni si sono susseguiti ben 16 interventi di ristrutturazione. Questa dimora, comprata come un cottage angusto e disordinato divenne man mano una «casa attraente, spaziosa e leggera». Virginia diede qui sfogo alla sua passione per le pareti verde erba e per gli arredi realizzati da uno studio di design fondato da e per i membri del gruppo di Bloomsbury.
A Sissinghurst invece la dimora di Vita, un maniero elisabettiano riempito delle vestigia delle sue amanti (i conigli ci cristallo di Violet Trefusis, i quadri dipinti da Mary Campbell, i mobili scovati da Virginia, le pagine miniate di Chris St. John e i ricami di Gewn St. Aubyn). Una casa che lei vedeva come il castello della bella addormentata. Da quelle rovine dal sapore romantico e un po’ decadente Vita e Harold, suo marito, diedero vita a una dimora originale, tutto meno che ortodossa, che ben riflette quello che è stato il carattere della loro storia matrimoniale: una vera a propria «casa villaggio in cui i membri della famiglia potevano condurre esistenze separate e incontrarsi tutti assieme ai pasti».
Nino Strachey, per la prima volta in Italia, e Elisa Bolchi, studiosa e docente all’università Cattolica di Milano, in conversazione a Il Faro in una stanza, Il festival letterario dedicato a Virginia Woolf.
>> Sabato 24 novembre, ore 11.30 presso la Sala degli Affreschi della civica biblioteca di Sesto San Giovanni.
La terza edizione de Il Faro in una stanza, in programma dal 23 al 25 novembre presso la sala degli Affreschi della Biblioteca Civica di Sesto San Giovanni, che quest’anno patrocina l’evento, si colloca nell’anno del novantesimo anniversario della pubblicazione di Orlando e vedrà un’ospite d’eccezione: la ricercatrice Nino Strachey, autrice del libro Stanze tutte per sé e direttrice del Consiglio per la ricerca del National Trust. STANZE TUTTE PER SÉ
Eddy Sackville-West | Virginia Woolf | Vita Sackville-West
di Nino Strachey
in collaborazione con il National Trust
edizioni L’ippocampo