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Il sogno dello scienziato. Paolo Conti e l’erosione del tempo, a Milano

Paolo Conti, Diagonale tra ipotesi simili 2018, 109x109 Paolo Conti, Diagonale tra ipotesi simili 2018, 109x109

Paolo Conti, Diagonale tra ipotesi simili 2018, 109x109

L’arte libera la scienza. A ottant’anni dalla nascita di Paolo Conti (Bologna, 18 novembre 1938) la galleria PoliArt Contemporary di Milano celebra 80|L’erosione del tempo, un’inedita selezione di 20 opere scelte dal ciclo delle Erosioni (2005), fino al 12 gennaio 2019.

Paolo Conti nasce come cestista, esordisce nella squadra della sua città per poi diventare un giocatore professionista della nazionale italiana. Dopo il ritiro dal mondo della pallacanestro si laurea in economia e commercio ma la sua vocazione lo porta nel 1968 ad abbandonare la carriera di dirigente per votarsi alla ricerca artistica. Il background scientifico-matematico non resta, tuttavia, estraneo al nuovo iter: per quanto riguarda in particolare il ciclo delle Erosioni la riflessione si sviluppa attorno al concetto di entropia, presente sia nell’ambito della termodinamica che nella teoria dell’informazione. Sovrapponendo arte e scienza Conti realizza opere connotate da una forte componente gnoseologica, attraverso cui cerca di offrire a quest’ultima immagini e parole per esprimere i fenomeni fisici che non trovano corrispettivi linguistici e visivi adeguati. In tal modo l’atto creativo passa prima di tutto attraverso la sperimentazione, interiorizzando i paradigmi e le logiche scientifiche.

Paolo Conti, Quel che resta della concretezza, 2007, 50×141,5

L’esposizione -curata con la collaborazione di Vittoria Coen, Giovanni Granzotto e l’Archivio Conti- è la prima interamente dedicata a questo ciclo. Parafrasando l’artista, l’erosione è quella quantità di energia che si realizza nel venir meno o nel perdersi della forma. Il pensiero si lega direttamente all’incompleto-indeterminato dell’entropia e si realizza in spessi cartoni pazientemente scavati e dipinti, al cui interno geometrie e colori creano universi limite alla conoscenza. La scelta di Paolo Conti di dare voce alla scienza a discapito dell’esibizione del proprio io è una chiara volontà di emancipazione dall’autoreferenzialità dell’arte contemporanea ora eletta a contenitore conoscitivo.

Paolo Conti, Frammenti di speranza, 2006, 190×95

 

Informazioni utili

Paolo Conti
80|l’erosione del tempo. Il ciclo delle Erosioni
17 novembre 2018 – 12 gennaio 2019
A cura di Vittoria Coen e Giovanni Granzotto

Dal mercoledì al venerdì 11-13 e 15-18.
Sabato 15-19.
Gli altri giorni su appuntamento.

Per informazioni
PoliArt Contemporary
Viale Gran Sasso 35, 20131,
Milano

www.galleriapoliart.com
info@galleriapoliart.com

02.70636109

[didascalia prima immagine: Paolo Conti, Diagonale tra ipotesi simili 2018, 109×109]

Il sogno dello scienziato. Paolo Conti e l’erosione del tempo, a Milano

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