Il reperto risulta scolpito in pietra calcarea giallo rosacea con un alto livello di finitura e con quattro fori nel perimetro, probabilmente necessari per legarlo ad un volto umano o ad un bastone per l’esposizione
“Il passaggio da un’economia basata sulla caccia e la raccolta a uno basato sui principi dell’agricoltura e sull’allevamento di animali è stato accompagnato da cambiamenti nella struttura sociale e da un aumento sostanziale delle attività religiose rituali“. Così il direttore del Dipartimento di ricerche archeologiche dell’Autorità Archeologica di Israele Omry Barzilai, delinea il contesto delle origini della straordinaria maschera rituale di pietra di 9mila anni fa, scoperta vicino alla colonia ebraica di Pnei Hever, in Cisgiordania: in quello che gli archeologi ritengono essere stato un centro per la produzione di maschere nel Neolitico, che è appunto il periodo considerato.
Il reperto risulta scolpito in pietra calcarea giallo rosacea con un alto livello di finitura e con quattro fori nel perimetro, probabilmente necessari per legarlo ad un volto umano o ad un bastone per l’esposizione. Secondo i suoi scopritori, esistono soltanto solo quindici maschere al mondo risalenti a quel periodo, e solo due di queste sono state scoperte in un chiaro contesto archeologico. Le altre sono tutte in collezioni private, il che rende difficile il loro studio.