Louvre, Centre Pompidou, Grand Palais resteranno sprangati, e anche la rete dei musei della capitale ha annunciato l’eccezionale chiusura di numerose strutture
“Abbiamo motivo di temere gravi episodi di violenza“. Questo il laconico comunicato arrivato direttamente dall’Eliseo, dopo che sul suo account Facebook Eric Drouet, uno dei leader del movimento dei Gilet Gialli, aveva chiamato i manifestanti ad attaccare proprio la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica Francese. Anche per questo la giornata di oggi, sabato 8 dicembre, trasformerà Parigi in una città surreale: con la memoria ai giorni scorsi, in particolare al 24 novembre, quando le proteste contro le politiche fiscali del governo Macron misero a ferro e fuoco la Capitale.
Ed i luoghi della cultura sono i primi a prendere le contromisure: dopo che l’Arc de Triomphe era stato imbrattato di graffiti e diverse sculture danneggiate, e alla galleria di Jeu de Paume i rivoltosi avevano frantumato i vetri e incendiato un veicolo davanti al museo, facendo temere per qualche ora che il museo stesso fosse stato dato alle fiamme. Inevitabile la decisione: Louvre, Centre Pompidou, Grand Palais resteranno sprangati, e anche la rete dei musei della capitale ha annunciato l’eccezionale chiusura di numerose strutture, fra cui il musée Cernuschi, il Musée d’Art Moderne, il Petit Palais, il musée Victor Hugo, il Jacquemart-André, così come tutti gli spazi culturali e i teatri attorno agli Champs-Elysées.