La Galleria Alberta Pane organizza l’improbabile, ma nemmeno troppo, incontro tra Hermann Nitsch e Romina De Novellis. Video, fotografie e opere su tela raccontano le esperienze performative dei due artisti. Fino al 22 dicembre a Venezia.
Il corpo e la sua potenza; il corpo e i suoi limiti. Dove possiamo arrivare? Numerose le discipline che nei secoli si sono aperte alla questione e hanno provato a rispondere ad un quesito biologico, medico, ma, forse, soprattutto filosofico. E su questo ultimo aspetto le arti si sono spesso interrogate, muovendosi trasversalmente in soluzioni non sempre consuete.
Di certo non è consueto l’approccio dell’austriaco Herman Nitsch (1932), come non lo è quello di Romina De Novellis (1982). Accomunati dal gesto artistico performativo, i due sono al centro della mostra Voyàge a Naples organizzata dalla Galleria Alberta Pane di Venezia. La curatrice Lèa Bismuth ha ideato un percorso catartico che grazie a video, fotografie e tele riesce ad intrecciare le pratiche dei due artisti. Sulla sfondo di un’Italia attraversata da Venezia fino a Napoli, dove il vulcano e il suo immaginario collettivo giocano un ruolo sostanziale. I 50 anni che separano i due artisti appaino azzerati: la galleria diviene spazio di un’arte assoluta, che rivolge la sua indagine visiva verso le pulsioni più intime e segrete dell’uomo.
Hermann Nitsch è l’artista del Teatro delle orge e dei misteri, esponente più estremo dell’Azionismo viennese. Le sue opere sono messe in scena di riti para-religiosi, inquietanti e seducenti allo stesso tempo, luoghi astratti dove incontrare ed esorcizzare istinti violenti, pulsioni perverse. L’arte si fa in questo caso responsabile di mostrare ciò che tutti vorrebbero reprimere, senza mai avere il coraggio di accettarlo. Il sangue, il colore, il sesso, la materia sono mezzi per affondare nel subconscio, per poi riemergerne liberi e pronti per ascendere spiritualmente.
La reiterazione e l’intensità sono invece le caratteristiche delle prove estreme che Romina De Novellis sottopone al suo corpo. La fotografia e il video sono incaricati di documentare queste performance di lunga durata, in cui l’artista combatte l’esaurimento fisico e mentale dilatando nel tempo, come ad ingrandirli, alcuni aspetti essenziali della nostra esistenza, messi in luce dalle sue azioni inusuali.