Lo street artist di origini napoletane chiede un risarcimento alla Peroni perché a suo dire avrebbe usato una sua opera per il lancio pubblicitario sui social di una nuova birra.
“Cosa succede quando una multinazionale potenza economica mondiale sfrutta una mia opera per la sua campagna pubblicitaria senza chiedere il consenso?
Mi sento gratificato? Ringrazio per avermi scelto?
No, inizio la lotta con al mio fianco l’avvocato Alessandro Senatore per il riconoscimento dei miei diritti d’autore.
L’opera l’ho realizzata gratuitamente per la mia città non per una azienda privata che la usa per farci profitto.
Userò il risarcimento danni per realizzare una nuova opera pubblica. #DavidecontroGolia”
Questa è la dichiarazione, con tanto di hashtag, dello Street artist Jorit Agoch che commenta sul suo account facebook l’articolo pubblicato oggi sul Corriere del Mezzogiorno, dove si da notizia della richiesta di risarcimento danni dell’artista contro la Peroni per aver utilizzato l’immagine di una sua opera per pubblicizzare una nuova birra chiamata ‘Napoli’. In realtà, così come evidenziato dal Corriere del Mezzogiorno, si tratta di una pubblicità apparsa solo su Facebook e Instagram e già rimossa dai social ma Jorit sembra intenzionato a voler comunque andare avanti nella questione.
L’immagine recriminata è il suo ‘Gennaro’ (2015) , opera che raffigura il Santo più venerato di Napoli, nel centro storico della città partenopea, a pochi passi dal Duomo. Uno splendido murale alto più di 15 metri dove il santo viene raffigurato con il volto di un suo amico operaio di 35 anni, seguendo il modus operandi di Caravaggio, che sceglieva persone del popolo per raffigurare Santi e Madonne. Un’opera di Street art – in realtà l’artista di origini napoletane considera i suoi lavori veri e propri dipinti – che serviva a rilanciare il quartiere popolare di Forcella, perché il riscatto di un luogo non può mai prescindere dalla bellezza. Una delle tante opere di impegno sociale di Jorit che pochi mesi fa ha passato 24 ore di prigionia nelle carceri israeliane ( con tanto di foglio di via dal territorio israeliano di dieci anni) per aver raffigurato la giovane attivista Ahed Tamimi sulla barriera di separazione israeliana nei pressi di Betlemme.
Recentemente ci siamo occupati di lui riguardo il murale dedicato a Ilaria Cucchi e a Nelson Mandela, rispettivamente a Napoli e Firenze. Entrambi, entrati di diritto – con tutte le differenze del caso – nella sua personale “Human Tribe” rappresentata da quelle due strisce rosse che rimandano a rituali africani che segnano il passaggio dall’età giovanile alla tribù.
Nonostante varie esposizioni in alcuni importanti musei (il MACRO di Roma il Museo MAGMA e il PAN di Napoli) e una carriera internazionale ben avviata, la principale occupazione dello street artist è sempre rivolta alla strada, ai messaggi sociali e alla fruizione gratuita dell’arte per tutti. Non era difficile dunque prevedere la sua reazione di fronte a quello che ritiene un uso commerciale di una sua opera avvenuto senza il suo consenso.
Fonti:
https://www.facebook.com/JoritGraffiti/
- Nella prima immagine: Gennaro (2015)- (particolare)
Jorit Agoch
Source Image: Facebook page of artist