It Follows, è arrivato su Netflix un instant classic dell’horror contemporaneo
Quante volte abbiamo lamentato lo sfiatamento della produzione cinematografica orrorifica?
Idee formali sfruttate fino a diventare lise e fragilissime (sospiro assicurato ogni volta che sentiamo dell’ennesimo POV), sequel, prequel, spin-off, riadattamenti, ritorni dall’oltretomba che alla fine toccherà riqualificare persino il cimitero di Pet Sematary.
In questo contesto capita che vengano realizzate pellicole in grado di farci tornare in pace col genere, originali nelle idee, nelle scelte formali e con un sano rapporto nei confronti dei classici. È successo con It Follows del giovane e brillante regista americano David Robert Mitchell (The Myth of the American Sleepover) che ha trovato subito il suo posto nella migliore tradizione dell’horror e del thrilling.
Il regista ha presentato lo scorso anno a Cannes il suono attesissimo film, Under the Silver Lake, che accolto da critiche discordanti è ancora in attesa di una distribuzione americana (si parla di un nuovo montaggio).
Nel frattempo, It Follows è arrivato questo mese su Netflix: ambientato nella zona suburbana di Detroit, il film segue le vicende di Jay Height (Maika Monroe, la migliore scream queen indie), studentessa dalla famiglia incasinata che, dopo aver fatto l’amore con lo strambo Hugh (ricordiamoci di non uscire con gente che pensa di essere pedinata da figure che noi non riusciamo a vedere), si ritrova a essere perseguitata da un’entità in grado di seguirla (lentamente ma con incrollabile costanza) ovunque, con il dichiarato intento di farle del male.
Per Jay e i suoi amici – una vera e propria famiglia customizzata – scampare alla maledizione diventa metafora del passaggio all’età adulta, dei primi confronti con la sessualità, caratterizzata dallo sguardo malinconico e ancora struggente rivolto all’infanzia, alle sue dolcezze segrete (forse perdute per sempre), ai traumi che nessun bagno in piscina potrà mai lavare via.
It Follows mutua il legame fra sessualità e horror dagli slasher movie, dove la follia omicida si scatenava dai pruriginosi desideri di un gruppo di adolescenti, donandogli nuove caratteristiche virali che furono già di David Cronenberg.
It Follows fa propria anche la tensione nata da una minaccia lenta e inesorabile, tipica del cinema di George A. Romero (gli zombie di zio George saranno i primi a venirvi in mente dopo aver visto per la prima volta «it») e di John Carpenter (ricordate le passeggiate al crepuscolo, nella zona suburbana, di Jamie Lee Curtis in Halloween – La notte delle streghe?).
It Follows è in grado di conquistare sia gli amanti del genere (per cui è già feticcio) sia di esulare dai confini dell’horror per porsi come esempio di cinema tensivo contemporaneo. Pensiamo all’uso che David Robert Mitchell fa del grandangolo: la tensione si manterrà sempre altissima se siamo costretti a osservare le scene con prospettiva e profondità aumentate. La minaccia che muove verso Jay può arrivare da qualsiasi punto dell’ampia inquadratura e non passerà molto tempo prima che lo spettatore finisca per osservarne nevrotico ogni punto, in cerca del benché minimo movimento, soprattutto quando la nostra protagonista è di spalle.
Come in Solo gli amanti sopravvivono anche qui la scelta di ambientare le vicende a Detroit non è casuale. Detroit è la città in cui è più visibile il segno della crisi economica, ai ragazzi di It Follows infatti è vietato avventurarsi oltre il confine della periferia, decaduta rapidamente dopo il crollo economico del 2008. Detroit diventa ancora una volta rappresentazione della minaccia ignota che può abbattersi su chiunque, in qualunque momento. Allo stesso tempo l’estetica del vicinato e dell’alienazione suburbana vive ancora una volta attraverso lo sguardo dei ragazzi che tentano di crescervi, provando a sfuggire all’appiattimento di una vita priva di stimoli e per questo assai pericolosa.
Il culto nei confronti di It Follows ha ormai superato le attese del suo regista. La mitologia del film è alimentata da un fandom sempre più ampio e, neanche a dirlo, è in programma un sequel che pare svelerà le origini della polimorfa creatura stalker che ossessiona Jay e i suoi amici (nel cast segnaliamo anche Keir Gilchrist, protagonista del serial TV Atypical, da non perdere – anche questo su Netflix).
