Artista emergente norvegese, Ann Iren Buan (Stjørdal, 1984) è l’ultima scoperta della galleria bresciana APalazzo Gallery. Fin dall’inaugurazione avvenuta nel 2008 in occasione della Notte Bianca dell’arte, questo spazio espositivo con sede nel bellissimo palazzo Cigola Fenaroli continua nell’intento di farsi vetrina e punto di contatto tra le novità della scena artistica internazionale e la città lombarda. Dedizione alla ricerca di nuovi talenti e attitudine a tessere sinergie con circuiti europei e non solo, sembrano essere i principi delle galleriste Chiara Rusconi, Francesca Migliorati ed Erica Fenaroli, anche in questo caso confermati dalla scelta di allestire Stay, laprima personale in Italia della Buan.
L’esposizione si scandisce in tre episodi narrativi. Tre come sono i saloni cinquecenteschi in cui si collocano le opere, che l’artista ha ideato pensando proprio alla specificità delle tenui nuancesdelle pareti e al sapore di storia che avvolge la galleria. Due invece sono i viatici espressivi che le sono parsi più congeniali per dialogare con gli ambienti: pittura e scultura. Si comincia con la seconda, ed ecco che al cospetto del visitatore si materializza subito Hold. Dal soffitto cassettonato in legno discendono due linee rette di gesso bianco inframezzato a tratti in cui si scopre una catena metallica che fa da ossatura a questa scultura-installazione impercettibilmente oscillante. Una sorta di meridiana, verrebbe da definirla, o un sottile dispositivo temporale: con i due vettori dall’aria astratta che disegnano, arrestandosi a pochi centimetri dal pavimento, ombre mutevoli nell’arco della giornata.
Nella sala successiva la mostra raggiunge il suo climax. Accanto a Keep, che riprende la sintesi scultorea della linea verticale già espressa con Holdnell’ambiente precedente, appare l’opera che dà il titolo all’intera esposizione, Stay, enorme arazzo pittorico su carta nel quale Buandispiega un universo emotivo sotto forma di puro colore. Verdi oceanici e una striscia color terra che però, man mano ci si avvicina, si rivelano increspati da strappi, screpolature, erosioni. Quella superficie che a un primo sguardo suggerisce esuberanza vitale risultaquindi in uno stato di deterioramento. Ed è la stessa artista a procurare questo processo di “invecchiamento” forzato, e lo fa manipolando la sua stessa opera a costo di sgretolarla.
Infine, a concludere l’esposizione, nell’ultimo ambiente trovano posto due dittici di dimensioni contenute che attutiscono la monumentalità dei pezzi precedenti. In Standstill (Phatlao Green), sui toni del blu-verde, eIn Standstill (Madder Lake), su quelli del viola, portano avanti il discorso di Stay a livello di tecnica e sensibilità cromatica, ma ne contengono lo slancio emozionale. Una chiusa pacata che aiuta a riflettere sul senso dello “stare”secondo Buan. Che può forse significare stare sìin una condizione di possibile instabilità – i fili scultorei sospesi – o di implacabile deterioramento – i quadri consumati –, eppure anche starci dentro senza oppressione, trovando una propria misura e armonia. Esperire paesaggi fragili e al tempo stesso avvertirne la forza.
Informazioni utili
Ann Iren Buan
Stay
19 gennaio 2019 – 10 marzo 2019
APALAZZOGALLERY. Brescia, Piazza Tebaldo Brusato, 35
http://www.apalazzo.net/en/exhibitions_current.html