Venticinque anni di attività di galleria A Arte Invernizzi celebrati con una mostra improntata intorno al numero venticinque. Un ritmo tantrico quanto meccanico pervade i due piani dello spazio milanese per la personale di Niele Toroni, fino al 29 aprile. Al piano superiore appare un’opera costituita da venticinque carte, ciascuna contenente una sola impronta di pennello, installata nella sala espositiva a partire da multipli di 30 cm di distanza affinchè ci si possa lasciar guidare visivamente nella percezione dello spazio come campo attivo.
Dal 1967 Niele Toroni lavora con una precisa metodologia la quale prevede, su supporti differenti, la successione di impronte di pennello n. 50 a 30 cm di distanza l’una dall’altra, ciascuna delle quali risulta luogo di epifania di un divenire e di una metamorfosi incessante del suo fare nel tempo.
Scrive a tal proposito il grande Harald Szeemann nel 1991:
“Niele Toroni ripete la sua impronta di pennello nel tempo e nello spazio. E mai è la stessa cosa, perché lo stesso è lo stesso è lo stesso è irriducibilmente dissociato dall’essere identico. Il pleonasmo diventa batteria; l’energia dell’iterazione, struttura aperta. Non gli alti e bassi dell’anima dell’artista sono gli inibitori dell’identità, ma i luoghi di esplicitazione del metodo.
L’esercizio della pittura vera, sbarazzata dalla zavorra di tutti i giudizi di valore e di tutti gli ammiccamenti storici, è la costante: trova in ogni lavoro la propria essenza attraverso il rimando alla sua stessa essenza. Il mondo non viene ridotto a due dimensioni, come altrimenti in un quadro, ma pittura è una determinata situazione e diventa così struttura aperta, liberamente riconcepibile nel tutto.”
Al piano inferiore quindi l’opera Impronte di pennello n. 50 a intervalli di 30 cm del 1987 – composta da venticinque tele ciascuna di 100×100 cm – ridefinisce lo spazio espositivo con le sue pennellate ritmando lo sguardo del visitatore che può liberamente seguire la loro scansione, frutto di un gesto quasi tantrico, che non è mai ripetizione bensì materializzazione di una irripetibile e sempre mutevole individualità.
In occasione della mostra verrà pubblicata una monografia bilingue contenente una intervista immaginaria di Niele Toroni e un testo di Giorgio Verzotti, corredata da materiale iconografico che ripercorre il lavoro realizzato dal pittore nel corso degli anni in collaborazione con A arte Invernizzi, sia presso la galleria che in spazi pubblici e privati.
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