Patria o Muerte
Jorit, 2018
Immagine dalla pagina Facebook dell’artista
Patria o Muerte.è lo splendido murale di Jorit dedicato a Che Guevara, inaugurato nel settembre del 2018 a San Teduccio, quartiere della periferia orientale di Napoli. Il 9 marzo a posare per la foto di turno davanti al murale la figlia del Che. Ne ha dato notizia lo stesso street artist tramite il suo account Instagram con tanto di foto : “Un’emozione indescrivibile, a Taverna del Ferro (rione di Napoli a San Giovanni a Teduccio n.d.r.) Aleida Guevara, figlia del Che”. Aleida è stata ospite del Comitato di lotta per il lavoro ”Taverna del ferro’ e da quanto riportano i mezzi d’informazione locale, si è dimostrata disponibile e solidale con tutti.
https://www.instagram.com/p/Buy4zBigUef/
Da alcuni anni, la città partenopea è un punto di riferimento per la street art del nostro paese. Proprio a Napoli esiste l’unico murale di Banksy in Italia. La visita della figlia di Che Guevara ha dato nuova linfa al progetto di chi, come jorit, vuole dimostrare il bello di Napoli – da sempre cuore pulsante della cultura del nostro paese- e dare voce alla lotta delle persone perbene dei suoi quartieri più problematici. Da San Gennaro a Pasolini, Joirit è uno degli street artist che negli ultimi tempi sta davvero cambiando il profilo della periferia napoletana.
C’è chi ha giudicato Che Gevara o Pasolini dei murales ‘scontati’ che non aggiungono nulla di nuovo al contesto urbano che li accoglie. Si tratta di una lettura superficiale di due opere che sono in realtà legate da un filo sottile alle altre dello stesso artista e che hanno come comun denominatore quello di appartenere alla ‘Human Tribe’ ossia la tribù di quelle persone – famose ma anche quasi sconosciute – che hanno dimostrato nella vita di ‘essere umani ‘, di non fermarsi a uno sterile ed egoistico individualismo dedicando la propria vita al raggiungimento di un fine comune.
Possiamo farci cullare da una società che sceglie perfino i bisogni che abbiamo, oppure no. Come ha scritto lo stesso artista sui suoi canali social:
… oppure si puo’ ricordare come un essere umano, un vagabondo e un viaggiatore come noi, abbia trovato risposta del senso della vita nel lottare per la liberta’; dall’ oppressione della logica riproduzione del profitto delle multinazionali e dalla brutalita’ dell’imperialismo, nella lotta per il riconoscimento che ogni umano deve nascere con gli stessi diritti e le stesse possibilità’, lottare per gli altri e capire che questo significa lottare per se stessi. Ernesto non e’ un immagine su una maglietta ma un uomo. Non possedeva nulla nel mondo materiale ma e’ stato ricchissimo dentro. Un uomo che ha dato tutto; eroico ,disciplinato, determinato e impavido dinanzi alla morte consapevole di non resuscitare ma di vivere nel cuore e nelle mani di chi grazie al suo esempio continua la lotta per una nuova alba per la rivoluzione che verra’, “patria o morte” ovvero io vivo per gli altri, io vivo in e per loro e se la rivoluzione tarda ad arrivare allora meglio morire da eroe e diventare eterno.
Del resto il dialogo del murale di Pasolini con quello di Angela Davis a Scampia suggerisce un parallelismo tra le periferie del mondo che non risulta poi così scontato. Quella che conta, al di là delle singole vicende umane, politiche e sociali della ‘Human Tribe’ di Jorit, è il messaggio positivo proveniente da quelle persone che hanno lottato e ‘ce l’hanno fatta’.
Secondo voi un giovane di Scampia, passeggiando nel suo quartiere ha bisogno di incrociare lo sguardo magnetico di Pasolini o un grazioso murale decorato con tanti fiorellini colorati?