Peterloo, il nuovo film scritto e diretto da Mike Leigh, dal 21 marzo al cinema. Un sontuoso e complesso affresco storico
16 agosto 1819, un raduno presso St Peter’s Fields a Manchester si trasforma in uno degli episodi più sanguinosi della storia britannica. Una folla di oltre 60.000 persone radunate per richiedere riforme politiche e per protestare contro i crescenti livelli di povertà viene attaccata dalle forze dell’ordine. Alcuni gruppi erano formati solo da donne, vestite di bianco, molti sventolavano bandiere con slogan che facevano riferimento al Parlamento e alla riforma elettorale, al suffragio universale e all’eguaglianza di rappresentazione. In tutto il paese montava un risentimento dovuto al fatto che solo il 2% della popolazione avesse diritto al voto, gravava inoltre l’enorme frustrazione per le Corn Laws, le inique leggi sui cereali che per proteggevano i ricchi proprietari terrieri. La Rivoluzione Industriale era già in corso e i proprietari delle fabbriche del Lancashire erano in lotta con i loro operai, entrati in sciopero per le paghe e le condizioni di lavoro.
Si discuteva se questa grande assemblea pubblica prevista per il 16 agosto fosse legale o nemo. I giudici, al contrario del Ministero dell’Interno, la consideravano illegale ed erano intenzionati a vietarla. Così, in un’atmosfera di crescente paura e paranoia, mentre le persone pianificavano una dimostrazione pacifica, le autorità si preparavano ad affrontare una rivolta. Diversi manifestanti furono uccisi e centinaia feriti.
I fatti di Peterloo rappresentano un momento cruciale per la storia e la democrazia britannica.
Mike Leigh (Il segreto di Vera Drake, Turner) commemora i sanguinosi avvenimenti di Peterloo con il film più costoso e ambizioso della sua carriera, escluso – a sorpresa da Cannes («Non è un film da red carpet, non ci sono star, ma sinceramente non mi interessa», ha dichiarato in proposito il regista) – ma poi presentato in concorso a Venezia 75.
Il massacro di Peterloo, che deve il suo nome come “omaggio” alla battaglia di Waterloo, rimane un argomento controverso negli ambienti politici britannici e anche per gli storici presenta diversi aspetti critici. Leigh arriva giusto in tempo per commemorarne il 200° anniversario e, sorprendentemente, è il primo a portare su grande schermo questi eventi epocali. Nobili intenti e attenzione maniacale per dettagli e ricostruzione storica, cast magistrale (Rory Kinnear, Maxine Peake, Philip Jackson) e accoglienza controversa da parte della critica, che ha visto nel film un tentativo poco riuscito di far chiarezza su un brano di storia ancora controverso. «Dopo 200 anni, i fantasmi inquieti di St. Peter’s Field meritano un film commemorativo migliore di questo», così Stephen Dalton delle colonne dell’Hollywood Reporter, che accusa il regista di aver ridotto eventi complessi in un semplice scontro monocromatico tra bene e male.
Di tutt’altro parare invece Peter Bradshaw del The Guardian, che lo promuove a pieni voti: «Con questo film, estremamente intelligente e appassionato, Mike Leigh ha combattuto una brillante azione di retroguardia sul campo di battaglia politico della storia».
Ci sono grandi momenti di eloquente teatralità in Peterloo, in particolare nelle scene con i dibattiti della Camera dei Comuni e della Camera dei Lord, ma il film ha un carattere austero, quasi cupo. Come per Turner, il direttore della fotografia Dick Pope (sodale di Leigh, la loro collaborazione è iniziata nel 1990 con Dolce è la vita e non si è mai interrotta) mette in scena una serie di interni del XIX secolo che sembrano veri e propri tableau vivant usciti da un catalogo Old Masters (tagli e composizioni delle inquadrature rimandano all’opera di Gainsborough, Chardin, Reynolds e Vermeer, per esempio): luci tremolanti, calde e fioche da lume di candela, e ambienti immersi tra penombre e luci naturali accolgono questo affresco corale, complesso e sontuoso.