Esce in sala “Be Kind – Un viaggio gentile all’interno della diversità”: un racconto che parla di limiti superati, di speranza, di sperimentazioni, di gentilezza e di felicità possibile per tutti
«Essere diversi è come un elefante con la proboscide corta: una rarità». Lo dice Nino, un bambino di dodici anni a cui è stato diagnosticato a due anni e mezzo un autismo infantile severo, ma non grave. Dopo aver smesso di parlare e di guardare sua madre negli occhi, il suo isolamento interiore minacciava ogni giorno di più l’interazione con gli altri, con il mondo. Oggi, Nino è il protagonista di un film che riguarda non solo coloro con cui condivide la sua particolarità, ma tutti quelli che, in un modo o nell’altro, sono diversi. Diversi perché emarginati, diversi perché parte di una minoranza, diversi per il loro orientamento sessuale, diversi perché di un’altra etnia, religione, cultura rispetto a quella del Paese in cui vivono.
Cosa sapete di autismo e Asperger? Poco, e quello che sapete probabilmente è sbagliato. Grande e piccolo schermo da un po’ provano a raccontarcelo, in tanti modi diversi: da Adam, commedia romantica con Hugh Dancy e Rose Byrne, a Life, Animated, documentario di Roger Ross Williams premiato al Sundance Film Festival, passando poi anche al serial TV, con Atypical (da non perdere!), targato Netflix. Ora arriva nelle sale italiane, a partire dal 20 marzo in anteprima presso il Cinema delle Provincie di Roma, anche il film “Be Kind – Un viaggio gentile all’interno della diversità”, autoprodotto e diretto dall’attrice e regista Sabrina Paravicini e da suo figlio Nino Monteleone.
Recentemente premiato con una menzione speciale per il cinema sociale ai Nastri D’Argento Documentari 2019, Be Kind è stato proiettato in concorso alla 64esima edizione del Taormina Film Fest, dove ha ottenuto una menzione speciale della giuria “Per lo straordinario impegno e talento nel dare una dimensione di dignità e comprensione ovvero amore a chi è diverso”, per poi passare anche alla Festa di Roma 2018 per scuole e stampa.
Un progetto familiare (qui il sito ufficiale del film), nato dal desiderio di Sabrina Paravicini di fare un regalo al proprio figlio, nel corso dei mesi di lavorazione si è trasformato in un vero e proprio film e racconta il viaggio da piccolo regista di una persona diversa all’interno della diversità, intesa non come differenza, ma come ricchezza nella varietà. Sabrina accompagna il figlio in un percorso fisico ma soprattutto emotivo, dove ogni tappa rappresenta un incontro con persone che raccontano le esperienze attraverso la condivisione delle loro storie. Nino diventa quindi un Virgilio che insegna come la gentilezza sia il solo modo per entrare davvero in contatto con gli altri. La presenza dello scrittore Roberto Saviano, con cui Nino conversa sul tema della felicità secondo la teoria di Epicuro, dell’attore Fortunato Cerlino che aiuta un giovane attore nello spettro autistico a prepara le scena madre di Robert De Niro in Taxi Driver e dell’astronauta Samantha Cristoforetti che racconta a Nino il valore della diversità, si alterneno a tanti incontri, tante vicende che compongono un grande racconto a lieto fine: un racconto che parla di limiti superati, di speranza, di sperimentazioni, di gentilezza e di felicità possibile per tutti.
Nino è co-regista di Be Kind, e a oggi è il più giovane regista italiano iscritto ufficialmente alla SIAE. Il suo sogno è di incontrare il regista Tim Burton e regalargli il suo piccolo romanzo, e come tanti sogni, forse, potrebbe avverarsi prima del previsto.
Il 2 aprile esce, edito da Rizzoli, il romanzo “Io ragiono con il cuore”, dove Sabrina Paravicini racconta la storia della malattia del figlio, che comincia nella disperazione più buia ma ha un finale luminoso e pieno di vita. Racconta il periodo precedente la scoperta della malattia, quando Sabrina, da un giorno all’altro, cancella provini e impegni per dedicare tutte le proprie energie al piccolo Nino.
Da qui intraprende con lui un faticoso cammino fatto di visite neuropsichiatriche, interminabili soste in sala d’attesa, battaglie con la burocrazia, terapie sbagliate da abbandonare. È così che, piano piano, si compie il miracolo: Nino sviluppa una sensibilità sorprendente e un suo modo dolce e acuto di comunicare e di osservare la realtà.