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La Stanza di Filippo de Pisis. Una mostra del FAI a Villa Necchi Campiglio, Milano

Filippo de Pisis. Natura morta con papagallo,1942 Filippo de Pisis. Natura morta con papagallo,1942
Filippo de Pisis. Natura morta con papagallo,1942
Filippo de Pisis. Natura morta con papagallo,1942

Il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta a Villa Necchi Campiglio la mostra “La stanza di Filippo de Pisis. Luigi Vittorio Fossati Bellani e la sua collezione”, dal 3 aprile al 15 settembre, a cura di Paolo Campiglio e Roberto Dulio.

La mostra riunisce per la prima volta la collezione di opere, alcune mai esposte al pubblico, cheLuigi Vittorio Fossati Bellani aveva raccolto e allestito nella sua casa di Roma. L’esposizione è un omaggio al collezionista e alla sua passione per l’opera di Filippo de Pisis, che amava affiancare alle raffinate tele di Savinio, Rosai e de Witt.

L’allestimento, riflesso delle intenzioni e del gusto del collezionista, ha portato alla realizzazione di una sorta di Wunderkammer depisisiana che racchiude ventidue dipinti realizzati tra 1916 e 1943: sedici di Filippo de Pisis, tre di Antonio Antony de Witt, uno di Ottone Rosai e due di Alberto Savinio, che in origine erano tutti esposti nella stessa stanza. Tra le opere di de Pisis esposte il celebre Bacchino (1928), da anni dato per disperso, che compare sul manifesto della mostra, e per la prima volta il San Sebastiano (1930), l’antesignano di una lunga serie di opere dedicate al soggetto. Spicca inoltre la rara serie di dipinti creati dal pittore nella primavera del 1935 a Londra, dove si era recato per un soggiorno di qualche mese, in gran parte acquisiti da Vittorio al ritorno dell’artista a Parigi. Un altro nucleo di opere pittoriche riguarda, infine, le tele realizzate dall’artista in casa dell’amico a Roma nei primi anni Quaranta, frutto di un sodalizio raro e di una complice amicizia.

Filippo de Pisis. Il bacchino, 1928
Filippo de Pisis. Il bacchino, 1928

 

Alberto Savino. Vedova allegra, Penelope, 1940
Alberto Savino. Vedova allegra, Penelope, 1940

Grazie ai materiali d’archivio, alla campagna fotografica di documentazione dell’appartamento realizzata negli anni sessanta, prima della dispersione della collezione, e all’attenta e paziente ricerca delle opere disperse, è oggi possibile apprezzare i dipinti e i disegni nel dispiegarsi della loro collocazione originaria: l’impressione è quella di entrare per la prima volta nella stanza di de Pisis, ricreata come un volume chiuso, in cui le gigantografie delle immagini storiche rievocano l’atmosfera originale

L’esposizione si inserisce nel programma di approfondimento storico e artistico che il FAI ha intrapreso dal 2012: mostre di rigoroso approccio scientifico che hanno l’intento di studiare e valorizzare l’attività di pittori e scultori già presenti a Villa Necchi con una o più opere, partendo da queste per elaborare nuovi percorsi di approfondimento, sempre nel solco dello “spirito del luogo”. Dopo Alfredo Ravasco, Arturo Martini e Timo Bortolotti l’attenzione è ora posta su Filippo de Pisis, di cui sono esposte permanentemente in villa sei opere: La tinca (1928), La scarpetta rossa (1930), Tre ostriche sull’impiantito (1932), Natura morta con lepre (1942) – donate da Claudia Gian Ferrari – un acquarello, Fiori (1947) appartenuto a Nedda Necchi e Ritratto di giovane (1929) da una donazione privata.

 

LA STANZA DI FILIPPO DE PISIS. LUIGI VITTORIO FOSSATI BELLANI E LA SUA COLLEZIONE
Filippo de Pisis, Antonio Antony de Witt, Ottone Rosai, Alberto Savinio
da mercoledì 3 aprile a domenica 15 settembre 2019
Orari: da mercoledì a domenica dalle ore 10 alle 18
Ingresso con visita alla villa: Intero: € 13; Studenti: € 7; Ridotto (Ragazzi 5-18 anni): € 4; Iscritti FAI: € 4

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