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Il CASVA di Milano, un prezioso luogo di cooperazione e condivisione libera del sapere

Jonathan De Pas, Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi Jonathan De Pas, Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi
Jonathan De Pas, Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi

Un acronimo (ma non solo) sconosciuto ai più, milanesi o meno. Il CASVA, Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, di Milano è una delle tante realtà di studio e ricerca (nascoste) nel panorama meneghino. Nato nel 1999 (anche se la definitiva attivazione risale al 2002) ha trovato sede (e spazio) all’interno del Castello Sforzesco, dove cela e rivela i suoi preziosi archivi. Generalmente è conosciuto come “archivio degli archivi degli architetti” che hanno lavorato principalmente nell’area lombarda. Questo taglio scientifico gli ha permesso di ergersi a centro di studi su architettura, design, urbanistica e grafica, andando così a mettere in luce quei particolari fenomeni culturali che hanno costellato la storia dagli inizi del Novecento in poi. L’intento del CASVA è quello di conservare i documenti donati dagli architetti al centro di studi, per trasmetterli ai successori nel miglior modo possibile, rendendo l’accesso libero a studiosi specialisti ed anche a coloro che alimentano il puro interesse per queste arti.

Il materiale archivistico è attualmente suddiviso in più depositi, ritagliati nei luoghi dismessi dello Sforzesco, rendendo più difficoltosa la fruizione totale di questo spazio. Normalmente è necessario prenotarsi con almeno un giorno di anticipo per poter accedere alle sale, dove spesso vi è una mancanza di supporto adeguato allo studio. È importante comprendere la ricchezza di questi luoghi che custodiscono un grandissimo patrimonio donato dai singoli architetti – o da chi detiene i diritti del loro lavoro-, che si sta ampliando anche grazie al passa-parola dei privati meneghini. Chiunque possedesse  ggetti, arredi o progetti di uno dei 10 professionisti presenti in archivio può partecipare all’ampliamento del centro. Ed è forse proprio questo aspetto a rappresentare l’asso nella manica di questo istituto: essere un luogo dove cooperazione e condivisione libera del sapere sono alla base della sua nascita.

Piazza Fontana
Piazza Fontana

Per agevolare e migliorare l’affluenza di visitatori, il Comune di Milano ha definitivamente approvato la nuova sede del CASVA, che dalla primavera 2021 sorgerà nel quartiere QT8 al posto dell’ex mercato coperto comunale. La realizzazione di questo spazio permetterà al centro studi di essere un vero istituto raggruppando sotto lo stesso tetto archivi, uffici, sale espositive e di ricerca. Non bisogna però perdere l’opportunità di frequentare gli attuali spazi concessi dallo Sforzesco, che per essere raggiunti danno la possibilità ai visitatori curiosi di notare l’innumerevole quantità di opere custodite nelle vetrine dei magazzini circostanti. Se ad esempio si avesse bisogno di consultare l’archivio Gnecchi-Ruscone, lo studioso accorto non può certo tralasciare il calco di gesso della Pietà di Michelangelo presente qualche metro prima della porta d’ingresso. È questo forse uno degli aspetti tanto positivi quanto dannosi dell’occupare spazi dismessi, ritagliati in grandi luoghi che trasudano storia e bellezza.

Entrando un po’ più nel particolare, ciò che si può trovare in questi depositi spazia dalle carte -come progetti, schizzi e disegni tecnici- ai modelli e prototipi realizzati dagli architetti in archivio. Si avrà quindi modo di vedere il modellino in gesso della mitica poltrona Joe realizzata dai designer de Pas, d’Urbino e Lomazzi e prodotta nel 1970, oppure la meravigliosa Jessica ideata sempre dallo stesso studio. L’artista di cui si detiene più materiale è Vittorio Gregotti, di cui sono dichiarati quarantamila pezzi che rendono così piuttosto impegnativa la sua gestione. L’unica parte mancante nel patrimonio di questo personaggio, noto per essere l’ideatore dell’Università Bicocca di Milano, riguarda i pezzi di design (o prototipi), che come spesso succede vengono trattenuti dalle aziende che si occupano della loro produzione.

Si evidenzia ancora una volta il libero accesso a tutti coloro che decidono di ampliare le loro conoscenze per studio o diletto. È curioso notare come alcuni spazi della città di Milano siano stati inizialmente pensati e poi successivamente realizzati con forme e criteri totalmente differenti. Sottolineiamo la totale disponibilità da parte del personale del centro studi nell’affiancare e sostenere le ricerche di tutti coloro che decidano di frequentare questi spazi. Quando si mettono a disposizione della comunità intera occasioni formative di questa portata, meglio non lasciarsele sfuggire.

Casva-poltrona Joe

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