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Klimt, Gauguin, van Gogh (e moltissimi altri). Quando il Giapponismo si abbatté sull’Europa, a Palazzo Roverella

giapponismo Achille Laugé, Rami di melo in fiore, c.c. 1905-1910, olio su tela, Parigi, collezione privata
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Achille Laugé, Rami di melo in fiore, c.c. 1905-1910, olio su tela, Parigi, collezione privata

Il fascino giapponese svelato nella mostra Giapponismo. Venti d’Oriente nell’arte europea 1860-1915 in programma a Palazzo Rovella, Rovigo, dal 28 settembre 2019 al 26 gennaio 2020. Il percorso espositivo curato da Francesco Parisi intende mappare, in modo del tutto inedito, le tendenze giapponiste dell’Europa tra Ottocento e Novecento.

Palazzo Roverella (Rovigo). Dopo il successo della mostra Arte e Magia. Il fascino dell’esoterismo in Europa, e la mostra Giostre che è attualmente in corso (fino al 30 giugno 2019), ospiterà in autunno una mostra tutta dedicata al fascino del Giappone, così misterioso ed espressivo da aver influenzato per più di cinquant’anni l’arte europea. Giapponismo, infatti, è il termine che indica l’influenza che l’arte giapponese ha avuto sull’Occidente. Una forza travolgente che ha spinto il Vecchio Continente verso nuove e più essenziali regole compositive, caratterizzate da maggiore sintesi e da colori splendenti. A partire dal 1860 è esplosa la moda giapponista dalla Germania all’Olanda, al Belgio, dalla Francia all’Austria, alla Boemia fino all’Italia. Grazie alle esposizioni universali e alle grandi fiere (come quella di Londra del 1862 o di Parigi del 1867) cominciarono a diffondersi ceramiche, stampe ed arredi che avrebbero influenzato per sempre artisti come Paul Gauguin e la corrente dei Nabis, Van Gogh, Toulouse Lautrec, Klimt, Albert Moore, Giuseppe de Nittis, Giacomo Balla e molti altri.

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Emil Orlik, l’incisore su legno, 1901. Galleria dell’Incisione, Brescia

La mostra si suddivide in 4 ampie sezioni in cui si alternano opere originali giapponesi e opere che evidenziano la forte influenza subita da queste. Non solo pittura e grafica, ma anche architettura, arti applicate, illustrazione, manifesti e arredi. Quattro sezioni, quante furono le Grandi Esposizioni Universali che hanno contribuito a diffondere, grazie alla presenza dei padiglioni giapponesi, la magia e il mistero dell’arte giapponese. Considerata come il migliore esempio di arte decorativa si insinuò nei movimenti artistici europei che in quel periodo prestavano molto attenzione al decorativismo come Arts & Crafts (Gran Bretagna), la Secessione Viennese (Austria) , l’Art Nouveau (Francia) e il Liberty (Italia).

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Giuseppe De Nittis, Eruzione del Vesuvio, 1872, olio su tela, collezione privata,Napoli

Informazioni utili

GIAPPONISMO. Venti d’oriente nell’arte europea. 1860-1915

28 settembre 2019- 26 gennaio 2020

Rovigo, Palazzo Roverella – Via Laurenti 8/10

sito: www.palazzoroverella.com

Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, raccoglierà i saggi del curatore Francesco Parisi, Giovanni Fanelli, Gilles Genty, Ian Milman, Jean-David Jumeau-Lafond, Fabio Mangone, Mario Finazzi etc.

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