Tutte le immagini del nuovo allestimento delle 10 sale dell’ala sud di Palazzo Barberini. Un percorso espositivo cronologico/geografico volutamente ‘minimale’ con un unico registro, rotazione delle opere in alcune sale ogni sei mesi, opere che ‘parlano’ individualmente al visitatore attraverso schede ragionate e apertura verso la città. Ed è solo l’inizio.
Arioso, luminoso, accogliente. Il nuovo allestimento dell’ala sud di Palazzo Barberini si presenta al pubblico dal 12 aprile. Un progetto di ripensamento del museo molto importante portato avanti negli ultimi anni dalla direttrice Flaminia Gennari Sartori con la curatela di Maurizia Cicconi e Michele Di Monte.
Riassumiamo per grandi linee le novità principali illustrate dalla direttrice Sartori. Prossimamente invece, ArtsLife vi introdurrà alla scoperta del nuovo allestimento sala per sala, grazie alla preziosa guida della curatrice Maurizia Cecconi. Per ora ecco le prime immagini e i punti salienti del progetto allestitivo.
Innanzitutto dobbiamo chiarire che , dopo la mostra Eco e Narciso terminata nell’ottobre 2018, le 10 sale dell’ala sud (restituite dieci tre anni fa dal Ministero della Difesa che la aveva in gestione da più di 80 anni) – con i loro 750 mq di nuovo spazio espositivo – diventano definitivamente parte integrante del nuovo percorso museale.
Si potranno vedere le opere che vanno dal Seicento napoletano alla collezione settecentesca, con i ritratti, le vedute, i pittori del Grand tour e i dipinti della donazione Lemme.
Nel percorso si entra dalla scala del Bernini e si esce da quella del Borromini. Canaletto, Bellotto, Ribera, Pompeo Batoni, Cavallino,Cagnacci, Mattia Preti sono i primi nomi che ci vengono in mente ai quali se ne aggiungono altri altrettanto prestigiosi.
Ci sarà spazio anche per un busto del Bernini dedicato a Clemente X che precedentemente quasi si ‘perdeva’ nella sala dedicata ai gessi.
Uno dei punti fondamentali del nuovo percorso espositivo è l’eliminazione dei due registri (in sostanza i dipinti si trovano tutti su un’unica altezza) e un allestimento volutamente ‘minimale‘ che permetta al visitatore un approccio il più possibile approfondito con la singola opera.
Parte integrante del progetto infatti è anche il nuovo apparato didascalico ragionato. Per ogni opera più che una didascalia, il visitatore troverà un piccolo ‘racconto’, una scheda ragionata che ne ricostruirà il contesto fornendo al visitatore le informazioni necessarie per una esperienza di visita il più possibile consapevole. Le schede ragionate non sono un elenco di nozioni noiose , utilizzano una narrazione accattivante e mirata.
Come ha spiegato la direttrice Sartori:
“Le didascalie ragionate sono un aspetto centrale di questa idea di allestimento. Le opere parlano e parlano una per una. Non parlano necessariamente nel contesto ma parlano individualmente. Dialogano con le altre opere della sala ma parlano soprattutto individualmente. Credo sia il nostro lavoro di equipe più importante. Questo implica un intreccio tra apparati permanenti e mobili completamente diverso per cui abbiamo ripensato tutto il sistema di allarme e tutto il sistema di didascalie ragionate. L’altra cosa che mi premeva moltissimo era di stabilire – proprio per rafforzare il rapporto con l’architettura del palazzo – il rapporto tra interno ed esterno, quindi limitare quanto più possibile le tende che scendono ma inserire le pellicole a protezione delle finestre con delle tende che si possono tendenzialmente aprire. Quindi un luogo che è contenitore ma che è anche un palazzo che sta nella città. Il guardare alla città era un elemento fondamentale del luogo di collocazione di questo palazzo. L’altro aspetto che abbiamo ssviluppato con i curatori è anche quello di inserire opere di scultura e opere tridimensionali”
Nell’ambito di un percorso cronologico e geografico sono state individuate delle aree tematiche e un filo conduttore lega la seconda parte del Seicento al Settecento attraverso dei temi guida evidenziati nelle didascalie.
Molto spazio è stato riservato alla ritrattistica e alla scena internazionale della Roma del Settecento. In alcune sale ci saranno delle opere che ruoteranno ogni sei mesi. Per questo la Sartori ha parlato di un museo ‘mobile’.
Quasi tutte le opere esposte (in particolare le preziose cornici) sono state oggetto della revisione del laboratorio di restauro di Palazzo Barberini.
Alcune opere che non hanno trovato posto nel nuovo allestimento, insieme ad altre provenienti dai depositi, saranno allestite nelle sale del museo laboratorio usato da studenti universitari , docenti e studenti delle scuole per fare storia dell’arte al museo.
E tutto questo è solo l’inizio. Il prossimo autunno sarà il turno dei pittori caravaggeschi.
Come ha spiegato la direttrice:
“Questo è un primo passo di quello che poi si vedrà nel museo. Questo è il museo che sarà. In questo tipo di lavoro si intreccia anche con un ragionamento molto approfondito che stiamo facendo tutti insieme sugli spazi di servizio ai visitatori: avremo una nuova biglietteria, un nuovo bookshop, un nuovo spazio mostre e se riusciremo una caffetteria”.
Informazioni
Biglietto Barberini Corsini: Intero 12 euro – Ridotto 2 euro (per i giovani dai 18 ai 25 anni) . Il biglietto è valido dal momento della timbratura in entrambe le sedi del Museo: Palazzo Barberini e Galleria Corsini.
Orari: martedì/domenica dalle 8,30 alle 19.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Info: www.barberinicorsini.org
Molte le iniziative collaterali previste: visite animate per bambini di 5-12 anni e famiglie e il progetto sperimentale di slow art per vivere l’arte con lentezza e contemplazione. Per tutte le informazioni al riguardo: didattica@barberinicorsini.org