“I noticed how everybody, men and women, were dressing quite loud. It was clear to me that I wanted to show something fashion-related and not some personal project”.
E’ immergendosi nella realtà napoletana che Juergen Teller, figura iconica della fotografia contemporanea, decide di mettere in scena una narrazione fotografica ad hoc per la città, facendo della borsa il fil rouge tra le più di 600 opere esposte. La casa della fotografia nella neoclassica Villa Pignatelli lo scorso 13 aprile ha aperto le porte a “Handbags”, mostra visibile fino al 19 maggio, a cura di Mario Codognato e Adriana Rispoli, che indaga l’oggetto quotidiano, la borsa, con una vasta ecletticità stilistica.
Classe 1964: nella sua trentennale carriera, il fotografo tedesco ha immortalato i volti dello star system immergendoli in situazioni intime o usuali, dando carattere a quella “banalità del reale” che nei suoi scatti anticonvenzionali assume una nuova dignità. Superando le storiche immagini glamour e patinate, l’estetica fotografica di Teller, da lui stesso definita “diretta, romantica e brutale allo stesso tempo”, ci proietta in scenari ordinari, possibili, ma mai noiosi. “It doesn’t satisfy me to just photgraph things – that’s boring. Everything I do is like a self – portrait”. L’autoritratto dell’artista non solo figura accanto ai volti di Sofia Coppola, Kate Moss, Tilda Swinton, Gisele Bundchen, Winona Rider, e altri, ma anche nell’impostazione dell’immagine. L’atmosfera è ludica, fresca, spontanea, accattivante. Teller ha uno sguardo così caleidoscopico sul mondo che, nonostante la serialità del tema, riesce a non stancare.
Sulle orme del re della fotografia a colori, William Eggleston, e muovendosi su una poetica condivisa con Nan Goldin, le fotografie di Teller svelano una rapidità tipica dei tempi dei social e una trasgressione che viola i codici stilistici ordinari. Le scene, seppur sapientemente composte e architettate dal burattinaio delle luci e delle pose, sembrano proporsi in una ironica e irriverente casualità.
Allo stesso modo l’esposizione presenta le immagini nel formato dei “tear sheet”. Prove di stampa dell’ultimo libro dell’artista impaginate su fogli A4, prive di cornici o supporti, sono accostate e addensate sulle pareti. Le sequenze restituiscono la sensazione di poter tracciare molteplici percorsi sulla vita del fotografo in base alle attrazioni dell’occhio del singolo, come se a Teller, che ottenne il successo accompagnando i Nirvana nel tour Nevermind, non interessi restituire un’univoca narrazione di sé. “Nevermind!”.