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Il classicismo filatelico di Corrado Mezzana

Bozzetto leonardesco di Corrado Mezzana Bozzetto leonardesco di Corrado Mezzana
Bozzetto leonardesco di Corrado Mezzana
Bozzetto leonardesco di Corrado Mezzana

Il classicismo filatelico di Corrado Mezzana in asta il 1° maggio da Warwick&Warwick

Secondo Federico Zeri, lo storico dell’arte che ne ha scritto nel saggio “I francobolli italiani Grafica e ideologia dalle origini al 1948, “l’aspetto più valido” di Corrado Mezzana (1890-1952), guarda caso figlio di un funzionario delle Poste, Giovanni, “va riconosciuto nei bozzetti per i francobolli, dove la complessità culturale e compositiva, unita alla carica simbolico- allegorica, si risolve in una chiara, perfetta leggibilità, nonostante la minuta cura dei particolari, e a dispetto della stampa rotocalcografica, sulla quale incombe costante il rischio del risultato confuso, torbido”.

La serie virgiliana, del 1930 che segna il debutto tra i dentelli di Mezzana “è un esempio perfetto di classicismo filatelico; i soggetti tratti dall’ Eneide, dalle Georgiche e dalle Bucoliche, sono interpretati secondo una forma che fonde richiami talora scoperti a modelli antichi, a ricordi rinascimentali, manieristici e neoclassici; né vi mancano spunti e soluzioni che presuppongono le tecniche e le formule fotografiche e cinematografiche. Così, accanto all’immagine di Tellus, ripresa dall’Ara Pacis (30 centesimi) è invece un’eco botticelliana che si legge nella figura ultima di destra nel valore da 50 centesimi. Altrove (25 centesimi) la composizione a quinta richiama modelli tra manierismo cinquecentesco e classicismo barocco, mentre la scena della partenza di Enea da Butroto, raffigurata nel primo pezzo della serie (15 centesimi) viene condotta secondo parametri che sono quelli della fotocinematografia. Non per nulla il Mezzana, tra il 1919 e il 1922, era stato scenografco presso la Trespi Film”.

Questa formula, ammette Zeri, “rispondeva perfettamente alle esigenze del regime intorno al 1930, quasi dieci anni dopo la presa del potere, quando gli accenti (o le velleità) rivoluzionarie del fascismo si erano spente, in un sempre più scoperto ritorno all’ordine sociale, culturale e soprattutto religioso: le origini anarchiche e socialiste di Mussolini erano un fatto ormai lontano e dimenticato”.

Finora, tuttavia, collezionisti, storici dell’arte e scrittori avevano giudicato l’opera di Corrado Mezzana attraverso i francobolli messi regolarmente in distribuzione. E, in casi eccezionali, attraverso i bozzetti definitivi conservati nei Musei postali d’Italia, San Marino e Vaticano, paesi per i quali l’artista romano ha lavorato. E su pochi schizzi e disegni preparatori, indispensabili per leggere compiutamente l’opera definitiva. Questo semplicemente perché questi materiali erano stati comprati in blocco dalla famiglia di Edgar Erskine Hume jr (1922-1975), residente a Frankfort nel Kentucky, Stati Uniti. Da dove probabilmente provengono, ma si tratta di supposizione, i lotti che Warwick&Warwick (bids@warwickandwarwick.com o www.warwickandwarwick.com) si appresta a disperdere l’1 maggio. A prezzi, tutto sommato, abbordabili tali da invogliare perfino i musei filatelici nostrani i quali, c’è da starne certi, faranno orecchie da mercante. L’importanza dei vari lotti proposti dalla casa d’aste inglese sta nel suo insieme, che andrebbe preservato. Invece andrà spacchettato.

Studio preparatorio per quello che poi è stato il valore da L. 5 + 1.50 e due francobolli “saggio”
Studio preparatorio per quello che poi è stato il valore da L. 5 + 1.50 e due francobolli “saggio”

La vendita apre, per quel che riguarda i materiali di Corrado Mezzana, con il lotto T 447, con un album nel quale sono contenuti saggi e schizzi della serie Virgilio del 1930. Compreso un bozzetto a matita del 15 centesimi ma anche per quello da 5 lire con sopraprezzo di 1,50 lire destinato al restauro dei monumenti virgiliani. Delle tante scritte adottate, l’elaborato comprende la soladicitura, collocata nella fascia inferiore,  Hic focus et taedae pingues, hic plurimus ignis, Qui il focolare le fiaccole resinose, qui la vivida fiamma (Bucoliche VII, 44). Stima dell’insieme, che comprende anche francobolli soprastampati “saggio” o specimen”: 500 sterline.

Non manca, nell’anno leonardesco, un preciso richiamo al grande artista: il costoso (per l’epoca) 100 lire di posta aerea “pro società nazionale Dante Alighieri” che, rispetto al disegno adottato presente della varianti grafiche nelle scritte, forse un tentativo di alleggerire, anche se con scarsi risultati. Al centro campeggia, in un piccolo tondo, il profilo di Leonardo e un particolare della macchina volante tra piccole ali. Qui la valutazione è di 150 sterline. Con sole 50 sterline si può concorrere all’acquisto di un interessante bozzetto non adottato per alcuni valori di posta area della stessa serie, che Mezzana aveva impostato sul medesimo stesso stile del 100 lire e un ipotetico valore nominale da 20 lire. Identica l’immagine, racchiusa entro un capitello e un cartiglio con la medesima scritta. Fu preferita un’immagine più lineare con Leonardo visto di faccia racchiuso in rettangolo con l’intera macchina volante e le scritte collocate all’interno dell’immagine. Modifiche che hanno finito col rendere poco mezzaniano il dentello.

Bozzetto leonardesco di Corrado Mezzana
Bozzetto leonardesco di Corrado Mezzana
Bozzetto leonardesco di Corrado Mezzana
Bozzetto leonardesco di Corrado Mezzana
Francobollo leonardesco
Francobollo leonardesco

L’importante saggio di Federico Zeri, che ha avuto più edizioni, si ferma al 1948. Di conseguenza non prende in considerazione un’altra importante emissioni firmata da Corrado Mezzana. Ossia la serie d’uso corrente, soprannominata Regioni o Italia al lavoro (con questo motto Mezzana aveva presentato alcuni elaborati al concorso appositamente indetto nel 1945). Una rappresentazione dell’Italia, da poco uscita dalla Grande guerra, fondamentalmente rurale e artigianale. Medievale, anzi, come la bollò l’esperto Enzo Diena, suggerendo di trasformare il nome da Italia al lavoro in Italia artigianale. Di parere diverso G. Gianni delle Lance, che giudicò l’emissione “rispondente organicamente al suo scopo”. Aggiungendo subito dopo che comunque l’attributo conferitole “pecca per eccesso e andrebbe rettificato, completandolo di un aggettivo, in quanto in essa si tratta esclusivamente del lavoro ‘manuale’: mentre l’Italia del lavoro scientifico, letterario, delle arti, della tecnica eccetera intellettuale, insomma, non vi trova posto”. Decisamente lusinghiero L’Officiel de la Philatelie” il quale arrivava al punto di citare “la serie come esempio al ministero delle Poste francese per consigliarlo di emettere una serie che, come la nostra, abbia un soggetto differente per valore”. A sua volta lo studioso Andrea Malvestio considerò l’emissione “una delle più suggestive e omogenee d’Italia” pur rilevando che presentava alcuni difetti sul piano postale. “Innanzitutto il grande formato, abbastanza scomodo dovendo comporre altre affrancature. E poi il numero chiuso dei francobolli che impediva l’emissione di valori complementari”.

Un francobollo mai nato con il telaio e la Basilica di Collemaggio de L’Aquila.
Un francobollo mai nato con il telaio e la Basilica di Collemaggio de L’Aquila.

Volendolo, anche se questo avrebbe finito con l’avvantaggiare alcune regioni, la serie poteva essere ampliata: Mezzana aveva predisposti almeno altri tre disegni. Due, rivelati nel 1991 nel libretto “L’Italia al lavoro La pittorica d’Italia”, con immagini, rispettivamente, dell’Abbeveratura alle fonti del Clitunno (Umbria), che dovette farsi da parte per far posto all’Aratro umbro, e il Seminatore sullo sfondo di Sant’Appolinare in classe. Un’immagine, assicurò l’allora ministro delle Poste Angelo Raffaele Jervolino, rispondendo alle critiche “non vuol dire che la Romagna produca solo grano, ma vuole simboleggiare tutti i seminatori d’Italia”. Rimasti orfani anzitempo giacché a rappresentare l’Emilia Romagna scese in campo una prosperosa contadina col tridente usato per ammucchiare gli steli della canapa e per sfondo la l’Abbazia di Pomposa.

Ma, e qui sta la novità, Mezzana aveva predisposto un bozzetto diverso pure per l’Abruzzo-Molise: non il tombolo, come si vede nel francobollo, bensì il telaio quasi a ricordare l’adagio secondo il quale “moglie al telaio, marito senza guaio” e per sfondo la Basilica di Collemaggio. Reso più partenopeo il telaio, sullo sfondo la costa di Bagnara, tra Monte Sant’Elia (Palmi) e Sicilia e fichi d’India, nella serie fu così chiamato a rappresentare la Calabria. E’ sufficiente disporre di 300 sterline, alle quali occorre comunque aggiungere il 20 per cento di tasse, per alzare la paletta riferita a questo interessante e sconosciuto elaborato di Corrado Mezzana.

Un tocco di internazionalità è garantito da due elaborati nel 1947 diventati, con modifiche, francobollo di San Marino. Inclusi nel corposo ricordo, due anni dopo la morte, tributato al presidente a stelle e strisce Franklin Delano Roosevelt . Il lotto, che comprende anche dei francobolli “saggio”, è stimato 300 sterline.

www.warwickandwarwick.com

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2 Commenti

  • Possiedo un meraviglioso dipinto ad’olio (130×100cm) firmato C. Mezzana e vorrei trovare il suo archivio e.o comitato per autentica e valutazione. Non trovando nessuna indicazione a riguardo su internet chiederei a lei se gentilmente esistono persone adatte e competenti per rilascio di tale documentazione e estima di mercato

    Cordiali Saluti

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