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Biennale 2019. Arte e letteratura sfidano il labirinto dell’esistenza. Le parole di Calvino tra le opere del Padiglione Italia

Enrico David, Gradazioni di un Lento Rilascio Enrico David, Gradazioni di un Lento Rilascio
Enrico David, Gradazioni di un Lento Rilascio
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Milovan Farronato sceglie un taglio letterario per la curatela del Padiglione Italia alla 58° edizione della Biennale d’Arte di Venezia. La Sfida al Labirinto è il saggio di Italo Calvino attorno al quale ruotano le opere di Chiara Fumai, Liliana Moro e Enrico David.

Né altra, né questa il commento che Italo Calvino sembra rivolgere a se stesso cercando una soluzione al percorso che affronta nel saggio La Sfida al Labirinto. Lo spazio è la società, su di essa poggia il labirinto, che rappresenta invece la letteratura: vie ingarbugliate, convergenze, vicoli ciechi, improvvisi incontri dietro angoli che credevi desolati. La letteratura per Calvino è una complessa ma indispensabile struttura che nelle sue molteplici chiavi di lettura può risultare fondamentale nella comprensione del mondo che ci circonda. Ma questa non dovrebbe limitarsi a descrivere realisticamente il mondo, a tratteggiare un’epoca o raccontarne le vicende tramite la sua narrazione emotiva: la letteratura è in grado di dare immagine cosmica del presente, di immortalarlo in un’istantanea che ne colga l’essenza.

Liliana Moro
Liliana Moro

Milovan Farronato prende spunto da quest’opera e trasporta il labirinto sul piano artistico, costruendolo alla Biennale di Venezia 2019 nel Padiglione Italia. Forse anche l’arte possiede questo carattere visionario, per quanto non vanti la stessa sistematicità della letteratura; al contrario può di certo farsi forza della sua immediatezza nel traghettare in un istante immagine e messaggio. Fondamentale prendere coscienza dell’impossibilità di uscire dal labirinto, come altrettanto importante non soccombere di fronte alla sua complessità. Una continua ricerca, paragonabile al nichilismo attivo di Nietsche, è ciò che si addice ad un esploratore di labirinti: provare, tentare, muoversi, resistere; anche se questo può significare vagare senza meta per una vita.

Le vie percorribili, indicate da Calvino, per affrontare il labirinto esistenziale sono due: la via Razionalista e la via Viscerale e sono rispettivamente rappresentate da Liliana Moro ed Enrico David. Liliana Moro è un’artista che opera con la scultura e le installazioni ed è ancora alla ricerca di una consacrazione internazionale. Nell’apparente semplicità con cui l’artista varia nella scelta dei materiali utilizzati, nelle varie declinazioni utili a dare forma ad un pensiero, possiamo rintracciare una certa fiducia nei confronti delle possibilità che il mondo le offre. Questa accettazione, certamente azionata dalla curiosità, ben si accorda al sentimento razionalista, fondato sul riscatto estetico e morale della realtà. Dall’altra parte la pluralità dei possibili collegamenti con cui le opere di Moro allacciano impreviste associazioni, rendono la sua poetica un dedalo di suggestioni in continua espansione.

Enrico David, Untitled, 2011. Pastelli a matita su carta, 63 x 50 cm. Courtesy VW, Berlino.
Enrico David, Untitled, 2011. Pastelli a matita su carta, 63 x 50 cm. Courtesy VW, Berlino.

Al contrario la via Viscerale vive nelle stesse ombre dei lavori di Enrico David. Tormentate e perturbanti le figure asessuate e contorte di David l’hanno reso artista internazionalmente noto e lo rappresentano anche in questa Biennale. Gli esseri antropomorfi e pulsanti di recondite paure rappresentano perfettamente i moti agitati del percorso viscerale, costellato di rivoluzioni interiori, dubbi esistenziali e turbe intime. Lontano dall’esperienza positivistica di Liliana Moro, David persegue una ricerca sfrenata fondata sull’istinto e la sovversione critica di una realtà il cui scarto esperenziale è colmato da un’introspezione vasta ma personale, scettica nel filtrare e ridisegnare lo stimolo esterno.

Chiara Fumai, Chiara Fumai reads Valerie Solanas, 2013, Videoinstallazione
Chiara Fumai, Chiara Fumai reads Valerie Solanas, 2013, Videoinstallazione

Quale strada scegliere? Né l’altra, né questa ovviamente. Per questo tra Moro e David Farronato innesta la via di Chiara Fumai, non ancora definita del contenuto ma suggestiva nelle premesse. Come già indicava Calvino, all’interno del labirinto le due strade si intersecano, poi divergono e di nuovo si sovrappongono, generando soluzioni imprevedibili. La logica binaria deve necessariamente essere superata dal moto dialettico e cedere il passo ad una terza soluzione che crediamo, in ogni caso, non essere definitiva. Nell’arte indipendente e sovversiva di Chiara Fumai respiriamo pluralismo e accettazione, perpetuo dubbio seguito dalla presa di coscienza di una modalità di vivere il labirinto. Dedalo esistenziale il cui segreto ultimo forse,come il titolo di una sua opera inedita presentata in Biennale, (This last line) cannot be translated in umane e comprensibili parole.

*Enrico David, Gradazioni di un Lento Rilascio

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