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From the City to the Cosmos. Gli ideali cosmici e ambientalisti di Angelica Bergamini in mostra a New York

Angelica Bergamini
Angelica Bergamini

Dopo quattordici anni di vita trascorsa a New York l’artista italiana Angelica Bergamini celebra la grande mela con una mostra che mette in evidenza la naturale convivenza di questa città ricca di immigrazione, nella quale al dì sopra di una politica che parla di divisione e muri da erigere, si riesce ancora a vivere in una comunità che condivide ideali e si riunisce in una visione cosmica nella pura essenza della salvaguardia del pianeta.

From the City to the Cosmos, in mostra alla Ground Floor Gallery di Brooklyn è sicuramente una mostra personale fuori dal comune che invita appunto alla riflessione su molti argomenti della nostra società ma anche alla coopartecipazione nella realizzazione delle opere. Angelica Bergamini dedica a New York sia una serie di lavori già nati in precedenza dall’inizio della sua permanenza nella metropoli americana, ma anche nuove realizzazioni per le quali ha utilizzato scarti di lavori di altri artisti che l’hanno raggiunta in questi giorni in galleria e che naturalmente hanno anch’essi utilizzata la carta come materiale primario. Un’idea del riciclo iniziata diversi anni fa quando Angelica inizia a conservare, per poi riutilizzare, scarti di lavori precedenti addirittura di quando frequentava ancora
l’Accademia di Belle Arti a Firenze. Un’operazione che vede anche un impegno sociale in quanto una parte del ricavato delle vendite della mostra sarà devoluto a “350.org” una delle principali organizzazioni internazionali di mobilitazione contro il cambiamento climatico.

Angelica Bergamini, Originem
Angelica Bergamini, Originem

Lo stimolo parte da una forte ricerca in cui da anni l’artista è coinvolta sulle condizioni del pianeta e su cui è impegnata al fine che venga riconosciuta un’urgente necessità di cambiamento.

“Fra i miei vari input c’è stato il libro Silence Spring di Rachel Carson, una biologa americana che già negli anni Sessanta denunciava i problemi causati dai pesticidi e i risultati dannosi dovuti all’utilizzo indiscriminato del DDT sull’ambiente e sugli esseri umani. Questo libro rappresenta un pilastro nello sviluppo del movimento ambientalista americano ed è per questo che ho realizzato delle opere nella serie New York con serigrafato sul retro le prime due pagine di questo volume”

Angelica Bergamini, Originem
Angelica Bergamini, Originem

La prima realizzazione di New York risale al 2005.

“Nel momento che New York comincia a diventare un’esperienza importante si manifesta nel mio immaginario una città realizzata con scarti di lavori precedenti, le cui linee verticali caratterizzano il mio nuovo paesaggio. Non più quello di provenienza, ma quello della emigrazione. Questo recupero del materiale di scarto si ripresenta nel 2018 mentre preparo la mia personale Whispers from the Cosmos per la Ivy Brown Gallery, dovei resti di test di carte, stampe ed esperimenti che ho conservato sono diventati il materiale con cui ho successivamente realizzato i mixed media della serie Originem. Dal paesaggio frutto dell’esperienza personale dell’emigrazione, con Originem sono alla ricerca di quel paesaggio delle origini che ci unisce tutti, dove non c’è distinzione di razza, religione, né confini, né divisione. L’origine comune, il Cosmo da cui tutti proveniamo. Un salto dal particolare all’universale”

Angelica Bergamini,NY
Angelica Bergamini,NY

La visione del Cosmo è molto ricorrente nella produzione artistica di Angelica Bergamini, che si esprime con una propria simbologia dove i cerchi, spesso ricorrenti nei suoi lavori anche come piccoli dettagli, suggeriscono la percezione di un tempo non lineare e la ricerca di un’unità primordiale. Non a caso New York rappresenta una delle città per eccellenza dove vivono persone di religioni, lingue e culture diverse. Anche per questo motivo per Angelica Bergamini i frammenti di opere di altri artisti diventano parte di una fondamentale interconnessione.

“Ogni pezzo di carta è una “storia” legata ad un individuo. Ogni lavoro diventa una sorta di collaborazione che scaturisce una conversazione sull’importanza di prendersi cura dell’ambiente (riusare, riciclare e ridurre). Questa mostra è il mio modo di celebrare la città e la sua gente. Senza muri né confini! E di ricordare le nostre radici comuni, universali”

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