Raso, vetro, marmo e travertino. Le favole materiche di Elisa Sighicelli in mostra al Museo Villa Pignatelli di Napoli per il secondo appuntamento della trilogia sugli spazi. Storie di Pietròfori e Rasomanti, tra illusioni materiche, moltiplicazioni fantasmatiche e trasformazioni tattili, dal 30 maggio al 22 settembre 2019, a cura di Denise Maria Pagano.
Storie di Pietrofòri e Rasomanti ha il sapore di un poema cavalleresco che racconta di antichi amori e oniriche visioni. La “penna” di queste storie è di Elisa Sighicelli, torinese classe 1968, tra le artiste italiane più riconosciute a livello internazionale che torna nella culla peninsulare con un progetto dedicato al valore materico della fotografia e al rapporto che questa tesse con l’ambiente ospitante. L’appuntamento partenopeo, dal 29 maggio al 22 settembre 2019 nella casa museo di Villa Pignatelli, è il secondo capitolo di una trilogia espositiva che vede la Sighicelli impegnata tra Napoli e Torino. Il primo invito, infatti, è arrivato da Palazzo Madama, dove, partendo dall’idea di realizzare degli scatti dedicati alla collezione del museo, è passata invece a trarre ispirazione dalla sua architettura. Il risultato è un’indagine silenziosa e fantastica tra i dettagli e gli angoli nascosti di questi depositi di tesori: ogni rendez-vous è studiato e progettato esclusivamente per il luogo eletto.
“Non avevo in mente nulla quando ho iniziato a lavorare per gli ambienti di Villa Pignatelli, mi sono lasciata rapire dagli angoli di mondo che si generavano al mio sguardo. Non mi piace dare una lettura univoca delle opere, io suggerisco e lascio che l’immagine abbia un proprio potere comunicativo”.
I soggetti fotografati sono tutti reali e costituiscono, scatto per scatto, particolare per particolare, un percorso incantato nella memoria storico-artistica napoletana, dai vetri di Villa Floridiana ai marmi del Museo Archeologico, dalla Sala da Ballo di Villa Pignatelli alla sua collezione di carrozze d’epoca. Ma è un gioco di corrispondenze nascoste quello della Sighicelli, il punto di vista è curiosamente inusuale, più specchio di un mondo interiore che legato ad un’oggettività terrena, è illusorio e sognante, romanticamente nostalgico quanto misterioso e irriverente, e il materiale su cui sono stampate queste visioni è il segreto della loro bellezza. Raso, vetro, marmo e travertino.
“In pittura Robert Ryman ha trasformato dei quadri in oggetti, in scultura Carl Andre ha eliminato il piedistallo e ha utilizzato lo spazio reale, solo in fotografia l’indagine sul mezzo non è ancora sentita. La mia ricerca è di tipo concettuale, il supporto di stampa è specifico e varia a seconda dell’immagine che vi verrà impressa. Così le fotografie delle statue dei Tirannicidi, delle Afroditi e del Toro Farnese sono in marmo o travertino, quelle della Sala da Ballo in raso, così come le visioni riflesse nei fanali delle carrozze. Lo stesso titolo della mostra riecheggia i loro nomi, pensando al materiale di stampa, la pietra e il raso, ho creato Pietròfori e Rasomanti, un po’ come ha fatto Julio Cortázar con i cronopios e i famas”.
Tra le trentacinque opere esposte la casualità della ricerca visiva precede una lunga e studiata fase di progettazione, l’irrazionale e il razionale si rincorrono e infine combaciano perfettamente. La stampa su raso rende l’idea del riflesso, i colori brillano e vibrano tra le trame fittissime del materiale, mentre il marmo conferisce alla fotografia presenza statuaria, vuota e leggera. Tra le trentacinque opere esposte si percepisce lo spirito di Elisa Sighicelli, ognuna di queste è una finestra che invita all’immaginazione, che bisbiglia ai più attenti e incanta i più distratti. Appassionato e appassionante, lo sguardo dell’artista crea illusioni materiche, moltiplicazioni fantasmatiche e trasformazioni tattili. La ricognizione della veridicità del soggetto fotografato è allo stesso tempo fascinazione e disinganno, i livelli di lettura mutano e si sovrappongono, la realtà è un riverbero di metafore.
“Mi piace il fatto di farmi guidare dal caso, molto spesso i protagonisti sono oggetti insignificanti. Per esempio, nei fanali delle carrozze della collezione Pignatelli il metallo convesso moltiplica la luce e ribalta l’immagine, lo spazio circostante viene catturato e si concede a una dimensione altra, un meccanismo che ricorda molto quello fotografico. Non c’è alcun processo di post-produzione, nessuna alterazione se non quella del punto di vista. La mia ambizione più grande è offrire più e differenti livelli di lettura in modo che ognuno veda nel mio il proprio mondo riflesso”.
Informazioni utili
Elisa Sighicelli
Storie di Pietròfori e Rasomanti
a cura di Denise Maria Pagano
dal 30 maggio al 22 settembre 2019
Museo Pignatelli
Riviera di Chiaia, 200
Napoli (NA)
tel. +39 081 669675;
e-mail pm-cam.pignatelli@beniculturali.it