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No ai fast food dell’arte. La preziosa politica (culturale) della galleria Umberto Di Marino

Marcello Jori : Supereroi Marcello Jori : Supereroi
Marcello Jori : Supereroi
Marcello Jori : Supereroi

Da poco conclusa l’ultima questione indagata dalla galleria Umberto Di Marino tramite le opere pittoriche di Marcello Jori: il ruolo dell’artista come supereroe. In una società in cui l’idolo si rintraccia con una manciata di followers, esiste ancora la figura del vero supereroe? Jori ce li rimembra, con insistenza cromatica accecante e accattivante, per non far scivolare nelle tombe della memoria i personaggi che avremmo voluto guardare allo specchio nelle nostre sembianze.

Marcello Jori, le cui opere senza timidezza alcuna si affacciano ad accogliere i visitatori già dall’ingresso della galleria, è l’ultimo nome appena stato depennato dal copioso inventario del magazzino Di Marino, in attesa di far spazio a Vedovamazzei, in galleria dal 7 Giugno.

La galleria, infatti, fedele a un progetto di recupero dei prodotti artistici e del loro valore, è impegnata in una battaglia contro la rapida trasformazione delle opere in polverose cariatidi contemporanee.

“L’infestante proliferazione delle mostre-evento”, da Pinelli così puntualmente definite, sta generando il gravissimo fenomeno dei fast-food culturali da cui si torna a casa sazi unicamente di selfies con l’arte, gifts e bicchieri di vino. Complici le gallerie, nuove vetrine della tendenza.

Marcello Jori : Supereroi
Marcello Jori : Supereroi

Sembra, infatti, che oggi giorno abbiano ripudiato il loro primigenio ruolo di educatrici delle masse e diffusori dei validi artisti, per farsi nuovi luoghi sacri in cui professare la fede nello spettacolo. Tuttavia, quel “sacro timore”, di cui si legge in Arte e Anarchia di Edgar Wind, è ormai svanito: se il mondo dell’arte, sedotto dal luccichio dell’oro, diventa complice del capitalismo con una sovra produzione di mostre, il pubblico diventa immune a una eventuale e sporadica prelibatezza culturale delle esposizioni. Una esuberanza di mostre infatti, invece di determinare una copiosa quantità di prodotti di vera qualità artistica, sta generando la cosiddetta “morte dell’arte”, che già Hegel aveva predetto.

Chiaramente, questa catastrofe è possibile per un fenomeno di manipolazione temporale: per tenere il ritmo di una continua e rinnovata offerta “culturale”, il ricambio deve essere molto rapido e in un batter d’occhio le opere d’arte vanno sostituendosi le une alle altre come diapositive annullando, così, anche il tempo dell’apprezzamento, dell’apprendimento e della memoria. Ne deriva sia la proposta di un’arte senza qualità, testimone di un’epoca che ha ancora l’eco di un tempo di “desolato disordine e assenza di senso”, sia che l’aspettativa di vita di un’opera d’arte si accorcia. Rapidamente il prodotto finisce nell’obsolescenza, e viene risucchiato dai buchi neri delle soffitte e dei magazzini.

Marcello Jori : Supereroi
Marcello Jori : Supereroi

Qui l’intervento della galleria Umberto Di Marino che spalanca le porte delle prigioni artistiche e ne libera gli ostaggi. Il manifesto d’intenti della galleria sostiene di voler sospendere temporaneamente nuovi progetti per dedicarsi a un rinnovamento del ruolo della galleria, riportando in scena nomi degli artisti con cui già si sono intrecciate relazioni in passato. Riaprendo la scatola del tesoro si sta puntando a mostre in successione tutte facenti parte dell’unico progetto di una esposizione d’archivio continua. Si stanno rivalutando delle opere che dopo la loro prima apparizione in galleria avevano salutato le pareti con il canto del cigno. L’unica difesa contro l’ormai giunto “autunno della nostra civiltà”, è il superamento della logica pop: il motto warholiano “tutti hanno diritto a quindici minuti di notorietà” va sostituito con “pochi ma buoni”.

Informazioni utili

Galleria Umberto Di Marino

Via Alabardieri, 1

Napoli

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