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Tu Vs Everybody, sette artisti per il Giudecca Art District di Venezia

Stefano Cagol, The Acid House (Litmus Test), 2019. Performance_Intervention. Tu vs Everybody, 2019, Venezia Stefano Cagol, The Acid House (Litmus Test), 2019. Performance_Intervention. Tu vs Everybody, 2019, Venezia
Stefano Cagol, The Acid House (Litmus Test), 2019. Performance_Intervention. Tu vs Everybody, 2019, Venezia
Stefano Cagol, The Acid House (Litmus Test), 2019. Performance_Intervention. Tu vs Everybody, 2019, Venezia

In occasione del finissage, diamo uno sguardo al progetto curato da Anita Calà e Elena Giulia Rossi, con lavori di Arri, Berchicci, Cagol, Cicero, De Luca, Teotino, Zanni

La Biennale d’Arte anima la Laguna e, intorno ad essa, fioriscono eventi collaterali che mostrano spesso interessanti ricerche, in grado di sradicarsi da un certo retro pensiero sistemico. È quanto accade con il progetto sviluppato da VILLAM sotto la guida e la curatela di Anita Calà e Elena Giulia Rossi., che si è appena concluso nella location d’antan dello Spazio Bocciofila GAD.
Il sette, per le sue virtù celate, mantiene nell’essere tutte le cose; esso è dispensatore di vita, di movimento ed è determinante nell’influenzare gli esseri celesti”, asseriva Ippocrate: ed il sette è il quid fondante della collettiva site specific Tu vs Everybody, sette come gli artisti coinvolti, Francesca Arri, Valeriana Berchicci, Stefano Cagol, Fabrizio Cicero, Iginio De Luca, Lamberto Teotino, Carlo Zanni.

Fabrizio Cicero, God Over Land, 2019 Site-specific installation. Tu vs Everybody, 2019, Venezia. Photo Credit Daniele Fiori
Fabrizio Cicero, God Over Land, 2019 Site-specific installation. Tu vs Everybody, 2019, Venezia. Photo Credit Daniele Fiori

A loro – afferenti a quello che è considerato il nuovo panorama concettuale di ricerca italiano – è stato chiesto di mettersi in gioco e di abitare questo antico spazio, nel suo succedersi di pieni e vuoti, attraverso una sinergia ontologica che non si astrae dal reale, tutt’altro, vi si inabissa, tenta di comprenderne a fondo ciò che, sinora, è rimasto in superficie e lo fa attraverso alcune tematiche peculiari: l’economia, il gioco e lo spettacolo. “Le opere ruotano attorno ad un immaginario spazio dello spettacolo inteso come luogo profetico di culto, come generatore di economia, ciò che in tempi recenti vediamo avversarsi con particolare forza attorno al gioco del calcio e più in generale in tutto ciò che gira nella ‘giostra mediatica’”, affermano le due curatrici nel comunicato ufficiale. Ed è in tal modo che si porta in scena una sorta di comunicazione performativa che sublima il concetto di legame tra significato e significante. L’eterogeneità del linguaggio e delle grammatiche di ognuno dei sette artisti ha originato un percorso rivelatosi come una sorta di manifesto dinamico del confronto. Un dibattito che è stato anche, contestualmente, un incontro con quella che è la realtà quotidiana della Giudecca, le sue attività, la sua storia e la sua memoria. Ecco, pertanto, che la relazione tra economia, gioco e spettacolo s’è fatta arte.

Carlo Zanni, Actual Supply, 2019. Banner, font Arnold by Philipp Neumeyer. Tu vs Everybody, 2019, Venezia.jpg
Carlo Zanni, Actual Supply, 2019. Banner, font Arnold by Philipp Neumeyer. Tu vs Everybody, 2019, Venezia.

Un percorso che prende avvio dalla performance Sold Out  di Francesca Arri, tramite il medium della scrittura di matrice propagandistica, una muta e perturbante affissione che, più che esser guardata, è come se fissasse l’osservatore, con bramosia. È poi il caso di Valeriana Berchicci che in Dove Va l’Umanità? utilizza uno specchio ed il contesto del messaggio della cartolina postale come punctum di un alveo relazionale sociologico che si interroga sulla ‘direzione’ che ha preso l’uomo, nell’ambito della ricerca Sul Contesto / Per il Contesto. Le conseguenze dell’antropogenia a scapito della natura e, in particolare, dell’acqua, sono il soggetto scelto da Stefano Cagol, nell’attuazione di una sarcastica ricerca estetica, spiazzante e determinata per The Acid House (Litmus test). Il percorso, poi, si inabissa nelle viscere della Terra con l’opera God Over Land, di Fabrizio Cicero, ove lo sguardo verso la profondità è metafora, spettacolare, di interrogazione interiore.

Tu vs Everybody prosegue con Iginio De Luca e la sua performance sonora Twentyeight Penalties, il cui nodo concettuale risiede nel potere esercitato dalla musica sulla coscienza e sulla memoria collettive, procedente per paradossi e forza ossimorica, come spesso accade nella ricerca dell’artista ed al momento impegnato con un’opera nella rassegna di video arte La Superficie Accidentata.
È poi la volta di Lamberto Teotino e la sua installazione video LQG Failed 08, indagine tesa verso una spiazzante ed estrema ricerca del ‘supereroe contemporaneo’ cui si lega, in un certo qual modo, il settimo artista, Carlo Zanni, con Actual Supply , un progetto in grado di compiere una ricognizione nel confronto tra antropologia e universo digitale, le sue intrinseche dinamiche e conseguenze.

Iginio De Luca, Twenty-eight Penalties, 2019 installazione sonora a due canali, 32ÔÇÖ23''. Tu vs Everybody, 2019, Venezia (detail)
Iginio De Luca, Twenty-eight Penalties, 2019 installazione sonora a due canali, 32ÔÇÖ23”. Tu vs Everybody, 2019, Venezia (detail)

Tu vs Everybody, sin dal titolo, propone, dunque, una volontà di ricerca basata sull’azione del contrasto intesa come modalità intuitiva e cognitiva atta a rimescolare, sul tavolo dell’arte, una lungimiranza proposta attraverso un compendio di matrici culturali e concettuali che i sette artisti ed il concetto primigenio ed epifanico di Anita Calà ed Elena Giulia Rossi prevede di varcare. Una mostra che solo tale non può essere definita, una azione che, invece, prende vita in un luogo precipuo – il Giudecca Art District, invero, è uno spazio permanente d’arte contemporanea nato nel 2019, concomitante con la Biennale, diretto da Pier Paolo Scelsi, che sceglie di farsi filiazione della importante tradizione isolana tesa al contemporaneo – e ne attiva le sue primarie peculiarità. In tal senso, la commistione di ‘gioco’ e ‘spettacolo’ si propongono quale volano per una riflessione non asettica sull’economia e le sue conseguenze piuttosto in maniera dinamica con lo spazio abitato, vissuto ed osservato. Ecco, dunque, che i sette artisti suggeriscono, in vece di dispensatori intellettivi – a voler seguire la Cabala – in grado di spettacolarizzare, con sinergia fluida, un necessario moto riflessivo, tramite i sensi, la percezione, la fruizione che cerca nei meandri del noto e dell’ignoto, attraverso i grandi interrogativi od un amaro sarcasmo, in definitiva, attraverso quanto è definibile ‘il gioco serio dell’arte’.

Azzurra Immediato

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