Fra settembre e gennaio 2020 un centinaio di capolavori ricostruiranno l’irripetibile carriera del Pictor Optimus
“Prende in prestito dal sogno l’esattezza dell’inesattezza, l’uso del vero per promuovere il falso”. Questo scriveva nel 1928 Jean Cocteau di Giorgio de Chirico, il Pictor Optimus al centro delle attenzioni di Palazzo Reale in vista della grande mostra curata da Luca Massimo Barbero in programma a Milano fra il 25 settembre e il 19 gennaio 2020. L’avevamo già anticipata: ma ora arrivano nuovi importanti dettagli, come il centinaio di capolavori che ricostruiranno l’irripetibile carriera di un personaggio “che affonda le sue radici nella Grecia dell’infanzia, matura nella Parigi delle avanguardie, dà vita alla Metafisica che strega i surrealisti e conquista Andy Warhol e, infine, getta scompiglio con le sue irriverenti quanto ironiche rivisitazioni del Barocco”.
Suddivisa in otto sale, l’esposizione procede per temi pensati secondo accostamenti inediti e confronti originali come in una catena di reazioni visive. Il cospicuo corpus di opere in mostra proviene da importanti musei internazionali tra i quali la Tate Modern di Londra, il Metropolitan Museum di New York, il Centre Pompidou e il Musée d’Art Moderne de la Ville di Parigi, la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea (GNAM) di Roma, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, The Menil Collection di Huston e il MAC USP di San Paolo in Brasile. Numerose sono anche le istituzioni milanesi: il Museo del Novecento, la Casa Museo Boschi di Stefano, la Pinacoteca di Brera e Villa Necchi Campiglio.
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