La mostra inaugurale della nuova sede della Galleria Massimo De Carlo a Milano. In mostra a Casa Corbellini-Wassermann, in viale Lombardia 17, fino al 13 luglio 2019.
Se una galleria d’arte può essere una macchina del tempo, MCMXXXIV sono le coordinate impostate da Massimo De Carlo per un viaggio a ritroso nella storia dell’arte fino agli anni Trenta, dalle espressioni contemporanee più di tendenza fino alle atmosfere distinte e ricercate dei primi anni del XX secolo.
Dopo gli eleganti ambienti settecenteschi di Palazzo Belgioioso restaurati e inaugurati nel 2016, la celebre Galleria riscopre un nuovo spazio della memoria milanese, aprendo al pubblico le porte della sontuosa Casa Corbellini-Wassermann, gioiello dell’architettura razionalista di Piero Portaluppi.
Seguendo il piano di un progetto iniziato anni fa, Massimo De Carlo seleziona un luogo di grande valore storico e artistico come nuovo quartiere generale della sua rete di gallerie sparse nel mondo, che si preannuncia un esclusivo teatro per mettere in scena un sempre diverso dialogo fra moderno e contemporaneo.
È per questo motivo che la mostra inaugurale MCMXXXIV vuole essere non solo un omaggio alla nuova sede, ma soprattutto una celebrazione degli anni in cui è stata concepita. Il 1934 è infatti l’anno in cui iniziano i lavori di costruzione di Casa Corbellini-Wassermann, un periodo drammatico per la storia italiana ed europea tutta, che inevitabilmente vede riversarsi nell’arte le influenze dei neonati regimi fascisti e nazisti.
Entrando nella galleria si viene immediatamente catapultati indietro nel tempo, in uno spazio intimo e borghese della Milano degli anni ’30. Il piano nobile dell’abitazione è adesso trasformato in uno spazio espositivo d’eccezione, che accoglie i suoi visitatori con una preziosa pittura murale che traspone sulle quattro pareti dell’ingresso una visione medievale dei borghi e delle città fortificate della pianura padana.La casa si presenta immediatamente come una meraviglia architettonica, impreziosita dallaricca varietà di marmi policromi, dagli stucchi arabeggianti e dagli infissi e dettagli in noce e ottone, tutto sapientemente restaurato nel corso del 2018. Il percorso si snoda per otto sale della casa e invita i suoi ospiti a muoversi lungo le geometrie marmoree disegnate da Portaluppi, attraversando uno spazio trasformato in un crocevia di storie e culture diverse.
Curata direttamente da Massimo De Carlo, con la collaborazione di Francesco Bonami, la mostra propone una selezione di opere storicizzate, databili fra gli anni Venti e Trenta, e opere di artisti contemporanei il cui significato intrinseco rimanda a fatti, valori estetici e vocazioni di quegli anni.
Accade così che accanto alle sculture di bronzo di gusto classico e conservatore di Francesco Messina eJenny Weigmann-Mucchi, vengono accostate sculture pop come Ermestetica=SignorBonaventurArtePolo di Luigi Ontani, i cui rimandi al passato sono molteplici, dall’arte greco-romana alla cultura fumettistica dell’epoca. Allo stesso modo, i ricercati animali di Sirio Tofanari si scontrano con Misfit, la scultura ibrida del tedesco Thomas Grünfeld, una visionaria tassidermia ironicamente accostata alla fauna autoctona delle zone di caccia milanesi dipinta nella sala d’ingresso.
I collage di Richard Prince, la tela di Tomoo Gokita e la scultura monumentale di Antonietta Raphaël Mafai mettono in luce una differente percezione e rappresentazione del corpo umano, contrapposta al modello più etereo e metafisico di Fausto Melotti, rappresentato da Costante Uomodel 1936, e a quello di Arturo Martini, la cui Lupa Ferita del 1931 rimane fedele ad un’iconografia che oscilla fra mito e modernità.
Non mancano i riferimenti ai personaggi e agli eventi segnanti del periodo, come il bronzo di Mussolini di Paul Troubetzkoy, e il ritratto di Ernst Kirchner realizzato da Rudolf Stingel, che con la sua pittura iperrealista decide di fare del volto dell’espressionista tedesco una vera e propria icona del malessere degli artisti d’avanguardia in tempi dittatoriali. E se da un lato la mostra pone l’attenzione sul nome di un artista che fu spinto al suicidio a causa del regime, che condannò la sua arte come degenerata, dall’altro presenta Adolfo Wildt, artista sopraffino strettamente legato all’élite del fascismo e per questo ingiustamente sottovalutato nei decenni successivi.
Grande sensibilità si coglie anche nella scelta di accostare il dipinto di Yan Pei-Ming all’installazione di Jannis Kounellis, due opere visivamente distanti ma ideologicamente vicine.
L’artista cinese ripropone la versione contemporanea di uno storico ritratto di Adolf Hitler, Il Portabandiere di Hubert Lanzinger del 1936, divenuto celebre per essere stato sfregiato con una baionetta da un soldato americano alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Pei-Ming coglie la forza simbolica e liberatoria di quello sfregio ed è per questo che, considerandolo parte integrante dell’istanza artistica dell’opera, lo restituisce attraverso decise pennellate nere, proprio sotto lo zigomo sinistro del führer. Lì accanto, il coltello affilato di Kounellis, esemplare icona di violenza, rimanda inequivocabilmente al gesto furioso del soldato, sostenendosi in un apparente equilibrio rispetto alla pavimentazione mosaicata delle antiche cucine di Casa Corbellini-Wassermann.
In mostra, nella sala corrispondente all’antico studio di famiglia, è possibile apprezzare anche una pregiata collezione di ceramiche della Repubblica di Weimar, indirettamente messa in dialogo con la maiolica policroma del 1930 disegnata da Giò Ponti ed esposta nel salone centrale, oggetti d’arte che verosimilmente sarebbero potuti esistere nell’appartamento al momento della sua edificazione.
A queste opere si aggiungono quelle di altri grandi artisti ormai da anni cari alla galleria, come i ricami di Alighiero Boetti, l’accumulazione di carta rossa e le lampadine di Felix González-Torres eIl muro delle Janas di Maria Lai.
Informazioni utili
Massimo De Carlo
Casa Corbellini-Wassermann
Viale Lombardia, 17 – Milano
milano@massimodecarlo.com
www.massimodecarlo.com
- +39 02 70003987
Da martedì a sabato, 11.00 – 19.00