Dalle opere iconiche agli inediti più recenti, 70 fotografie di grandi e grandissimi formati ripercorrono i momenti salienti della carriera artistica di David LaChapelle. Fino al 6 gennaio 2020, alla Reggia di Venaria Reale.
Come tutti quegli artisti esorbitanti, sovversivi e dallo stile particolarmente definito, David LaChapelle si odia, oppure si ama alla follia. In genere, quando il suo messaggio arriva chiaro e tondo al cuore di chi guarda, si tende ad amarlo. Le fotografie artificiose dell’artista statunitense, nato in Connecticut nel 1963, contrastano e ben si fondono con il contesto storico della Citroniera delle Scuderie Juvarriane, uno degli spazi architettonici più imponenti della Venaria e del Barocco europeo. Il risultato è un percorso visivo onirico, a tratti brutale e sempre provocatorio, introdotto dalle ingannevoli nature morte create con “oggetti trovati” e concluso con il paradiso colorato delle fotografie che compongono la serie “New World”, scattate alle Hawaii negli ultimi anni.
“Questa è molto più di una semplice mostra fotografica”, afferma il curatore Denis Curti, ” perché David è un artista a tutto campo. La realtà non gli basta, come a nessuno che pratica arte. Il suo progetto è quello di costruire un mondo parallelo”.
Noto per le sue rivisitazioni e citazioni pop della pittura rinascimentale, LaChapelle è riuscito a passare dalla fotografia fashion, celebrity ed editorial alla fotografia d’arte restando sempre fedele a se stesso e mantenendosi ai livelli più alti della fotografia mondiale. La mostra “Atti divini”, curata da Denis Curti e Reiner Opoku, con il progetto allestitivo di Giovanni Tironi, mette in scena, tra le opere più significative, “Rape of Africa” (2009) che raffigura Naomi Campbell come una Venere di Botticelli adagiata sulle miniere d’oro africane, “Showtime at the Apocalypse” (2013), ritratto della famiglia Kardashian che si fa simbolo di paure, ossessioni e desideri universali o ancora “Deluge” che, ispirata al Diluvio Universale di Michelangelo, ben descrive la distruzione della nostra epoca.
“Spero che chi vedrà la mostra in questi sette mesi possa essere colpito dalle mie immagini. Inizialmente troverà molta confusione, per poi passare a qualcosa che va al di là di questo mondo: opere che dipingono la pace in un aldilà che possiamo solo immaginare. L’arte sa andare oltre, sa collegare le persone. La mia speranza è ispirare la gente a una collettività, un po’ come fa la musica”, afferma l’artista.
A sostenere l’esposizione, organizzata da Civita Mostre e Musei con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Lavazza, che consolida ulteriormente il suo impegno in ambito culturale. Fra le opere in mostra, infatti, c’è anche “Realize – How I Wonder What You Are” che farà parte del Calendario Lavazza 2020 affidato a David LaChapelle.
L’opera che conclude il percorso espositivo getta uno sguardo schietto e amaro sulla personalità del fotografo. Si tratta dell”emblematica “Self-portrait as House” (2013): una casa monofamiliare in cui ogni stanza raffigura un lato della sua mente colma di contraddizioni, perversioni e angosce. Un’immagine in cui, volente o nolente, ognuno di noi può riconoscersi.
Informazioni utili
Fino al 6 gennaio, da martedì a venerdì 10-18, sabato, domenica e festivi 10-19:30
Citroniera delle Scuderie Juvarriane, Reggia di Venaria