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Ciò che c’è e ciò che non c’è più: Salvatore Arancio interviene a Casa Jorn

Salvatore Arancio work in progress Casa Museo Jorn 2019_Ph Jacopo Fanciulli Salvatore Arancio work in progress Casa Museo Jorn 2019_Ph Jacopo Fanciulli
Casa Jorn
Casa Jorn

Salvatore Arancio interviene a Casa Jorn di Albissola Marina. Il suo progetto site specific Like a Sort of Pompeii in Reverse dialoga con le opere della villa e del giardino, dall’11 luglio al 22 settembre 2019

Nel 1957 l’artista danese Asger Jorn acquistò due edifici e un terreno sulla collina di Albissola Marina, in località Bruciati. Prima di morire, donò al Comune la casa-giardino e le opere d’arte che conteneva, perché venisse utilizzata come museo. Nel 2019 Salvatore Arancio arriva in città e rimane colpito dalle concrezioni polimateriche e pseudo-organiche realizzate da Jorn e Gambetta (amico e assistente) nel giardino, in cui ha intravisto non soltanto la poesia del gioco inventivo, ma il potenziale immaginifico e creativo di ciò che non si vede. Nasce così la mostra Like a Sort of Pompeii in Reverse, a cura di Luca Bochicchio, direttore artistico del Museo MuDA, a cui la casa fa riferimento. Dopo la partecipazione alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia (2017) e la mostra personale alla White Chapel di Londra (2018), Salvatore Arancio giunge ad Albissola con un progetto inedito e site specific, pensato e realizzato in situ.

Salvatore Arancio work in progress Casa Museo Jorn 2019_Ph Jacopo Fanciulli
Salvatore Arancio work in progress Casa Museo Jorn 2019_Ph Jacopo Fanciulli

In particolare l’artista ha basato la sua ricerca sulle superfici e i volumi del giardino basata sulla modellazione dell’argilla direttamente sulle sue forme, rilevandone plasticamente il negativo e ragionando su ciò che non si vede ma esiste solo in potenza. Gli elementi più interessanti si sono rivelati quelli di origine incerta (naturale o artificiale) e di paternità ambigua e ironica (Jorn o Gambetta), per instaurare un rapporto di continuità nel discorso avviato da Jorn sulla metamorfosi e sull’immaginazione; un dialogo che si sviluppa a partire dal linguaggio della scultura in ceramica, comune sia a Jorn che ad Arancio, e basato sulla complicità e sulla collaborazione del genius loci: le botteghe artigiane del territorio.

MuDA, Casa Museo Asger Jorn, part. Veranda. ph Gianluca Anselmo
MuDA, Casa Museo Asger Jorn, part. Veranda. ph Gianluca Anselmo

Lo stesso Jorn aveva collaborato con Giovanni Poggi, fondatore delle Ceramiche San Giorgio, bottega a cui anche Arancio si è rivolto. La bottega fu fondata ad Albissola nel 1958 e ha collaborato con grandi artisti del Novecento quali Agenore Fabbri, Lucio Fontana, Asger Jorn, Gianni Dova, Wifredo Lam, Mario Rossello e molti altri. L’artista si è avvalso anche della collaborazione con Nuova Fenice di Barbara Arto.

Il titolo Like a Sort of Pompeii in Reverse è una citazione dal testo che Guy Debord scrisse nel 1973 per il libro di Jorn Le Jardin d’Albisola. Quello che per Debord era il portato situazionista dell’esperienza architettonica di Jorn, per Arancio è la possibilità di immaginare le forme, i volumi e le superfici del giardino come calchi di uno spazio in divenire, matrici iniziali nate dall’indistinguibile azione combinata del tempo, del lavoro dell’uomo e del caso.

Salvatore Arancio, Like a Sort of Pompeii in Reverse (detail) , 2019, glazed ceramics. Courtesy: Casa Museo Jorn / MuDA, Albissola and Semiose Gallery, Paris. Ph Gianluca Anselmo
Salvatore Arancio, Like a Sort of Pompeii in Reverse (detail), 2019, glazed ceramics. Courtesy: Casa Museo Jorn / MuDA, Albissola and Semiose Gallery, Paris. Ph Gianluca Anselmo

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