Bertolami Fine Art chiude a Londra la stagione primaverile delle aste con le vendite di numismatica, archeologia e glittica. Di particolare rilievo il catalogo dedicato a cammei, intagli e gioielli antichi, con tesori di profilo museale destinati a non passare inosservati.
A Londra, la stagione primaverile delle aste si protrae senza stanchezza per un buon tratto dell’estate, opportunità colta al volo da Bertolami Fine Art per proporre, tra il 10 e l’11 luglio, tre punte di diamante del suo calendario: le vendite di archeologia, glittica e numismatica. Di particolare interesse appare il catalogo dedicato alle arti raffinate della glittica e dell’oreficeria antica, dove non mancano strepitosi capolavori di profilo museale. Tesori troppo belli e misconosciuti per lasciarsi sfuggire l’occasione di intervistare Gabriele Vangelli de Cresci, responsabile del dipartimento di glittica antica e moderna della casa d’aste romana che sull’impegnativa piazza londinese propone non meno di sei aste l’anno.
Sfogliando il catalogo dell’asta di Glittica e Gioielli antichi che Bertolami proporrà a Londra il 10 luglio, non ho potuto fare a meno di interrogarmi sulla provenienza di quei raffinati tesori, non dev’essere stato facile mettere insieme tanti oggetti di quella qualità e rarità.
In effetti non lo è stato. Soprattutto perché, quando si parla di beni di interesse archeologico, il mercato internazionale non si accontenta più di qualità e rarità, vuole anche provenienze legittime e documentate, pezzi con una storia importante da raccontare.
Tempi duri per i predatori di arche perdute?
Direi proprio di sì. Il catalogo che ha avuto modo di sfogliare nasce da un capillare lavoro di raccolta presso i grandi collezionisti internazionali o i loro eredi. Abbiamo attinto a datate raccolte assemblate dalle élites del collezionismo di settore, quegli appassionati connoisseurs londinesi, francesi e svizzeri che possiamo a buon diritto considerare gli eredi di una tradizione collezionistica di cammei e intagli sviluppata dal mondo nordico ai tempi del Gran Tour. Da questo punto di vista avere in asta alcuni pregevoli pezzi della collezione Arthur Sambon fa la differenza.
Arthur Sambon il numismatico? Non apparteneva alla sua collezione uno degli highlights dell’asta, lo straordinario anello ellenistico in oro e smeraldo?
Sì, parliamo dello studioso che, tra fine ‘800 e prima metà del ‘900, ha arricchito di scritti fondamentali la bibliografia numismatica etrusca, di molte antiche popolazioni italiche e quella medievale. Sambon era anche un collezionista, gli ori della sua raccolta sono in effetti dei pezzi fuori dal comune e l’anello di cui parla è un esemplare mirabile.
Ce ne parli
È una produzione di alta oreficeria ellenistica, riconducibile a qualche importante bottega alessandrina attiva tra II e I secolo a.C. Possiamo facilmente immaginare che il suo primo proprietario fosse un membro eminente della classe dirigente tolemaica. È costituito da una bellissima radice di smeraldo rettangolare incastonata in una montatura d’oro a bauletto caratterizzata da motivi decorativi che rimandano al mito di Ercole, un tema assai apprezzato dal mondo tardo ellenistico. Osservi la circonferenza del monile, quella che circonda il dito: si chiude con un nodo all’interno del quale è posto un granato e su tutta la sua estensione sono disseminati dei decori a forma di goccia rovesciata. Il significato è chiaro: il nodo è quello di Ercole e le gocce sono in realtà una stilizzazione della clava dell’eroe. Di questo modello così particolare si conoscono solo dieci esemplari di cui uno conservato nella collezione del Louvre e un altro in quella del Museo Nazionale di Napoli. Celebri pezzi che non reggono il confronto con il loro omologo della collezione Sambon, superiore per finezza di stile e perfetto stato di conservazione.
Quali altre meraviglie dell’asta arrivano dalla collezione Sambon?
Il bello di certe collezioni è che non ammettono la mediocrità, ogni pezzo è degno di nota. Provengono dalla collezione Sambon alcuni dei lotti più interessanti dell’asta. Io trovo sensazionali alcuni anelli etruschi costituiti da scarabei di qualità molto fine su montatura in oro coeva, un caso raro visto che il tempo raramente ha risparmiato le montature in oro di intagli e cammei, le prime ad essere razziate in caso di guerre e saccheggi. Di particolare interesse il lotto 322, un anello rimarchevole sotto vari profili. In questo caso abbiamo un raro intaglio italico incastonato su una montatura di manifattura bizantina eseguita tra XI e XIV secolo, un dettaglio che dimostra come l’interesse per il recupero della glittica antica si affacci già in epoca medievale. Il committente medievale del monile era certamente consapevole dell’importanza di quell’antica gemma magistralmente incisa, un capolavoro della glittica italica di epoca repubblicana. Un grande incisore del II secolo a.C. riproduce su un’agata fasciata di pochi millimetri un’iconografia complessa e rara: il Sacrificio di Ifigenia, raccontato nella versione euripidea del mito, quello in cui Artemide salva l’innocente figlia di Agamennone sostituendole all’ultimo momento una cerva.
Tra le gemme in asta l’intaglio con il sacrificio di Ifigenia non è l’unico a mostrare un’iconografia rara.
Sì, uno dei punti di forza dell’asta è proprio quello delle iconografie insolite e difficili, una chiave di lettura che meriterebbe un approfondimento ulteriore. Qui mi limito a segnalarLe un paio di pezzi di grande bellezza. Comincio dal lotto 488, un intaglio romano su agata del II secolo d.C. Sulla pietra è incisa una minuziosa raffigurazione del nuovo porto di Ostia, fatto costruire da Traiano per sostituire l’ormai inadeguato impianto precedente. L’imponente opera pubblica, riconoscibile per la tipica forma esagonale, è stata riprodotta sul retro di un bel sesterzio fatto coniare dall’imperatore, ma questa dell’asta Bertolami è l’unica rappresentazione su gemma conosciuta. Iconografia rara anche per il lotto 478, uno strepitoso calcedonio blu di epoca tardo ellenistica in cui Pegaso – solitamente rappresentato dai maestri della glittica ad ali spiegate in volo o a terra, – viene colto nel momento dell’ascesa al cielo, un decollo verticale.
Anche questa è una scoperta: il cavallo alato più famoso della mitologia decollava come un elicottero! A proposito di miti, vedo un cammeo attribuito alla bottega di Sostratos, uno dei grandi maestri della glittica del primo secolo a.C., l’epoca di Antonio e Cleopatra.
Sì, il cammeo di cui parla proviene in effetti dall’ambiente che fece da raffinato sfondo all’amore di Antonio e Cleopatra. Sa che i due si scambiavano gemme incise con la stessa facilità con cui gli innamorati moderni si scambiano messaggi su Whatsapp? Un oggetto di livello artistico così elevato potrebbe essere passato dalle loro mani. Ci troviamo indiscutibilmente di fronte a un capolavoro dell’arte glittica ricavato da una pietra sardonica di eccezionale qualità lavorata nella bottega di un artista di primaria grandezza, probabilmente Sostratos. È anche altamente verosimile l’ipotesi che la pietra, raffigurante un satiro e una ninfa a convivio, sia appartenuta alla collezione di Domenico Grimani, il cardinale letterato che fu uno dei più eminenti collezionisti di archeologia del ‘500. Il cammeo posto all’incanto da Bertolami Fine Art potrebbe per la precisione essere il modello antico, sino ad oggi considerato scomparso, di un cammeo assai simile a questo fatto realizzare dal celebre cardinale.
Nel ricco catalogo dell’asta trovano posto anche le pietre magiche e quelle a soggetto erotico.
Ce ne sono in effetti di straordinarie. Tra i soggetti erotici segnalo il lotto 383, una rara allegoria fallica di epoca repubblicana intagliata su niccolo. È di carattere esplicitamente erotico anche il soggetto rappresentato su un intaglio in corniola che è un capolavoro della glittica rinascimentale. La movimenta rappresentazione orgiastica è firmata e datata 1520
Vista la qualità dell’incisione la firma sarà quella di un grande maestro rinascimentale.
Un maestro che purtroppo ha scelto di firmare il suo piccolo capolavoro con il monogramma del suo nome V.B. E qui cominciano i guai, perché nel primo ventennio del ‘500 quel monogramma è riconducibile a un solo eccelso maestro, Valerio Belli, il cui abituale repertorio iconografico è però di natura prettamente religiosa.
Beh, in effetti la danza orgiastica attorno all’erma di Priapo sarebbe una digressione non da poco per un artista del papa, capisco che per firmare si sia limitato all’uso di un discreto monogramma!
Le corti papali rinascimentali non disdegnavano i piaceri del libertinaggio e noi abbiamo con convinzione scommesso sull’attribuzione a Valerio Belli, bravissimo e per niente bigotto.
Rimaniamo alla corte papale con un oggetto assai più tranquillo e con un’attribuzione certa a Giacomo Anfossi, grande orafo della seconda metà del ‘500, uno che aveva l’onore di servire gli uomini e le donne più in vista dello Stato, papa compreso.
E infatti è di Giacomo Anfossi il bellissimo anello realizzato per l’uso personale di papa Gregorio XIII. Ci troviamo di fronte a una tipica produzione di alta oreficeria della seconda metà del ‘500: una montatura in oro, perle scaramazze e smalti policromi esalta un cammeo realizzato su una qualità di giacinto dalla intensa colorazione rosso sangue, una pietra degna del papa. L’anello porta inciso al suo interno il nome del pontefice. Beh, avere in asta un anello appartenuto a un grande papa rinascimentale fa un certo effetto, lo ammetto
Il catalogo dell’asta Bertolami Fine Art non disdegna i capolavori della glittica neoclassica. Colpisce in particolar modo il meraviglioso cammeo in agata raffigurante una nobile testa di Laocoonte
Un’opera in effetti mirabile realizzata tra fine ‘700 e primi dell’800 da un grande maestro purtroppo non identificato. Anche se i piccoli grappoli d’uva nascosti tra i folti ricci del sacerdote troiano, del tutto incongrui da un punto di vista iconografico, potrebbero essere una sorta di firma cifrata dell’artista.
Un Laocoonte con rebus? Ecco una storia stimolante, una delle tante raccontate dal catalogo di un’asta bellissima
BFA ASTA 66
CAMMEI, INTAGLI E GIOIELLERIA ANTICA
10 luglio 2019
Londra
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