Nuovo murale dello Street Artist Sirante che riprende un capolavoro del pittore fiammingo Rogier Van Der Weyden per rappresentare il ‘lungo calvario giudiziario ‘ della famigia Cucchi. E sui social non mancano le polemiche.
Dopo il lungo calvario giudiziario e il depistaggio da parte dello stato, giungiamo finalmente alla deposizione della verità.
A STEFANO CUCCHI E ALLA SUA FAMIGLIA
Questo il testo- con tanto di codice QR- che accompagna l’ultimo murale di Sirante apparso nel quartiere di Tor Pignattara a Roma (precisamente a via Natale Palli). L’opera rielabora la ‘Deposizione dalla Croce‘, uno dei più grandi capolavori del pittore fiammingo Rogier van der Weyden – databile intorno al 1434 e conservato al Prado di Madrid – sostituendo al volto di Cristo quello di Stefano Cucchi, il geometra 31enne morto nel 2009 in circostanze che sono state ( e sono ancora ) alla base di una tormentata e lunga vicenda giudiziaria
Non è la prima volta che la street art si occupa della famiglia Cucchi: qualche mese fa , lo street artist Jorit aveva omaggiato la caparbietà di Ilaria Cucchi – sorella di Stefano, sempre in prima linea nella ricerca della verità- rappresentandola come una guerriera in un grande murale nel quartiere dell’Arenella a Napoli.
Allora il murale scatenò una serie di polemiche dovute a un’aggressione verbale subita dall’artista durante l’esecuzione dell’opera, così come ‘La Deposizione della verità’ di Sirante: il volto di Stefano Cucchi al posto di quello di Cristo non è infatti piaciuto ad alcuni utenti che lo hanno rimarcato nei commenti dei vari media che hanno pubblicato la notizia sui social. In realtà, in un precedente lavoro, Sirante aveva rappresentato anche il Vicepremier Salvini nelle vesti del ‘San Matteo pentito’ ( al posto di San Pietro) e chiunque si sia interessato anche solo un po’ dei suoi lavori sa perfettamente che la maggior parte sono indirizzati proprio al Ministro dell’Interno e non di certo per omaggiarlo. Insomma, l’elemento religioso non è la chiave per capire i suoi lavori ( e quindi nemmeno per polemizzare sul concetto che intendono esprimere) Il suo intento infatti è quello di evidenziare la ciclicità della storia dell’arte per mezzo dei vecchi maestri: contestualizzare quanto denunciavano nelle loro opere, con i protagonisti di oggi. Nel bene e nel male. Per questo Sirante si è ispirato alle opere dei grandi maestri del passato – Guercino e Raffello per citarne alcuni- anche se ha raggiunto una certa notorietà con la rivisitazione de ‘I Bari’ di Caravaggio con protagonisti i due vicepremier (insieme a Berlusconi) intenti a formare il nuovo governo. L’artista non ci sta però ad essere strumentalizzato politicamente e non ha disdegnato in passato di volgere il suo sguardo ironico e disincantato anche verso l’opposizione.