Costruito tra il 1281 e il 1304, il Pont des Trous sarà abbattuto (e forse ricostruito, più alto e largo) per consentire il passaggio di imbarcazioni fino a 2.000 tonnellate rispetto all’attuale limite di 1.500
In Italia tengono banco da anni – inutilmente, per ora – le polemiche sulla grandi navi da crociera che per ragioni puramente commerciali possono entrare nel bacino di San Marco, a Venezia, con tutte le problematiche di erosione dei fondali e di sicurezza della navigazione che questo comporta. Eppure c’è chi riesce far peggio di noi: come il civilissimo Belgio, dove addirittura prendono il toro per le corna, distruggendo uno straordinario ponte gotico, icona della città di Tournai, per il semplice fatto che è troppo basso e le imbarcazioni non riescono a passare sotto le sue arcate a sesto acuto.
Parliamo del Pont des Trous, sacrificato per consentire una tranquilla navigazione a barche sempre più grandi lungo il fiume Scheldt: dopo anni di discussioni sul progetto, una gru montata su una chiatta è stata dispiegata dalle 6 di venerdì 2 agosto dando il via allo smantellamento dei tre archi. Nelle intenzioni, i mattoni del ponte saranno conservati per la sua successiva ricostruzione su linee simili all’originale, sebbene con un arco centrale più largo e più alto. Eppure le proteste della folla accorsa sulle rive del fiume si sono sollevate già quando alcuni dei mattoni sono stati visti cadere in acqua. A protestare c’era pure il ministro per l’energia del Belgio, Marie-Christine Marghem: “ovviamente non vedo nessuna pietra numerata”, ha commentato, sarcastica. “Sono ai piedi del nostro Pont des Trous fin dall’alba, per vedere come gli assassini istituzionali attaccano un monumento sotto l’occhio cupo dei piccoli potentati locali”.
Costruito tra il 1281 e il 1304, il Pont des Trous – descritto dai detrattori come il “Ponte McDonald”, a causa della sua somiglianza con il logo della catena di hamburger – è (o forse era?) uno dei soli tre ponti militari del XIII secolo rimasti al mondo. Pare che l’abbattimento e l’eventuale ricostruzione fossero necessari nell’ambito di un progetto da 4,2 miliardi di euro per creare un canale di 105 km, che collegherà i fiumi Senna e Scheld, consentendo il passaggio di imbarcazioni fino a 2.000 tonnellate rispetto all’attuale limite di 1.500 tonnellate.
siamo rimasti attoniti quando i talebani hanno abbattuto le statue dei Buddha in Afganistan; siamo inorriditi quando le truppe dell’ISIS hanno distrutto i siti archeologici siriani; ci è dispiaciuto in po’ quando la Biblioteca di Bagdad è stata bombardata dagli americani (in fondo dovevamo combattere il male assoluto). ora, in nome dello sviluppo si può abbattere un ponte storico e va bene a tutti. E’ stato ricostruito dopo la guerra…. e allora? la guerra è stato uno scempio a cui si è cercato di porre rimedio, come a Norimberga. Radiamo al suolo Norimberga? E’ il motivo che ha portato a questa scelta che è osceno e non ha nessuna giustificazione, se non nel fatto che in nome di un progresso che arricchisce pochi e fa danno a tutti possiamo mangiasrci la nostra storia e il nostro pianeta.
siamo rimasti attoniti quando i talebani hanno abbattuto le statue dei Buddha in Afganistan; siamo inorriditi quando le truppe dell’ISIS hanno distrutto i siti archeologici siriani; ci è dispiaciuto in po’ quando la Biblioteca di Bagdad è stata bombardata dagli americani (in fondo dovevamo combattere il male assoluto). ora, in nome dello sviluppo si può abbattere un ponte storico e va bene a tutti. E’ stato ricostruito dopo la guerra…. e allora? la guerra è stato uno scempio a cui si è cercato di porre rimedio, come a Norimberga. Radiamo al suolo Norimberga? E’ il motivo che ha portato a questa scelta che è osceno e non ha nessuna giustificazione, se non nel fatto che in nome di un progresso che arricchisce pochi e fa danno a tutti possiamo mangiasrci la nostra storia e il nostro pianeta.