VIDEO. Dopo due anni di assenza dalle scene Kevin Spacey torna a sorpresa a esibirsi davanti al pubblico in un’intensa performance a Palazzo Massimo
Il post su Facebook di venerdì scorso annunciava semplicemente un “reading da Oscar” delle poesie di Gabriele Tinti con l’apertura serale straordinaria di Palazzo Massimo, una delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano. Quando hanno prenotato la visita per la sera stessa, gli spettatori (pochi perché il messaggio criptico era apparso la mattina stessa quindi il tempo per organizzarsi era davvero poco) non immaginavano che si sarebbero trovati di fronte il due volte premio Oscar Kevin Spacey a recitare i versi de Il Pugile accanto al capolavoro della tarda età ellenistica (II-I a.C.) che ritrae un pugile a riposo al termine di un incontro.
Una vera sorpresa anche perché l’attore non recitava di fronte al pubblico dal giorno della prima denuncia di molestie (avvenute, secondo l’accusatore, molti anni prima), seguita poi da altre, nell’ambito dello scandalo a sfondo sessuale che ha travolto Hollywood nel 2017.
La domanda sorge spontanea. Perché scegliere proprio Roma e una performance artistica per la prima uscita pubblica dopo due anni di “esilio”? La risposta è molto più semplice di quanto si possa immaginare. Nessuna strana campagna d’immagine studiata a tavolino. Il poeta e scrittore Gabriele Tinti – autore del testo recitato dall’attore – è specializzato in questo tipo di performance che uniscono l’arte alla recitazione di testi che descrivono un immaginario contesto delle varie opere. Altri artisti e altre sedi museali hanno dato vita a reading come quello andato in scena nella Sala del Pugile. Proprio a Palazzo Massimo ricordiamo una splendida performance di Alessandro Haber. La poesia infatti, è una di quelle contenute nel volume “Rovine”, ispirate all’arte statutaria. Il concept del progetto consiste nel permettere una contemplazione più profonda e consapevole delle varie opere d’arte: proprio questo è stato l’elemento che ha permesso al poeta di convincere l’attore statunitense a farne parte. Lo ha spiegato lo stesso Tinti nelle varie interviste apparse sui giornali di tutto il mondo:
Il fruitore medio di opere d’arte, in particolare statuaria, rimane attratto dai 10 ai 15 secondi. Pochissimo. Quindi anche Spacey deve essere stato intrigato, da amante della cultura quale lui è, perché questo lavoro rende viva l’opera stessa e in più tiene incollato lo spettatore, non per pochi secondi ma per tutta la durata della performance”
Insomma, è bastata una mail che facesse leva sulla passione per l’arte di Spacey per convincerlo a partecipare al progetto. E forse anche la storia di quel pugile stremato dal combattimento. Impossibile non pensare a qualche parallelismo tra i due.
[…] lo so, adesso sono stanco e sto diventando malinconico. E per questo che mi avete scavato la fossa. L’avete aperta lassù, lontano. Per nascondermi, per non avere problemi e non dover vedere. Stolti! Non potevate immaginare che sarei risuscitato in questo vestito di metallo a fissarvi con il mio volto scuro, senza labbra […] (breve estratto dal testo di Gabriele Tinti)
Da sinistra: Mirella Serlorenzi, Responsabile di Sede di Palazzo Massimo, Kevin Spacey, Daniela Porro, Direttore del Museo Nazionale Romano.Immagini dal post facebook della pagina del Museo Nazionale
Non sta a noi emettere sentenze o giudizi morali – per dovere di cronaca, il diciottenne che lo aveva accusato di molestie risalenti al 2016 ha ritirato la propria denuncia- quello che possiamo ‘giudicare’ è solo il suo talento artistico, che non si discute. La performance di circa venti minuti, accanto alla statua del “Pugile a Riposo” è intensa e allo stesso tempo “tecnicamente'” impeccabile. Densa di significati, forse voluti, forse no, non importa. Il gioco di specchi è evidente a tutti: da una parte il pugile all’angolo, stremato dopo l’ultimo combattimento. Il volto tumefatto è segnato dai colpi subiti e dagli anni che avanzano. Dall’altro un ex-ragazzo appassionato di boxe che poi ha scelto la strada della recitazione su consiglio dell’amico Val Kilmer ma che ha dimostrato di saper ancora “incassare” colpi micidiali. Due volti stanchi e melanconici . Quello del pugile è assorto in mille pensieri che ignoriamo ed è proprio questa inderminatezza la magia dell’arte. Quello di Spacey è provato ma deciso al tempo stesso. Due pugili a riposo o messi all’angolo? Questo lo deciderà la storia. Per il momento la performance è da brividi. Ecco il video ( è possibile impostare i sottotitoli in italiano cliccando sulla prima icona in basso a destra della scherma di YouTube):