Un’opera di Pablo Picasso entra nella collezione permanente del ‘Museo Soffici e del Novecento italiano’ di Poggio a Caiano.
Si tratta di un disegno riprodotto sulla rivista futurista ‘Lacerba’ il 15 giugno del 1913 dal titolo ‘Bicchiere a calice’ (matita conté su carta), a fianco della rubrica ‘Giornale di bordo’ di Ardengo Soffici.
La donazione arriva in seguito alla mostra che si è chiusa lo scorso 14 aprile dove erano protagonisti due disegni del maestro spagnolo. Pablo Picasso e Ardengo Soffici hanno avuto «un rapporto talmente intenso, come dimostrano le lettere che si sono scambiati, che non esiste un’altra corrispondenza così forte tra l’artista spagnolo e l’Italia», spiega il professor Luigi Cavallo, curatore della mostra che ha ospitato, come detto, “Composizione”, un inchiostro su carta, apparso il 21 novembre 1912 su “La Voce”, la rivista fondata da Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini; e “Bicchiere a calice”, matita conté su carta, riprodotto invece il 15 giugno 1913 su “Lacerba”, la rivista futurista fondata dallo stesso Soffici insieme a Papini.
Secondo la critica questo foglio di Picasso si contrappone alla complessità degli spazi nella sua essenzialità lineare, diventando uno dei punti di riferimento formale e culturale per l’accostamento del Cubismo in Italia. Divenne presto chiave stilistica e plastica per artisti come Severini e Carrà. Il foglio, che proveniva dal pittore spagnolo, divenne proprietà di Soffici, anche se non si sono mai ricostruite con esattezza le vicende legate alla sua acquisizione, dato che in quell’anno Soffici non si era recato in Francia. È probabile dunque che il disegno sia stato portato a Soffici da Parigi da qualche comune amico dei due artisti, non esistendo a riguardo un’adeguata documentazione né tracce nella corrispondenza tra Picasso e Soffici. In mostra anche opere di Soffici del periodo e libri d’epoca.
La storia dei due disegni, almeno dell’inchiostro su carta, ha risvolti particolari, resi noti dallo stesso professor Cavallo: Soffici, che a Parigi scopre il cubismo quando ancora in Italia se ne aveva poca contezza, scrive nel 1911 su “La Voce” un saggio “Picasso e Braque”, riprodotto per la mostra poggese (con nota professor Cavallo), senza foto di dipinti dei due artisti, Prezzolini si rifiuta di farlo. E lo stesso rifiuto il direttore della rivista fiorentina oppone in un primo tempo al disegno di Picasso: «Non possiamo pubblicare questa roba». Che invece non soltanto venne pubblicato, ma si iniziò così a far conoscere una delle maggiori correnti del ‘900, che influenzò, grazie all’attività di Soffici, non pochi artisti italiani. «Una mostra – chiude l’assessore alla Cultura Giacomo Mari – che ha un altissimo valore. L’esposizione dei due disegni di Picasso evidenzia i legami tra le avanguardie artistiche del ‘900, e il ruolo da protagonista svolto da Soffici».
Composizione (inchiostro su carta) è stato il primo disegno firmato da Picasso ad apparire in Italia sulle pagine de “La Voce” del 21 novembre 1912, a fianco dell’articolo di Ardengo Soffici intitolato Ojetti e il cubismo. Il disegno, eseguito nella primavera-estate del 1909, fu probabilmente donato da Picasso a Soffici durante il soggiorno del pittore toscano a Parigi, in occasione della preparazione della mostra sugli Impressionisti organizzata a Firenze da Giuseppe Prezzolini. La composizione, che sviluppa i motivi delle “Demoiselles d’Avignon”, ha analogie stilistiche con l’Omaggio a Gertrude Stein, dipinto appunto nel 1909.
Il proprietario delle opere ha deciso di destinare il primo disegno alla collezione permanente del Museo Soffici in comodato d’uso gratuito. “L’offerta culturale di Poggio a Caiano – dichiara Giacomo Mari, assessore comunale alla cultura – si arricchisce di un ulteriore straordinario tassello. Il ringraziamento va anzitutto al prestatore, che preferisce l’anonimato, per la fiducia e l’affetto dimostrati verso il Museo Soffici e verso il nostro territorio”.