A Bloomsbury e altri racconti, un itinerario letterario alla scoperta di Mary Butts
Bloomsbury: la sola pronuncia evoca l’immaginario modernista londinese fatto di interni borghesi arredati con gusto sopraffino e ferventi cenacoli intellettuali. Ai ritratti che ben conosciamo, primo fra tutti quello di Virginia Woolf, autrice ampiamente storicizzata e ben rappresentata nella cultura pop, si aggiunge oggi quello di Mary Butts, autrice dalla personalità controversa e affascinante –una «Morgana» direbbero Michela Murgia e Chiara Tagliaferri – unica per vissuto e stile narrativo.
La cultura anglosassone ha scoperto le opere di Mary Butts solo negli Ottanta perché Camilla Elizabeth, figlia di Mary, ha tenuto nascoste al pubblico le pagine della madre. In Italia è l’editore Safarà a introdurla all’attenzione dei lettori, con A Bloomsbury e altri racconti. Pagine la cui eco ritroviamo nella prosa di molte delle più irriverenti autrici di oggi, un esempio per tutte la Kristen Roupenian di Cat Person.
Perché Camilla Elizabeth ha tenuto nascoste le pagine della madre? La risposta sta nella biografia di Mary Butts, nel suo legame con Aleister Crowley e nel modo in cui la magia e la stregoneria permeano le sue pagine, rendendole inafferrabili, claustrofobiche e irriverenti nella migliore accezione del termine.
Mary Butts cresce nella campagna del Dorset (che permarrà sempre nel suo sguardo di autrice e che influirà sul suo pensiero ecologista), fra gli acquerelli di William Blake di proprietà del nonno, che fu grande amico del visionario artista. Lo stile e l’immaginario di Blake, drammatico e sovrannaturale, avranno grande influenza sulla prosa di Mary, così moderna, inafferrabile e oscura. Dopo aver studiato a Westfield e alla London School of Economics e aver preso coscienza della propria bisessualità, Mary incrocerà Aleister Crowley che allora andava formando la sua complessa dottrina esoterica attraverso lunghi soggiorni lontano dalla Terra d’Albione. Sedotta dal pensiero di Crowley, Mary collaborerà con lui alla stesura di Magick (Book 4), testo rivelatore e magnum opus per i futuri seguaci di Crowley.
A cavallo del primo conflitto mondiale Mary incontrerà e sposerà il poeta pacifista John Rodker, insieme al quale darà alle stampe le opere di molti autori modernisti, tra cui Wyndham Lewis e May Sinclair. Il pacifismo di Rodker e il pensiero modernista saranno rielaborati in maniera felice e originale nell’opera di Mary Butts. Elitarismo e recupero del mito sono temi centrali per la letteratura modernista e, come nel caso di Ezra Pound, saranno il sostrato ideologico su cui si svilupperanno i fascismi, ma nella prosa di Mary Butts questi stilemi diventano parte di un immaginario ecologista, sensuale, misterico, antirazzista e profondamente critico.
Prendiamo il primo racconto di questa raccolta A Bloomsbury: le premesse muovono dall’immagine istituzionale che abbiamo di questo quartiere, una fucina culturale nel cuore di Londra. I protagonisti sono un gruppo di giovani rampolli dediti alle arti, alla sperimentazione sessuale e alla cultura. L’incontro con due cugini nati e cresciuti in Sud Africa – descritti come creature inafferrabili e pericolose, a metà fra Joseph Conrad e Anne Rice – svelerà tutto il loro pregiudizio, già pronto a diventare paranoia. I bloomsburiani convinti (senza uno straccio di prova) che i cugini abbiano ucciso un loro fratellastro nato in Sud Africa da madre bantù, faranno di tutto per consegnarli prima possibile alla giustizia di sua maestà. Colonialismo e razzismo irrompono così nei salotti colti e open mind di Bloomsbury sconfessandone l’umana pochezza e il pregiudizio.
Ugualmente basato in interni ma più claustrofobico e destabilizzante è il racconto A Bayswater, uno dei più belli di questa edizione Safarà. Le scellerate e illogiche dinamiche familiari si manifestano in tutto il loro orrore nei giochi di potere fra un padre e un figlio, nella sensualità da appartamento che si accende fra due vecchi amici e nella soffocante e castrante follia di una madre, accecata dal perbenismo e dalla mancanza di desiderio.
È il 1920 e Mary Butts si trasferisce a Parigi, dove incontra Cedric Morris (che la ritrarrà in un iconico dipinto su sfondo rosso) e il cineasta surrealista Jean Cocteau, entrambi diventeranno suoi grandi sodali e amici. Mary Butts ambienta nella Ville Lumiere il racconto Dall’altare al soprammobile del camino, dove scorgiamo una Parigi opulenta, magnifica e notturna, una città che seduce lo spettatore e lo invita a prendere parte ai misteriosi rituali che si celebrano nel suo «ventre», in quegli interni borghesi che qui vedono la loro funzione di salotto intellettuale amplificarsi fino ad abbracciare l’idea del gabinetto esoterico in cui consumare incantesimi collettivi.
Attratta dall’utopia di Aleister Crowley, Mary Butts lo raggiunse a Cefalù, soggiornando per quasi quattro mesi nell’Abbazia di Thélema (Villa Santa Barbara). Ne fuggirà per l’intensità raggiunta dai rituali, portandosi dietro una brutta dipendenza da droghe. In A Bloomsbury e altri racconti, Con o Senza Bottoni e Brightness falls sono i brani più permeati da una matrice esoterica, oscura e irriverente. In questi racconti la magia sconvolge le vite dei protagonisti (molto spesso abitanti della campagna inglese) diventando incontrollabile, magnifica e spaventevole.
Nel 1930 Mary sposa l’artista omosessuale Gabriel Atkin e completa il suo romanzo simbolista Armed with Madness, oscura variazione sui cicli del Graal. Gli ultimi anni della sua vita la vedono, in Cornovaglia, a lavoro su un romanzo ispirato a Flavio Claudio Giuliano, l’ultimo imperatore romano dichiaratamente pagano.
L’opera di Mary Butts è un corpus ricco, costituito da romanzi ma soprattutto da racconti che ci restituiscono una visione diversa, più ampia e articolata, sia del Bloomsbury Group sia della letteratura modernista. I primi freddi autunnali sono vicini, il tempo perfetto per godersi i suoi inafferrabili e misteriosi racconti, in un edizione cui rimproveriamo solo una traduzione non sempre all’altezza della prosa evocativa di Mary Butts.