Camilla Moresi e G / A R T / E N,la sua nuova galleria d’arte contemporanea a Como
Oggi sono molto felice di ospitare qui al Motel Nicolella una giovane gallerista. Si chiama Camilla e lo scorso anno ci siamo conosciuti all’Art Curator School. Si era iscritta perché voleva aprire una galleria d’arte contemporanea a Como e voleva dei consigli. Beh, alla fine ce l’ha fatta, e sono molto felice di poter raccontare la sua storia (e di invitare tutti voi ad andare a visitarla per mettere mano al portafogli).
Non le ho certo indorato la medicina, sia chiaro. Durante le giornate di corso ho cercato in tutti i modi di sconsigliarle questo folle gesto. Ma forse è proprio chi osa, chi ha questa passione sfrenata per l’arte, che alla fine ci riesce. Ha potuto ascoltare i consigli di alcuni big dell’arte che sono venuti a parlare al corso, tra cui Mario Cristiani della Continua o Franco Losi di Save The Artistic Heritage, per non parlare di Arnaldo Pomodoro che ci ha raccontato i suoi inizi a Milano, e alla fine, questa galleria, è qui.
Ma facciamo che sia lei a parlarvene.
Ciao Camilla, bentrovata al Motel Nicolella. Prima di tutto, due parole su di te. Dopo un’esperienza di alcuni anni a Zurigo, in bilico tra arte e design, ti sei decisa a rientrare in Italia. Un po’ all’opposto dei cosiddetti “cervelli in fuga”, come mai?
Ciao Giacomo, grazie dell’invito al Motel Nicolella! Sì, é una domanda che mi fanno in molti, ma io non potrei esserne più convinta! È stata una scelta fatta con tanto entusiasmo, quando mi si é presentata l’occasione di aprire un mio spazio espositivo in Italia non ho avuto dubbi e ho lasciato su due piedi tutto quello che avevo a Zurigo.
Ed eccomi qui, ad aprire il mio spazio indipendente per offrire finalmente a Como, la mia città, un luogo giovane dedicato all’arte emergente, importando un po’ di quella cultura internazionale che ho assorbito negli anni passati a Zurigo e prima ancora a Parigi.
Como é una città particolare: é sempre più internazionale per il turismo, ma poi i comaschi si devono spostare o verso Lugano o verso Milano per trovare per esempio questo genere di realtà artistiche emergenti che vorrei proporre nel mio spazio.
Solo ultimamente, grazie ad altri giovani che come me rientrano in Italia, stanno nascendo spazi di arte contemporanea con un approccio fresco e aperto. E’ molto bello, c’é spazio per tutti e collaboriamo fra di noi per svecchiare un po’ la città.
Vedo moltissimo potenziale e questo mi da tantissima carica per il futuro! C’é moooolto da fare!
Di prossima apertura il tuo spazio, la tua galleria di arte contemporanea, a Como. Come si chiamerà e dove si troverà?
Si chiamerà G / A R T / E N. E’ divertentissimo, la gente si scervella per cercare un significato credendo sia una specie di acronimo. Più o meno tutti alla fine arrivano a qualcosa tipo Gallery / Art / Entertainment. In realtà é una parola tedesca (e qui c’é lo zampino zurighese) che significa giardino, e che però in un gioco di parole contiene anche “art”. Tu mi dirai, che cosa centra ora giardino? Beh voglio dare un carattere alla galleria che si allontani dal classico white cube che intimorisce le persone ad entrare. Ma sia piuttosto uno spazio dove le opere esposte costituiscono un paesaggio di forme e colori, da ammirare mentre offro un caffè e chiacchiero insieme ai miei ospiti, come si farebbe tra amici in un giardino appunto.
Lo spazio si trova in via Anzani, a cinque minuti dal centro storico.
Sai i miei nonni hanno acquistato i locali negli anni ’60 facendo un’ipoteca per aprire una delle prime cartolibrerie di Como, poi mio padre lo ha trasformato in un negozio per collezionisti di penne stilografiche, e ora arrivo io a reinterpretare tutto ancora una volta!
Ma é bellissimo come ci sia una vita di quartiere, un via vai di persone che entrano a salutare e a dirmi anche solo in bocca al lupo!
A chi è rivolto lo spazio? Che tipo di collezionismo speri di intercettare e quali artisti proporre?
L’obiettivo dello spazio é introdurre al pubblico italiano degli artisti emergenti internazionali, tutti ad inizio carriera ma già con esperienze espositive alle spalle o comunque una personalità artistica chiara e riconoscibile, facile da comunicare anche alle persone non addette ai lavori. Sono artisti che per varie vie ho conosciuto negli anni all’estero, e che ora sono felice di far apprezzare anche qui!
Penso che in Italia ci siano già molti collezionisti aperti all’arte emergente, e ovviamente la soddisfazione più grande sarebbe iniziare nuove persone a questo genere di collezionismo, riuscendo a trasmettere la passione per delle opere d’arte non ancora “quotate” dal sistema istituzionale dell’arte.
Al di là del collezionismo, lo spazio é però anche uno spazio offerto a tutti, dove vivere l’arte contemporanea in modo umano e personale: sto organizzando infatti un calendario di talk, art brunch, yoga e performances artistiche da ospitare in galleria nei weekend.
Anzi, iscrivetevi tutti alla newsletter così vi tengo aggiornati!
Parlaci della prima mostra, hai in ballo un’artista francese… Come vi siete conosciute e qual è il concept della mostra?
E’ un’artista parigina, Soumisha Dauthel. E’ curioso perché in realtà non l’ho conosciuta quando vivevo a Parigi, ma l’anno scorso leggendo una sua intervista per Young Space, il blog di una talent scout di talenti emergenti. (Consigliatissimo!)
Mi aveva completamente affascinato e le ho scritto subito una email per invitarla ad esporre in quella che al tempo era ancora solamente la mia ipotetica galleria futura: non avevo niente da mostrarle, né un sito internet, né foto dello spazio perché andava ancora completamente ristrutturato. Però avevo una visione molto chiara del progetto, e in qualche modo devo essere riuscita a trasmettere questa visione anche a lei perché si é creato subito un feeling molto personale e si é fidata ciecamente. Solo in seguito sono andata da lei a Parigi per il classico Studio Visit e per vedere di persona i suoi lavori.
A quel punto avevo già abbozzato una specie di manifesto diciamo della galleria, basato sul concetto di sinergia fra varie forme d’arte che desidero ospitare nello spazio: esposizioni ma anche performances saltuarie o eventi d’arte come ti dicevo prima, per coinvolgere attivamente le persone e farle avvicinare all’arte contemporanea.
E da questo concetto é arrivato spontaneo il titolo della prima mostra di apertura, White Rainbow, apparentemente un ossimoro ma in realtà un rafforzativo della sinergia di tutti i colori, e la scelta di inaugurare lo spazio con una personale di Soumisha.
Anche nei suoi lavori infatti é fondamentale il concetto di sinergia fra i singoli frammenti pittorici delle composizioni: ogni frammento ha una sua identità unica, ma é nella composizione totale in relazione agli altri singoli frammenti che trova significato, generandosi una tensione/attrazione che oscilla costantemente tra armonia e disarmonia.
Alla fine il cerchio si é chiuso naturalmente.
Come da rito, che cosa bevi?
Pisco Sour, grazie.
Salute!