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Il “trauma” della pittura contemporanea. Immagini dalla mostra alla galleria Marignana Arte

Trauma, Marignana Arte, Venezia (foto Anna Mattioli) Trauma, Marignana Arte, Venezia (foto Anna Mattioli)
Trauma, Marignana Arte, Venezia (foto Anna Mattioli)
Trauma, Marignana Arte, Venezia (foto Anna Mattioli)

Marignana Arte esplora a Venezia i fondamenti del genere pittorico tradizionalmente inteso, mettendo insieme nove artisti di provenienza internazionale

Il titolo contiene “una doppia direzione di senso: da un lato, perentoriamente dichiara una situazione di rottura rispetto alle rotte tracciate dalla storia dell’arte, proponendo artisti inediti e ancora da scoprire, in un percorso che diventa incursione dialettica; d’altro canto, nel suo contenere la radice del verbo tedesco träumen e dell’inglese to dream, evoca una stupefatta visione, chiesta allo spettatore davanti al potere ancor oggi sorprendente dell’opera pittorica”. È questo, nelle parole della curatrice Ilaria Bignotti, ciò che vuole approfondire la collettiva dal titolo Trauma, allestita a Venezia dalla galleria Marignana Arte e visibile fino al 9 novembre. Un’indagine inedita, irriverente e provocatoria rispetto alle tendenze principali della ricerca pittorica contemporanea, area molto cara alla galleria, che stavolta la esplora con le opere degli artisti Giuseppe Adamo, Stijn Ank, Steven Cox, Francesco De Prezzo, Maurizio Donzelli, Serena Fineschi, Silvia Infranco, Anne Laure Sacriste, Roy Thurston.

Trauma, Marignana Arte, Venezia (foto Anna Mattioli)
Trauma, Marignana Arte, Venezia (foto Anna Mattioli)

Alcuni per la prima volta proposti da Marignana Arte, come Stijn Ank, Steven Cox, Francesco De Prezzo e Anne-Laure Sacriste, altri già pienamente rappresentati e analizzati in diverse occasioni espositive in galleria e spazi istituzionali. Ma tutti accomunati dal tentativo di rinnovare dall’interno, senza negarlo, e rimettere in discussione i fondamenti del genere pittorico tradizionalmente inteso: “rapporto tra disegno e colore, progetto e processo, confronto tra superficie e profondità del campo visuale, relazione tra visione e stratificazione dei materiali, dialogo tra bidimensionalità dell’opera e tridimensionalità dello spazio”. Da Giuseppe Adamo, che nella scelta di una pittura pura stratifica visualmente onde di colore, tono su tono, a Silvia Infranco, che nella stratificazione dei materiali, organici e non, recupera il processo alchemico del dipingere, in opere memoriali e segrete. Qui sotto una galleria fotografica della mostra…

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Monica Bonvicini, As Walls Keep Shifting, 2019. Installation view at OGR Torino. Photo Luigi De Palma. Courtesy OGR Torino Monica Bonvicini, As Walls Keep Shifting, 2019. Installation view at OGR Torino. Photo Luigi De Palma. Courtesy OGR Torino
Aleksandra Domanović, screenshot da The Falseness of Holes, 2019 Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro Aleksandra Domanović, screenshot da The Falseness of Holes, 2019 Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro
Aleksandra Domanović, screenshot da The Falseness of Holes, 2019 Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro Aleksandra Domanović, screenshot da The Falseness of Holes, 2019 Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro
Aleksandra Domanović, The Falseness of Holes, 2019. Photo Carlos Tettamanzi. Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano Aleksandra Domanović, The Falseness of Holes, 2019. Photo Carlos Tettamanzi. Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano

www.marignanaarte.it

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