Al Motel Nicolella, si parla dell“Amazon’s Cabinet of Curiosities” dell’artista Emilio Vavarella (ArtVerona 2019)
Come sapete, o come forse non sapete anche se seguite questa rubrica, quest’anno non sono passato per ArtVerona. La stagione delle fiere è molto fitta e occorre fare delle scelte, tutto qui, nessuno snobismo.
Ebbene, in mezzo alle solite cose veramente riviste, masticate, rimesse sul piatto, rimasticate ancora, mi ha colpito una mail di una cara amica PR. Mi segnalava un progetto collaterale della fiera in cui un artista e una decina di imprenditori hanno fatto un esperimento.
In sostanza si sono raccolti tutti quanti in una stanza e hanno realizzato un’opera d’arte chiedendo ad Alexa, la famosa intelligenza artificiale di Amazon (concorrente di Google Home), di suggerire loro gli oggetti con cui iniziare una nuova “opera d’arte”.
Credo che il tema, a prescindere dal risultato finale di questo esperimento, sia abbastanza centrale nello sviluppo dell’arte dei prossimi anni. Giusto ieri Luca Beatrice suggeriva in un bel pezzo sul Giornale di fare attenzione alle nuove generazioni di artisti, che non passano più dall’imbuto delle gallerie e si fanno invece strada attraverso il web.
Quindi: digitale per diffondere ma anche digitale per creare. Sono molti, ancora, pure coloro che realizzano le proprie opere direttamente in digitale. E perché no? Perché mai un singolo post non dovrebbe, invece che un rimando a un contenuto “reale”, essere l’opera d’arte stessa? Ok, oggi al Motel stiamo divagando… torniamo a Verona, e ad Alexa.
L’opera è firmata dall’artista Emilio Vavarella, che insieme agli imprenditori ha affrontato il tema della relazione tra intelligenza umana e intelligenza artificiale. Alexa ha suggerito un primo prodotto e, a seguire, l’algoritmo ne ha proposti altri. Gli articoli, anche stravaganti (tra gli altri, cavi elettronici, un modello di grasso umano, una testa di unicorno, una mini turbina a vapore, uno spray per attirare pipistrelli, un salvadanaio interattivo) sono stati acquistati in modo sequenziale, seguendo i suggerimenti di Alexa, fino ad esaurimento budget.
Il gruppo di imprenditori, stimolato dall’artista e da Alessia Tripaldi di Sineglossa, ricercatrice e formatrice in ambito Arte e Impresa, ha preso parte ad un workhsop a più mani, un processo di interpretazione e analisi in cui le competenze individuali e relazionali dei partecipanti – le cosiddette soft skills – sono state messe in campo per creare connessioni di senso inedite, conducendo alla produzione dell’opera finale.
Emilio Vavarella, artista, vincitore dell’Italian Council 2019 che svolge una ricerca interdisciplinare attraverso diversi medium e attualmente ricercatore presso l’Harvard University, ha commentato: “dal punto di vista umano i prodotti suggeriti da Alexa erano completamente imprevedibili. Al contempo, dal punto di vista di Amazon, il risultato rappresenta la conseguenza di precisi algoritmi. Nell’apparente tensione tra imprevedibilità e controllo sistematico e affidando il mio processo decisionale ad Alexa, Amazon Cabinet of Curiosities continua la mia ricerca sui meccanismi nascosti e invisibili del potere tecnologico, e la mia riflessione sull’autorialità artistica in un mondo saturato da processi autonomi e non umani”.
I 12 imprenditori che hanno aderito al workshop di Emilio Vavarella sono: Alberto Brazzale, Brazzale SpA; Chiara Carletto, Calzedonia SpA; Gianna Comuzzi, Lavagnoli Marmi; Filippo Dall’Amico, LaPrimaPlastics; Michelangelo Fasoli, Durendal Ventures Group; Matteo Gelmetti, Arspixel; Giovanni Guerri, Guglielmo; Silvia Nicodemo, Veronesi Holding; Enrico Pandian, Supermercato24, Checkout, Technologies, FrescoFrigo; Thomas Pandian, Consiglio di Bacino Verona Nord; Marta Veronesi, Aia SpA; Laura Veronesi, Veronesi Holding SpA.