JaguArt è il progetto, ideato a Jaguar, che guarda già alla prossima edizione di Artissima. Parte così la ricerca ai dieci migliori talenti dell’arte contemporanea italiana.
La più grande opportunità e la più grande sfida che l’arte contemporanea si trova davanti è quella legata all’eterogeneità del linguaggio. Ogni artista oggi si trova davanti una sterminata possibilità espressiva: l’arte è diventata onnivora, coinvolge e necessita di tutti gli elementi del reale per mantenere la sua forza comunicativa. Alle canoniche vie espressive si accompagnano così uno sterminato numero di soluzioni, con altalenanti risultati in termini di ricerca e validità intrinseca/estrinseca. Non è sufficiente infatti creare un’opera con un personale lessico coerente (materiale, realizzazione, tema), ma appare fondamentale inserire il lavoro lungo il sentiero del fare artistico comune: in poche parole, essere in grado di inserirlo nella storia dell’arte.
Per questo fare arte oggi significa prestare costante attenzione sia al fine che al mezzo espressivo, una perpetua meta-cultura dove il ragionamento sul metodo e il sistema rivaleggia, spesso superandolo, l’aspetto narrativo-contenutistico. Seguendo questo ineluttabile dettame contemporaneo Jaguar ha scelto di fare il suo ingresso nel mondo dell’arte, dando vita a una collaborazione con Artissima, riferimento assoluto del sistema fieristico italiano. Facile ma inevitabile tradurre questo sodalizio in JaguArt, intitolando così il Talent Road Show che porterà la casa automobilistica, con il supporto di un team di professionisti del settore, all’individuazione dei giovani talenti più brillanti del panorama nazionale. Questi saranno ospiti, l’anno prossimo, di Jaguar durante la fiera di Torino, rampo di lancio unica per un artista in cerca di un’occasione.
Il profilo, l’abbiamo visto, non può che avvicinarsi a quell’ideale di artista ibrido, spesso magari estraneo a una preparazione accademica classica. Le vie di contaminazione a cui l’arte si è aperta rende più accessibile l’ingresso ma più complicata la permanenza al suo interno. Non c’è formula matematica che assicuri percorso lineare all’interno del tortuoso e imprevedibile sistema dell’arte, da sempre sensibile alle volubili preferenze del mercato. Non c’è forse luogo migliore di Artissima, allora, per sfogliare l’offerta galleristica alla ricerca di quegli artisti che – per età, talento e italianità – rientrano nelle prospettive identitarie di Jaguart. Questi alcuni dei risultati.
Namsal Sredlecki, Il viandante, Galleria Magazzino, Roma
Immerse in una vasca che rimanda alle grandi fontane delle piazze italiane, due figure statuarie si fronteggiano senza tremare. Come tutti i veri complici stanno uno di fronte all’altro, come tutti i veri complici si scambiano qualcosa. Uno dà, l’altro prende; e poi ci si inverte. Le statue, collegate a due elettrodi, si invertono a cadenza regolare le polarità, dando luogo o un continuo scambio di materiale. E che materiale: le statue sono realizzate con il metallo ottenuto dalle monetine raccolte nel fontane. Luogo di passaggio queste, dove casuali passanti gettano monetine il cui destino è sempre del tutto imprevedibile. La poetica dello scambio, del passaggio, della proprietà precaria, dell’affidarsi al non controllabile sono i cardini su cui poggia questo lavoro dell’italiano Namsal Sredlecki, che non poteva scegliere nome più coerente per il suo lavoro: Il viandante.
Ryts Monet, Blue Hole, Galleria Rizzo, Venezia
Utile a catalogare o divisione controproducente? Per quanto il concetto di limite sembri promettere una separazione chiara, la sua linea sfuma spesso nelle due parti che separa. Così l’artista italiano Ryts Monet non rinuncia a posizionarsi in questo territorio incerto, ma rilancia con i suoi cianotipi realizzati lungo fasce di terra di confine. Il soggetto ritrae un cancello, visiva declinazione dell’idea di distacco, di fuori e dentro, di prima e dopo. La tecnica, celebre per la sua semplicità e per il colore blu del risultato, si distingue per l’impressione che avviene tramite la diretta esposizione della carta fotosensibile con la luce del sole. Le conseguenze sono disparate ma una, almeno in questo caso, risulta particolarmente rilevanti: l’immagine sembra impressionarsi per azione propria sul foglio. Il confine, isolato nel suo isolare, balza in aria per impressionarsi su un foglio e volare via.
The Cool Couple, Time travel stuff, MLZ Art Dep, Trieste
Scienza e arte, arte e politica: l’occhio trasversale della coppia artistica dei The Cool Couple guarda a tutto ciò che è rilevante nella nostra società. E ovviamente lo annette alla sua arte. Come nell’opera che portano ad Artissima, la quale unisce le due dimensioni. Da una parte un teschio poggia provocatoriamente su un supporto anomalo: una lattina di coca-cola schiacciata. Dall’altro i risultati dei rilevamenti sulle onde luminose. Deriva sociale e ricerca si uniscono così nell’opera del duo, che acquista ulteriore spessore analizzando il materiale su cui è stampata. Fornita da Fujifilm, la pellicola è ancora in fase di sperimentazione e mira a conservare per un tempo ancora più lungo le immagini impresse. La questione appare dunque interessante: qual è la durata di un instante eternamente immortalato?