L’arte e le donne. Il corpo e l’immagine. Omaggio alla femminilità alla Galleria d’Arte Moderna di Via Crispi a Roma. Ultimi giorni per visitare la mostra che chiuderà il 10 novembre 2019.
Concept della mostra
La figura della donna e il suo corpo vengono usati nel mondo moderno e dei media soprattutto con scopi erotici? Questa è la domanda che si ponevano le femministe americane degli anni ’70 e che riflette in ogni caso una verità. L’ immagine della donna nuda, in tutti i tempi, è stata considerata come archetipo della bellezza ma anche fonte di ogni peccato e colpevole di seduzione. Questa mostra rivela il contrappunto tra la figura della donna legata alla vita domestica e quella considerata una maliarda seduttrice.
La ricca rassegna presenta più di cento opere – tra dipinti, sculture e grafiche – che rappresentano una sintesi iconografica della realtà femminile vista dagli artisti.
Il percorso espositivo e le opere più interessanti
Il periodo preso in esame va dagli inizi del ‘900 fino agli anni della contestazione del ‘68.
Importanti sezioni sono dedicate, trasversalmente ai periodi, alle antitesi di natura e carattere che il mondo femminile porta con sé. Tra queste le immagini della donna madre che accoglie la sua prole con amore e dedizione. Ma non pochi artisti prediligono raffigurare invece la figura della grande seduttrice. Tra questi artisti c’è il divisionista Camillo Innocenti che presenta un’opera affascinante dal titolo ‘La sultana’. È l’immagine di una piccola donna distesa sul divano il cui corpo è realizzato con tinte delicate e leggere a piccoli tocchi di colore con uno stile vibrante di luce. Questa figura, che potrebbe essere molto erotica, è invece risolta con grande raffinatezza dall’artista che non ne sottolinea l’aspetto lascivo: i colori lievi smorzano i toni e la rendono particolarmente dolce.
Tra gli artisti ci sono molti personaggi importanti della pittura del Novecento, in particolare Giulio Aristide Sartorio, il grande maestro del nudo che affrescò la Camera dei Deputati, che, nel polittico presente in mostra, rappresenta un’immagine femminile opposta alla precedente, cioè le Vergini Savie della parabola evangelica. Figure eteree quasi disincarnate che si alternano in una sequenza processionale in vesti bianche.
Altra opera interessante è L’Angelo dei Crisantemi di Angelo Carosi, un’immagine grandiosa, stante, una sorta di sfinge e nello stesso tempo una musa: i colori sono delicati e la luce è totale, non ci sono ombre a creare la volumetria. Queste immagini iconiche ricordano le liriche dei poeti d’oltralpe ma anche la letteratura simbolista e decadente di Gabriele D’Annunzio.
Di grande respiro le figure di Luigi Trifoglio che rappresenta la maternità e di Mario Mafai con la grande opera di clima rustico e popolare ‘Donne che si spogliano’. Molto interessante anche la sezione delle sculture di piccole dimensioni che rappresentano una sintesi della sinuosa eleganza del periodo liberty.
Esposti anche una galleria di ritratti che raffigurano donne di tutti i tipi nei quali gli artisti hanno identificato le tipologie più varie di psicologia femminile: dalla fanciulla innocente alla maliarda, dalla contadina alla dama elegante, fino all’inquietante volto di Elisa moglie di Giacomo Balla che è anche il logo della mostra. La donna, avvolta nel fondo oscuro, è rivelata da una luce improvvisa mentre si gira con ironia, e anche con malizia, a guardare lo spettatore.
Questi volti, che ricordano l’Italia di mezzo secolo, sono caratterizzati da un elemento comune, che travalica il tempo. La quieta serenità di un mondo ricco di pietas, un’umanità solenne e arcaica di un mondo che sembra essere scomparso man mano negli ultimi cinquant’anni.
Anche alcune artiste sono presenti nella galleria. Si cerca una nuova identità femminile con le pittrici degli ultimi anni ‘60: Tomaso Binga e Giosetta Fioroni che raccontano con immagini e installazioni contemporanee la figura della donna nuova.
Il percorso espositivo è caratterizzato da alcune videoinstallazioni e documenti filmici provenienti sia dalla cineteca di Bologna che dall’archivio dell’Istituto Luce di Cinecittà.
Per chi visiterà prossimamente questa mostra, ci sarà l’opportunità di contattare gli organizzatori per lasciare le proprie foto dell’epoca riguardanti le donne della propria famiglia. Foto che resteranno in archivio o verranno integrate in qualche modo nell’esposizione.
Da sottolineare anche l’ottimo allestimento della mostra: le opere sono state valorizzate da sfondi di colori diversi, e anche molto contrastanti, che caratterizzano le sezioni e la molteplicità dei temi proposti.
La mostra è visitabile fino al 10 novembre 2019.
Informazioni
Donne, corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione
a cura di Arianna Angelelli, Federica Pirani, Gloria Raimondi, Daniela Vasta
prorogata al 10 novembre 2019
Galleria d’Arte Moderna – via Francesco Crispi, 24
Orario: mar – dom 10.00 | 18.30 – Ultimo ingresso alle 18.00
Biglietto: Intero: € 7,50 – ridotto: € 6,50
Info 060608 ((tutti i giorni 9.00 – 19.00)
www.galleriaartemodernaroma.it