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L’ultima cena nelle Langhe. Anotherview, tra nostalgia del presente e salvaguardia del territorio

L’iconografia dell’ultima cena rivisitata dal collettivo Anotherview con sfondo le colline delle Langhe tra Roero e Monferrato e la torre di Barbaresco. Sarà visibile da gennaio 2020 la finestra virtuale realizzata da Marco Tabasso, Tatiana Uzlova e Robert Andriessen in occasione dell’89esima Fiera Internazionale del Tartufo d’Alba, tra nostalgia del presente e salvaguardia del territorio, a cura di Paolo Dalla Mora.

Il desiderio di eternare un luogo e le sue tradizioni ha portato il collettivo Anotherview, composto da Marco Tabasso, Tatiana Uzlova e Robert Andriessen, a creare una serie di finestre virtuali -dal progetto Once we were there– che raccontano preziosità e memoria di un territorio. Dopo New York, Shanghai, Città del Capo, Venezia e Portofino The Langhe Supper lo fa con le colline tra Roero e Monferrato, patrimonio dell’Unesco. 24 ore di riprese no stop hanno seguito 12 pasti da 2 ore ciascuno a cui hanno partecipato, alternandosi, ospiti del mondo dell’arte, della cultura e dell’ enogastronomia, personaggi tipici della tradizione piemontese, bambini e chef stellati. Davide Oldani (ideatore di xfetta, un nuovo strumento per lamellare il tartufo), Maurilio Garola (1 stella Michelin della Ciau del Tornavento e dell’osteria Campamac), Alessandro Negrini e Fabio Pisani (Il Luogo di Aimo e Nadia, 2 stelle Michelin) hanno infatti realizzato le portate per questa grande tavola conviviale dal carattere performativo. L’atmosfera, densa delle prime nebbie autunnali durante le riprese di domenica 13 ottobre, è stata fantasiosamente arricchita dalla presenza degli animali immaginari e mitologici realizzati in legno dall’artista italo-svedese Duilio Forte, artefice dello stesso tavolo su cui i commensali si sono avvicendati durante l’arco delle 24 ore, costruito direttamente tra le vigne del luogo. Il tutto è favolosa atemporalità.

The Langhe Supper | ArtsLife

L’obiettivo del progetto è raccontare un giorno della vita di un luogo diverso del mondo, giocando sul sentimento nostalgico del presente e le diverse percezioni che fluiscono dalla visione di queste finestre nomadi. Once we were there racchiude infatti la volontà di salvaguardare dei luoghi specifici che oggi ci sono ma che prima o poi muteranno le loro sembianze fino a scomparire. Una romantica capsula del tempo che coinvolge migliaia  di piccole storie di vita, prima accennate, poi eternate. Ogni finestra di Anotherview potrà poi essere controllata da un’app progettata dallo stesso collettivo, a cui ogni spettatore ha accesso esclusivo attraverso un codice segreto: da questa sarà possibile decidere quale finestra aprire selezionando l’orario in cui si desidera essere immersi. Le finestre di Anotherview sono state esposte già in importanti fiere internazionali come Jingart a Pechino, Art Basel/Design a Basilea e a Miami, Salone del Mobile a Milano e PAD a Londra.

Marco Tabasso, Tatiana Uzlova, Robert Andriessen e Paolo Dalla Mora | ArtsLife

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