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Mercato in grande crescita per le monete rare: risultati sorprendenti da Nomisma

Nomisma *
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Lunedì 28 ottobre si è tenuta l’Asta Nomisma numero 60 e per questa occasione speciale la casa d’aste situata nella Repubblica di San Marino ha messo a disposizione dei collezionisti 500 rarità descritte ed illustrate in uno splendido catalogo a colori. Oggi come oggi, selezionare ben 500 rarità, o per numero di pezzi noti o per conservazioni particolari, non è stato assolutamente semplice per Nomisma ma alla fine il risultato è stato davvero eccellente. L’asta si è svolta presso il Palace Hotel a Serravalle di San Marino alla quale hanno partecipato grandi collezionisti italiani e stranieri, mentre molti altri collezionisti hanno partecipato all’asta tramite internet con il servizio di asta live. Dallo splendido catalogo presentato diversi pezzi possono essere evidenziati per il loro realizzo finale.

Si comincia col magnifico ducatone coniato a nome di Francesco Gonzaga, signore di Castiglione delle Stiviere, con data 1595. Prima di questa asta ne era noto un solo esemplare in collezione pubblica. La presentazione di un secondo esemplare ha attirato l’attenzione di numerosi raccoglitori e studiosi. Partito da una base di 80.000 euro è arrivato un prezzo di realizzazione di 102.000 euro (lotto 94). Poco dopo è stata presentata una delle monete più famose ed intriganti del Rinascimento italiano. Si tratta del doppio ducato di Alfonso I duca di Ferrara dal 1503 al 1534 e marito della più famosa Lucrezia Borgia. Questa moneta dal superbo ritratto era partita da 60.000 euro per realizzare 81.000 Euro (lotto 98).

Nomisma: lotto 94

Altro pezzo di altissimo interesse e che ha ottenuto diverse offerte è una moneta genovese molto rara in una condizione spettacolare. Si tratta di una moneta in oro del peso di 13,33 grammi corrispondente a 4 scudi, ovvero, per usare il termine corretto dell’epoca, due doppie di 1668. La moneta presenta la data 1668 ed ha una particolarità molto interessante poiché era stata coniata al torchio invece che a martello, come di solito si usava fare ancora in molte zecche italiane della metà del Seicento. La coniazione al torchio dà alla moneta un aspetto regolare e omogeneo risultando quindi molto più bella rispetto a quelle battute a mano. Partita da una stima di 20.000 euro, questa superba produzione genovese ha realizzato 32.000 euro (lotto 126).

Alla zecca di Milano è stato coniato a inizio ‘500 un doppio ducato di Luigi XII che, considerando il periodo storico dell’emissione, rappresenta un vero e proprio capolavoro di ritrattistica rinascimentale. Il realizzo finale è stato di 68.000 euro (lotto 150).

Nomisma: lotto 98
Nomisma: lotto 98

Il gioiello che Nomisma ha presentato per questa asta 60 è stato il lotto 235, una moneta da 5 lire datata 1821 di Maria Luigia duchessa di Parma. La moneta da 5 lire di Maria Luigia è nota in soli tre millesimi: 1815, 1821, 1832. Se il primo ed il terzo non sono rari, il 1821 è invece attualmente conosciuto in soli tre esemplari e addirittura fu pubblicato per la prima volta nei primi anni Sessanta quando fu scoperto il primo esemplare. Dalla pubblicazione del catalogo dell’asta questa moneta ha attratto l’interesse di collezionisti, commercianti e investitori di tutto il mondo. Naturalmente, la base di 250.000 euro ha permesso solo a un gruppo selezionato di poter fare offerte ma il realizzo finale è stato ancora più sorprendente: il lotto è stato infatti aggiudicato per ben 310.000 euro posizionandosi alla seconda posizione come moneta italiana più pagata di sempre.

Sarà il fascino della Serenissima oppure il crescente interesse per le monete d’oro in genere ma negli ultimi anni vanno fortissimo i ducati e gli zecchini veneziani. Ulteriore conferma ne è venuta in questa ultima vendita tenuta da Nomisma. Tra le tante aggiudicazioni eclatanti spicca quella del primo ducato d’oro veneziano battuto a nome del doge Giovanni Dandolo a seguito della delibera del 31 ottobre 1284 per imitare quello che facevano già da tempo le altre grandi città italiane, Firenze e Genova, che già da una trentina d’anni emettevano una loro moneta d’oro. Questo primo ducato veneziano, rarissimo, è stato aggiudicato per ben 45.000 euro (lotto 246).

Nomisma: lotto 235
Nomisma: lotto 235

Sempre per Venezia è assolutamente da segnalare un pregevole multiplo in oro del doge Carlo Ruzzini (1732-1735). Questi multipli erano probabilmente commissionati alla zecca per particolari occasioni e venivano coniati con i conii di altre monete d’argento come gli scudi della croce. Si tratta di multipli dello zecchino, fino al massimale di 12, come in questo caso, che arriva a ben 41,70 grammi (ricordiamo infatti che lo zecchino pesava 3,5 grammi di oro purissimo). La moneta partiva da una stima di 40.000 euro raggiungendo i 61.000 (lotto 255).

Da sempre le monete dell’Otto e Novecento italiano sono le più collezionate e seguite. È in particolare la monetazione del Regno d’Italia quella che conta il maggior numero di appassionati. Sono infatti le rarità di questo settore a far da traino a tutte le vendite specializzate. Anche se -con i suoi 103 esemplari coniati- non è possibile definirla la moneta più rara del Regno d’Italia, è pur sempre quella che tocca in asta pubblica i vertici in fatto di realizzo. Parliamo della moneta da 50 lire con data 1864, unica data disponibile per Vittorio Emanuele II e quindi moneta che costituisce di per sé una tipologia, ovvero non ci sono alternative meno rare per poterla annoverare in collezione. L’esemplare proposto da Nomisma era stato stimato 150.000 euro realizzandone ben 180.000 (lotto 419).

Nomisma: lotto 255
Nomisma: lotto 255

A seguire, un’altra grande rarità di Vittorio Emanuele II ma quasi, per dire, agli antipodi dell’appena citata moneta da 50 lire in oro. Si tratta di una piccolissima moneta in argento da 20 centesimi (il valore più basso coniato in questo metallo nel sistema monetario italiano). Questa moneta fu coniata con al diritto la testa del re ed al rovescio lo stemma sabaudo, ma fu presto sostituita da un’altra tipologia con al rovescio l’indicazione del valore. Della prima versione ne rimasero in circolazione pochissimi pezzi che ora sono contesi dai collezionisti a suon di rilanci nelle aste pubbliche. L’esemplare proposto da Nomisma era stimato 100.000 euro ed ha fermato il battitore a quota 111.000, vero record per questa moneta (lotto 429).

Per concludere questa breve carrellata, la vendita Nomisma ha dimostrato che il mercato delle grandi rarità non soffre di una carenza nella domanda, anzi i collezionisti hanno dimostrato di credere ancora nel settore e che le quotazioni possono avere ulteriori notevoli prospettive di miglioramento nei prossimi anni.

Il catalogo dell’asta è tuttora disponibile online, in pdf e in versione cartacea (nomismaweb.com).

Nomisma: lotto 429
Nomisma: lotto 429

*Nella prima immagine: lotto 419 – Vittorio Emanuele II (1861-1878) 50 Lire

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