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Cinema per cuori aperti. A Milano, tutto pronto per l’edizione 2019 di Filmmaker Festival

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Caposaldo delle kermesse cinematografiche riservato ad autentici cinefili, Filmmaker riconquista la sua Milano con un programma da acquolina in bocca. Dal 15 al 24 novembre, nelle tre sedi del Cinema Beltrade, Arcobaleno Film Center e FilmTv Lab.

In un panorama nazionale stipato di appuntamenti dedicati alla settima arte, da cui non è esente il capoluogo meneghino, dove solo qualche giorno fa si è concluso il Fashion Film Festival, Filmmaker è rimasto fedele ai propri ideali lungo tutti i (quasi) quarant’anni della sua esistenza. Così si è conquistato una posizione d’eccellenza nella prospettiva cinematografica italiana ma anche internazionale, certamente nel cuore dei cinefili, preparandosi quest’anno a riaffermare la propria ineccepibile identità. Punto cardine della manifestazione, il cinema documentario, più in generale di ricerca, caratterizzato da una profonda cura per contenuti e qualità, e rivolto a un pubblico generoso, spesso preparato e sicuramente libero da preconcetti.

Lech Kowalski, On va tout péter, 2019

In scena dal 15 al 24 novembre, il Festival si terrà quest’anno nelle tre sedi di Cinema Beltrade, Arcobaleno Film Center e FilmTv Lab. Sei le sezioni in cui si articola il programma: Concorso Internazionale, Prospettive, Fuori Concorso, Filmmaker Moderns, Fuori formato, e Alain par Cavalier. Un totale di 99 titoli, di cui 3 in anteprima europea, 26 in anteprima italiana e 31 in anteprima assoluta. Si parte col botto, il 15 sera, con la nuova fatica di Werner Herzog Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin, il racconto dell’amicizia tra l’autore dell’emblematico In Patagonia e il regista, che ripercorre i passi dell’esploratore seguendo gli appunti dei suoi taccuini.

Werner Herzog, In the Footsteps of Bruce Chatwin, 2019

I 9 film del Concorso Internazionale, tra nomi ormai familiari e giovani rivelazioni, propone un mosaico di sguardi sul mondo senza distinzioni di formato, genere o durata che indagano la complessità della realtà in cui viviamo: dal cinema interdisciplinare della beniamina del MoMA Marie Losier all’urgenza della realtà nell’opera di Lech Kowalski. 5 (più una ancora da svelare), invece, le proposte Fuori concorso, in cui spicca Varda par Agnès, il film-testamento di Agnès Varda che, tra immagini di repertorio e incontri col pubblico, ne ripercorre la carriera. Il Concorso Prospettive, la sezione più “rischiosa” della kermesse, che incrocia proposte dissimili e premia punti di vista nuovi e desiderosi di mettersi in gioco, vede 14 proposte, più due fuori concorso.

Eric Baudelaire, Un film dramatique, 2019

Per quanto riguarda la tradizionale retrospettiva, quest’anno Filmmaker ha scelto di omaggiare Alain Cavalier, regista francese ancora troppo poco noto in Italia. Dopo la presentazione nel 2017 dei Six Portraits XL, Filmmaker continua a posare il suo sguardo sull’opera dell’autore con Alain par Cavalier, che propone tre film alla presenza del regista e da lui stesso scelti, insieme alla prima italiana di Etre vivant et le savoir, presentato quest’anno a Cannes: La Rencontre (1996), Irène (2009) e Martin et Léa (1979). Una scelta che rimanda a legami espliciti: tutti e quattro i film parlano di una coppia o di un duo. E parlano della morte, che è uno dei temi ricorrenti nel cinema di Cavalier, da quando ha deciso di girare da solo con la sua macchina da presa.

Alain Cavalier, Irène, 2009

Dal canto suo, la chiusura è affidata al pluripremiato Vitalina Varela – già Pardo d’oro a Locarno, dove la protagonista ha vinto anche il premio per la migliore attrice – con cui il portoghese Pedro Costa posa lo sguardo sull’incredibile storia di una donna che ha atteso per quarant’anni che il marito emigrato da Capo Verde a Lisbona le inviasse il biglietto d’aereo per raggiungerlo, e che, quando infine arriva in Portogallo, lo trova ormai morto.

Pedro Costa, Vitalina Varela, 2019

Clicca qui per conoscere il programma completo!

*Jan Mozetič, Miren dan, 2018

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