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L’eclettismo antiquario di Gianguido Scarampella in asta da Wannenes

Nella prossima asta di Arredi del 19-20 novembre 2019 a Genova da Wannenes, verranno esitate  ad offerta libera una selezione di opere passate dalla galleria bresciana dell’antiquario Gianguido Scarampella, che raccontano la sua eterogenia e gustosa sensibilità di raccoglitore di meraviglie.

Come il cassettone impiallacciato in legni vari del XVIII-XIX secolo di maggioliniana memoria, ornato con decoro floreale stilizzato  anta frontale retrattile e a scomparsa decorata a strisce verticali e due cassetti interni, piano centrato da allegoria musicale entro riserva ovale (lotto 157), e il cassettone a ribalta con alzata impiallacciato in legno di noce e radica del XVIII secolo interamente ornato da cornici ebanizzate a rilievo e riserve rocaille e cimasa architettonica tripartita (lotto 522).

Di colto quanto artificioso gusto archeologico da Grand Tour il grande rilievo del XIX secolo, raffigurante un’arma araldica con torre e aquila entro cartiglio con volute, che pare erede di una piranesiana memoria (lotto 216), così come la grande slitta in legno intagliato e laccato del XVIII secolo con la prua con la figura di cigno stilizzato, che pare evocare con la sua leggerezza il mondo spensierato della fanciullezza e delle favole nordiche (lotto 569).

Infine, una grande tela di misure parietali e ottima qualità raffigurante il Ritratto di cacciatore con selvaggina e cani in un paesaggio, eseguita con una chiara matrice nordica per il brano di figura dalla mano di Vittore Ghislandi detto Fra Galgario mentre i brani paesistici e animalier sono probabilmente da riferire al Crivellone due più noti maestri della pittura lombarda settecentesca (lotto 1).

Dalla seconda parte del catalogo è da segnalare una croce astile in legno, argentato e dorato del XV secolo, ornata da elementi stilizzati e placche ovali in vetro (lotto 703, stima 3.000 – 4.000 euro), due bassorilievi in rame sbalzato e dorato del XVIII-XIX secolo, raffiguranti “Gesù davanti a Ponzio Pilato” e “Gesù e i Farisei” (lotti 743-743bis, entrambi con una stima di 5.000 – 8.000 euro), e un piccolo tavolo siciliano  a console del XVIII secolo interamente decorato ad Arte povera con figure e scene diverse (lotto 742, stima 3.000 – 5.000 euro).

La vendita del prossimo 20 novembre comprende anche un nucleo assai variegato di ceramiche, che vanno, per le maioliche, dalle produzioni meridionali, per lo più siciliane, fino ad un interessante nucleo di maioliche, molte bianche e blu, realizzate nelle fornaci savonesi tra Sei e Settecento. Tra le porcellane del diciottesimo secolo una bella ed abbondante scelta di porcellane Ginori, accompagnata da una selezione di esemplari provenienti dalle altre manifatture: tra questi una serie di tre affascinanti piatti dal gusto esotico realizzati nella manifattura parigina di Nast in piena epoca napoleonica (lotti 408-410, stima 800 – 1.200 euro). Il catalogo offre anche una bella selezione di ceramiche storicistiche, anche di grandi dimensioni, e per lo più provenienti dall’area bassanese. Curiosa ed accattivante è poi una piccola collezione di Toby Jug, realizzati nelle fornaci dello Staffordshire tra Sette ed Ottocento (lotti 420 – 435).  I Toby Jug (detti anche Fillpot) sono tra le più caratteristiche ceramiche inglesi e vengono prodotti ancora oggi, con soggetti spesso collegati alla cronaca o alla storia del loro  tempo, come quelli che ritraevano Winston Churchill durante il periodo bellico. Come detto, sono considerati di norma opera dei ceramisti dello Staffordshire, che è in effetti la regione dove vennero prodotti inizialmente: ma in realtà se ne produssero anche altrove, per esempio in Scozia, mentre non pochi esemplari vengono attribuiti, pur con qualche dubbio, alle produzioni americane della prima metà del XIX secolo.

L’innegabile piacevolezza di queste ceramiche, unite alla loro peculiarità, ne ha sempre fatto un oggetto di ricercato collezionismo. Pur nell’impianto molto uniforme, questi boccali lasciavano infatti ampio spazio alla fantasia degli artefici: così i boccali si allungano e si abbassano, gli elementi fissi della composizione vengono variati, le pipe vengono posizionate in più modi. Nello stesso modo, la cromia, sempre vivace, appare declinata in particolari diversi e non di rado ispirata alle mode del tempo, aggiungendo nuovo interesse a questi piccoli emblemi della cultura popolare anglosassone.

Una bella caffettiera in maiolica policroma della manifattura Antonibon, Nove di Bassano, della seconda metà del XVIII secolo, di forma mossa e decoro al ‘ponticello’ sarò esitato con una stima di 800 – 1.200 euro (lotto 361), mentre una coppia di albarelli in maiolica policroma del XVIII secolo della fornace di Caltagirone, decorati alla “veneziana” con figure di santi e busti in riserva su un fondo di fiori e foglie verranno battuti con una stima di 3.500 – 4.000 euro (lotto 374). Realizzato, infine,  nel 1900 circa un grande vaso decorativo in maiolica policroma probabilmente Molaroni di Pesaro (lotto 451, stima 1.600 – 1.800 euro), e un grande piatto da parata in maiolica policroma,  manifattura Nove di Bassano con falda a rilievo e scena allegorica (lotto 456, stima 2.200 – 2.600 euro).

 

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