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Alla riscoperta di Alice Neel, colei che dipinse la commedia umana del Novecento

Alice Neel, Self portrait (dettaglio), 1980

“Mi serve per cancellare la distanza fra me e la vita”. Così diceva della pittura Alice Neel, artista ribelle simbolo della feminist artnota per i suoi conturbanti ritratti di amici, familiari, poeti e artisti.

Nata nel 1900 a Gladwyne, in Pennsylvania, Alice Neel è considerata fra i più grandi pittori americani del ventesimo secolo. Conosciuta per i volti con cui ha raccontato la commedia umana del Novecento, la pittrice portava avanti una ricerca continua volta a comprendere e restituire l’intero spettro delle emozioni, scavando a fondo nella psicologia dei suoi modelli. In una società puritana, la sua libertà espressiva venne percepita come elemento disturbante, e la sua innegabile bravura la portò ad essere definita come “la donna che dipinge come un uomo”.

“Non faccio Realismo, la mia è piuttosto una combinazione di Realismo ed Espressionismo. Detesto mettere sullo stesso piano una persona, una stanza, una sedia. Dal punto di vista della composizione sono la stessa cosa, ma una persona è umana e psicologica.”

Nel video di Sotheby’s, l’anatomia dell’opera Guy’s Aunt, venduto all’asta a New York lo scorso 15 novembre alla somma di 475,000 USD. 

Alice Neel, Self portrait (dettaglio), 1980

 

Alice Neel, Mother and child (dettaglio), 1967

 

Alice Neel, Guy’s Aunt (dettaglio), 1965

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