Dalla fama mondiale alle confessioni personali: Enrico Caruso si rivela attraverso un archivio personale che Christie’s porterà in asta.
Quanto possono valere 283 lettere autografe e telegrammi firmati Enrico Caruso? Veramente difficile da stabilire, ma per fortuna abbiamo la possibilità di lasciare scegliere al mercato: Christie’s proporrà infatti in private sale l’archivio personale del tenore dal 1897 al 1908 e dal 1912 al 1921. I documenti comprendono circa 283 lettere autografe e telegrammi firmati da Caruso, e circa 425 lettere e telegrammi a lui indirizzati, per la grande maggioranza in italiano, ma anche in inglese, francese e spagnolo.
Pressoché inedito e sconosciuto, l’archivio si configura come una raccolta di confessioni personali e testimonianze dirette che raccontano l’ascesa di Caruso alla fama mondiale. La rarità del pezzo è testimoniata dall’inaccessibilità che l’ha contraddistinto fino ad oggi, tanto che nemmeno il figlio Enrico Caruso Jr ha potuto ricorrervi per scrivere la più nota biografia dell’artista, Mio padre e la mia famiglia del 1990.
A destare una particolare curiosità, inoltre, è la storia del complesso rapporto che l’artista intrattenne con le sorelle Giachetti, Ada e Rina. Le lettere d’amore di Enrico Caruso ad Ada Giachetti, appassionate e a tratti angoscianti, sono al centro dell’archivio. La corrispondenza nelle primissime fasi del loro rapporto è infatti particolarmente ricca sia a livello emotivo che tecnico: in particolare, una serie di lettere scritte nell’ottobre-novembre 1897, in preparazione al suo cruciale debutto milanese, rivela uno straordinario grado di distrazione emotiva in uno dei momenti critici della vita professionale di Caruso.
Sul doppio binario della vita artistica e privata, i documenti offrono uno spaccato della persona dietro l’apparenza pubblica. Attraverso la sua penna emergono i momenti di esaltazione – soprattutto legati alle tournée in Sud America, San Pietroburgo, Londra, Cincinnati, Pittsburgh e altrove – e i profondi momenti di riflessione legati, per esempio, ai lavori di ristrutturazione della loro casa a Bellosguardo nel 1906.