Questo autunno Antonio Guiotto gioca in casa. Sono due le personali in territorio veneto dell’artista e designer padovano che hanno luogo simultaneamente al Museo Civico di Bassano del Grappa e nella sede di TRA – Treviso Ricerca Arte di Ca’ dei Ricchi a Treviso. Ma chi è sprovvisto di senso dell’umorismo non vada a vederle.
Nel 2017 Antonio Guiotto percorre più di 800 km a piedi. Come avremmo fatto in molti, durante il tragitto scatta delle fotografie; tornato a casa però le correda con dei testi, anche molto lunghi, che di quelle immagini diventano i titoli. Inizia qui l’avvicinamento dell’artista alla pratica dello storytelling, e la voglia di mescolare l’arte contemporanea con mezzi letterari. Comincia anche a maturare l’idea che lo porterà a realizzare la mostra Senza titolo con didascalia, che assieme al curatore Daniele Capra sceglie di contestualizzare nel Museo Civico bassanese, dov’è esposta fino al 9 dicembre.
Un’operazione 100% site specific e in stretto dialogo con la collezione museale, divisa in due momenti. Il primo è focalizzato sui supporti di mediazione museale, le fonti dalle quali i visitatori traggono informazioni, senza in genere dubitarne mai, per via della fiducia riposta nel rigore scientifico che caratterizza l’istituzione museo. Per 20 opere selezionate – tutte realizzate tra il 1300 e il 1800 circa – Guiotto allora scrive delle nuove schede di lettura che poi posiziona accanto ad esse. La vera storia dell’opera e del suo autore è arricchita con aneddoti immaginari, elementi narrativi disorientanti, informazioni verosimili: il visitatore, stranito anche da un linguaggio troppo informale, è spinto a mettere in dubbio queste informazioni e a usare il suo senso critico. E perchè no, a farsi una risata.
“Nella migliore delle ipotesi, Francesco aveva sessant’anni e Jacopo appena venti. Probabilmente il giovane Jacopo, che nella bottega del padre cercava, come tutti i figli che lavorano nell’azienda di famiglia, di portare un po’ di modernità, magari nello stile, magari perché voleva andare contro i dogmi del padre, sapeva già di essere bravo, ma il padre non gli lasciava tanto spazio. «A cosa stai lavorando?» «Al Compianto sul Cristo morto…» «Papà, posso aiutarti?» «No, Jacopo. Prima impari a dipingere come si deve, poi mi potrai aiutare.»”
La seconda parte dell’operazione vede Guiotto inserire di soppiatto, tra il nucleo di busti in gesso di Antonio Canova lì conservati, i 5 ritratti in gesso delle persone che hanno supportato il suo intervento artistico in qualità di moderni mecenati, alla stregua di quelli che nei secoli trascorsi contribuirono ad arricchire le collezioni del museo. Ancora una volta l’artista gioca con l’attenzione dei visitatori e la loro capacità di individuare l’elemento estraneo. Mai più passivi al museo.
Un’operazione insomma che, tra fantasiosi storytelling montati ad arte e incursioni di volti di persone viventi tra quelli di altre statue, ricorda un po’ quella di Damien Hirst nelle sedi veneziane della Fondazione Pinault, nel 2017. Niente Pharrel o Rihanna però, ma piuttosto il commerciante di tessuti Renato Campana o il Conte Antonio Menon.
Fino all’8 dicembre Antonio Guiotto è anche a Treviso con Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo, nella sede di TRA di Ca’ dei Ricchi, ma questa è tutta un’altra storia, intima e personale. Dodici opere, tra installazioni e sculture che strizzano l’occhio al mondo del design, incarnano ricordi ed episodi di vita del loro autore. Guiotto sfata il mito dell’artista tormentato e si racconta senza prendersi troppo sul serio: impossibile non sorridere di fronte al pezzo forte della mostra, l’automobile che diffonde Sabotage dei Beastie Boys ed altri pezzi cantati dall’artista, simbolo della tanto agognata libertà derivata dal conseguimento della patente. A emergere inoltre non soltanto trascorsi personali, ma anche le sfaccettature di una mentalità che appartiene alla sua terra d’origine, il Veneto: con Gnaro de schei, un nido fatto di monete, massa incombente e minacciosa appesa in un angolo della sala, l’artista rappresenta con onestà e schiettezza l’ossessione delle vecchie generazioni per il risparmio, per il mettere da parte il denaro, perché “nel futuro non si sa mai”.
INFO MOSTRA
Bassano del Grappa
Senza titolo con didascalia
Di Antonio Guiotto
A cura di Daniele Capra
Pinacoteca – Museo Civico
Piazza Garibaldi, 34 – Bassano
del Grappa
Dal 5.10 al 9.12.2019
Orari di apertura
lun-dom 10-19. Mar. chiuso
Ingresso compreso nel prezzo
del biglietto: Intero 7€, Ridotto 5€
INFO MOSTRA
Treviso
Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo
Di Antonio Guiotto
A cura di Chiara Casarin
Ca’ dei Ricchi
Via Barberia, 25 – Treviso
Dal 26.10 al 8.12.2019
Orari di apertura
mar-sab 10-13 e 15-19;
dom. 15-19; Ven. 1/11 15-19.
Ingresso: libero