Il momento di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 si avvicina. Presentato a Milano il programma: circa 400 eventi, mostre e iniziative coinvolgeranno tutti i distretti di tutto il territorio. Parma è pronta, l’Emilia-Romagna è pronta. L’inaugurazione fissata per l’11, 12 e 13 gennaio 2020 segna l’inizio di un anno di crescita per la regione e la nazione intera.
Sono tempi cattivi dicono gli uomini.
Viviamo bene ed i tempi saranno buoni.
Noi siamo i tempi”
Sant’Agostino, Dialoghi
Anche Parma è il suo tempo, ma è composta da diversi tempi. Tempi storici: la città romana e quella medievale, la Parma rinascimentale e quella barocca, la borbonica e l’illuminista, la rivoluzionaria e l’asburgica; ma che tempi sociali: la Parma contadina e la Parma imprenditrice, quella verdiana e quella profonda delle tradizioni popolari, la Parma dell’Oltretorrente e la Parma innovativa e tecnologica.
Sentimenti storici ed emotivi eterogenei, che hanno generato svariate espressioni culturali: tutte valide, tutte diverse e oggi (in)consapevolmente complici del risultato che la città è riuscita conseguire. Perché Parma è soprattutto la Capitale Italiana della Cultura 2020. Un concerto di anime, impegno e passioni che le hanno permesso di conquistare un ambito premio, anche se il sindaco Federico Pizzarotti preferisce definirlo un merito, che giunge come un nuovo inizio al termine di un percorso di programazione che, si spera, possa poi condurre a un’ulteriore crescita. Crescita economica, sociale e culturale. Non a caso occasione è la parola che ritorna con più frequenza nelle intenzioni di tutto il Comitato per Parma2020, (fondato da Comune di Parma, UPI – Unione Parmense degli Industriali e Associazione Parma, io ci sto!): occasione per unire, occasione per farsi conoscere, occasione per migliorare.
Parma – con le eccellenze storiche, artistiche, architettoniche, culinarie -, ma con essa l’intero sistema Emilia-Romagna, unica regione italiana, almeno sulla penisola, a porsi in orizzontale. Non certo come una barriera, ma piuttosto come un nodo di scambio, un incrocio di culture, un luogo dove passare e, soprattutto in questo 2020, dove rimanere. Almeno per qualche giorno, almeno per respirare l’atmosfera di una città pronta più che mai ad aprirsi, accogliere e soprattutto mostrarsi. A Parma si sta bene perché a Parma sanno fare le cose per bene.
IL PROGRAMMA
L’intera Parma viene chiamata in causa, coinvolta nel progetto che tutti vuole includere e tutti intende valorizzare. Ora che il territorio è stato attivato(con 700 partner affiliati), non serve che attendere l’anno nuovo per vedere svolgersi un porgramma denso, che potremmo suddividere in 4 grandi sezioni: e 65 iniziative del Dossier di candidatura e gli eventi speciali, che danno forma all’idea e al progetto culturale di Parma; l’energia del territorio, che vede oltre 150 iniziative sviluppate dai Comuni, dalla Provincia, dalle Diocesi, dalle imprese e delle associazioni; il programma dell’Università di Parma, con oltre 250 incontri sul tema della conoscenza; ed Emilia 2020, il programma coordinato con Piacenza e Reggio Emilia. In totale gli eventi sono più di 400.
All’interno del Dossier di candidatura, il Progetto Pilota e le Officine contemporanee rappresentano la spina dorsale del programma di Parma2020.
Il Progetto Pilota si compone di due mostre, un evento speciale e quattro open call (Cultura per tutti, cultura di tutti; Imprese Creative Driven; Temporary Signs; Creating sustainability):
Time Machine (Palazzo del Governatore, 11 gennaio – 3 maggio 2020), nata da un’idea di Michele Guerra (Assessore alla Cultura di Parma), è curata da Antonio Somaini e sviluppa una riflessione su come l’invenzione dell’immagine in movimento abbia modificato la nostra percezione del tempo e dello spazio, il nostro vedere, sentire e interagire con ciò che ci circonda. Articolata in diverse sezioni, la mostra è un viaggio affascinante nel tempo, che si rivela in tutta la sua relatività e plasticità attraverso opere di artisti come Douglas Gordon, Rosa Barba, Tacita Dean, Stan Douglas, e filmmakers come Martin Arnold, Harun Farocki, Jean-Luc Godard e Bill Morrison.
Hospitale – Il futuro della memoria (Crociera dell’Ospedale Vecchio, Oltretorrente 24 aprile – 10 ottobre 2020) è la più grande installazione di Parma2020, scaturita dall’immaginifico di Studio Azzurro, nell’iconica Crociera dell’Ospedale Vecchio. Una video-narrazione, articolata in più parti, che racconterà la storia dell’Hospitale nato dalle acque – i suoi canali, i mulini, le alluvioni – attraverso la presenza virtuale di due attori che assumeranno di volta in volta il ruolo di “io narrante” o di testimone degli eventi.
L’evento speciale, di cui ancora non sono disponibili i dettagli, approfondirà il legame tra passato e presente e sarà un manifesto dell’energia creativa in grado di connetterli. Protagonista, con un progetto in dialogo con il territorio, il grande artista Anish Kapoor.
Le Officine contemporanee sono invece da intendere come un insieme di mostre, produzioni teatrali e musicali, festival e cantieri-laboratorio che vogliono offrire un pensiero sul contemporaneo.
Si passa dal Teatro Regio di Parma (10 gennaio – 12 maggio 2020) – il quale realizza un Festival speciale, dedicato alla rivoluzione del concetto di Tempo nelle arti del Novecento -, alla Galleria San Ludovico, Portici del Grano e Spazio A – dove ambiente, cibo e sostenibilità sono protagonisti di Noi, il cibo, il nostro pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile (11 gennaio – 13 aprile 2020) – fino a Opera! (Palazzo del Governatore, 19 settembre 2020 – 13 gennaio 2021), mostra che indaga l’identità della vita sociale e culturale della nostra storia nazionale attraverso il rapporto tra l’opera e la società.
Molti altri ancora gli eventi in programma, con mostre che spaziano dall’antologica dell’illustratore austriaco Francesco Ciccolella, che ha realizzato per Parma2020 immagini già diventate iconiche; alla mostra Labirinti. Umberto Eco, Franco Maria Ricci. Storia di un Segno, curata dalla Fondazione Franco Maria Ricci, dove due figure nobili e sapienti – Umberto Eco e Jorge Luis Borges – accompagneranno, con transiti multimediali di parole e pensieri, i visitatori nel labirinto della storia.
Tutto verrà immortalato da Fabrica, che realizzerà un inedito reportage del territorio, curato da Oliviero Toscani: IMAGINE PARMA. Professionisti, grandi maestri, dilettanti e inesperti realizzeranno un grande album dell’evento in modo da raccontare e ricordare un anno che si prospetta uno spartiacque.
Nell’ottica di donare nuova immagine a Parma e rinnovare l’identità cittadina è stato infine chiamato il designer di fama internazionale Erik Spiekermann, che ha disegnato l’iconica P con cui si identifica l’evento e che mira a far identificare tutti con esso. Per rafforzare e diffondere il significato di questa operazione all’Abbazia di Valserena, sede del Centro Studi e Archivio della Comunicazione, è in programma la mostra You are Here. The cities of Spiekermann, che presenterà una selezione di casi esemplari messi a punto dallo stesso Spiekermann, per città quali Berlino, Bristol, Glasgow, Londra, Santa Monica e infine Parma, integrati da un focus sulla sua plurale attività di disegnatore di caratteri e architetto dell’informazione.